giovedì 18 luglio 2013

Il nobile Chueh Yuan



Fu all' inizio del diciassettesimo secolo, sotto la dinastia Ming, che per opera di Chueh Yuan, si ebbe un fondamentale progresso. Chueh Yuan era un nobile che, ritiratosi in meditazione nel tempio di Shaolin, aveva messo a frutto la sua esperienza nelle varie tecniche di combattimento a mani nude o con le spade portando a 72 posizioni i 18 esercizi base di Ta Mo. Non essendo però ancora soddisfatto si era messo in viaggio alla ricerca di maestri che lo potessero aiutare nel suo sforzo di rinnovamento. Fu così che si imbatté per caso in un anziano maestro di Kung Fu, Li Chieng, che da solo fronteggiava parecchi avversari avendone ragione. 

Meravigliato, Chueh, volle conoscere quell' uomo che, a sua volta, lo presentò ad un altro accreditato maestro. Pai Yu Feng. Tornati insieme a Shaolin, i tre uomini codificarono un sistema di 170 movimenti contenuti in cinque stili ben distinti: la tigre, il dragone, la gru, il leopardo e il serpente. Ciascuno di questi stili aveva lo scopo di esaltare una delle essenze che animano ogni uomo. La scuola della Tigre rinforzava enormemente gli arti, quella del Leopardo conferiva potenza a tutto il corpo, quella del Dragone permetteva la risonanza tra spirito e corpo, quella della Gru sviluppava l' agilità e l' equilibrio, mentre quella del Serpente favoriva il realizzarsi del ch' i.

 L'invasione Manchu portò alla caduta dei Ming e allo stabilirsi della dinastia Ch'ing (1662). Questo fece si che gruppi di simpatizzanti, fedeli alla vecchia dinastia, si riunissero a formare società segrete che trovavano spesso rifugio nei tempi buddhisti. Proprio per l' atteggiamento lealista dei monaci si giunse infine alla distruzione del tempio di Shaolin per opera dell' imperatore K'ang Hsi.

 (Fonte: John Armstead, Kung fu di Okinawa vol. 1, edizioni mediterranee)

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