Il seguente brano è tratto dall' autobiografia di Gichin Funakoshi.
Un' altra storia di Karate che mi piacerebbe raccontare ebbe luogo al porto di Naha, che è il più importante nella Prefettura di Okinawa. Sfortunatamente era così poco profondo che le grandi navi non potevano attaccare alla banchina. Dovevano ancorarsi in mezzo al porto, ed i passeggeri all' imbarco dovevano essere traghettati in barche più piccole.
Il giorno che partii da Okinawa per Tokio era piuttosto ventoso, ed il mare era gonfio. Insieme con un gruppo di altri passeggeri, salii su una piccola barca per essere trasbordato su una grande nave passeggeri diretta verso la capitale. Quando arrivammo, il mare era momentaneamente calmo, e diversi passeggeri passarono facilmente dalla piccola barca sulla passerella che saliva al ponte della nave più grande. Quando arrivo il mio turno di salire dalla barca che dondolava, arrivò improvvisamente una grande onda, così, naturalmente, attesi finché il mare sembrò di nuovo calmo.
Il più presto possibile, misi un piede sulla passerella ma proprio in quel momento arrivò un' altra grossa onda, ed il traghetto cominciò a dondolarsi violentemente. Ed eccomi, un piede sulla passerella, l' altro ancora sul traghetto, e due borse grosse e pesanti nelle mani. Sotto di me c'era il mare grosso. Per peggiorare le cose, devo confessare che, sebbene isolato, non avevo imparato a nuotare, essendo stato allevato nella città fortificata di Shuri ed avendo raramente fatto escursioni sulla spiaggia di Okinawa.
Continua...
(Fonte: Gichin Funakoshi, Karate do il mio stile di vita, Edizioni Mediterranee)
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