Solo con l' arrivo di Ta Mo nel sud della Cina (520 circa) si può datare la nascita del Kung fu propriamente detto. Su Ta Mo, conosciuto anche come Bodhidharma, il confine tra storia e leggenda si fa estremamente indistinto. Si narra che fosse figlio di un re indiano, Suganha, e che avesse ricevuto un istruzione marziale per opera di un grande maestro, Prajnatra. Ta Mo era venuto in Cina per diffondere la sua concezione del buddhismo, ma non era stato ascoltato dall' imperatore Liang Wu Ti presso il quale si era recato a predicare.
Espulso da questo, si era rifugiato con alcuni seguaci nel monastero di Shaolin, nella provincia di Honan. Cominciò qui il suo insegnamento, basato su estenuanti esercizi di meditazione che richiedevano una totale dedizione psicofisica da parte dei novizi. Accadeva però che questi, sfiniti dalla stanchezza, cadessero spesso addormentati nel corso delle meditazioni. Per rimediare a ciò Ta Mo preparò una serie di 18 esercizi di disciplina fisica attraverso i quali fortificare i novizi nel corpo e nell' anima.
Da questi esercizi trassero origine alcune delle forme base della boxe cinese. Altre notizie sul Kung Fu, si hanno verso la fine del decimo secolo per opera dell' imperatore Tai Tzu, imperatore Sung, il quale codificò una serie di 32 posizioni di combattimento dalla lunga distanza dette ch' ang ch' uan. Ma fu ad opera di un generale dell' esercito imperiale che nacque una delle scuole principali di Kung Fu. Questo metodo di combattimento si basava sulla potenza dei pugni che venivano sferrati, secondo traiettorie rettilinee. Quest' arte sopravvive a tutt' oggi col nome di Hsing i.
(Fonte: Kung fu di Okinawa, Edizioni Mediterranee, autore: John Armstead)
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