mercoledì 31 luglio 2013

Perché un attacco può elusivo nel Jeet Kune Do?



Per Bruce Lee, nel momento in cui si attacca, è importante spostare la posizione della testa. Può essere utile posizionare la mano arretrata in modo confondere l' avversario.

Se colpisci con un diretto:

1. provare a bilanciare il corpo

2. cercare di prendere la mira

3. agire in modo tempestivo

4. dare al pugno la massima potenza

 Il pugno più importante è il diretto. Si tratta fra l' altro del pugno che mantiene l' atleta non esposto.

Un diretto con affondo è molto efficace, quando l' avversario si trova in uno stato di indecisione, e prima di portare, e prima porta avanti la mano e poi la tira indietro.

Il diretto è un pugno importante. Soprattutto da un punto di vista, della lotta considerata in modo scientifico. 

Bruce Lee studio e sviluppo un sistema di difesa che si chiama Jeet Kune Do, dopo aver studiato oltre a Kung Fu, anche il Karate, la boxe e la scherma. I pugni in questa arte marziale sono molto importanti. 

Combattimento senza stile.

 Bruce Lee riteneva che nelle arti marziali esiste questa eccessiva tendenza a fissarsi con gli stili. Certe volte gli atleti si fissano troppo con le forme legate ad uno stile, e questo può limitare nel vero combattimento.

 Praticamente bisognerebbe cercare di andare al di là del proprio stile. Altrimenti si rimane ad un livello di comprensione più infantile.

 Per rendere nel combattimento bisogna abbandonare gli schemi per adattarsi le circostanze.

 Secondo Bruce Lee, nelle arti marziali bisogna liberarsi degli schemi. Con una mente libera.

martedì 30 luglio 2013

Allenarsi da solo! E' un' idea





Ho cominciato a praticare il kung fu Wing Chun otto anni fa. Abito a Catania, dove le scuole di arti marziali esistono. 

 Una scelta come la mia, può sembrare strana, però dovete considerare, che poiché però mi alleno in palestra con i pesi. 

Sicuramente allenarsi con un maestro di arti marziali è meglio. 

E si commettono errori.  In una palestra di arti marziali si apprende piano, e si ottengono va via delle cinture.

Non si pratica da soli, con altre persone, ma con altri allievi. Questo è particolarmente importante, dato che in tutte le arti marziali ci si allena a coppie. 

A seconda dell' arte marziale, potreste provare anche il desiderio di partecipare a qualche gare. Cerchiamo di capire adesso, i vantaggi che si possono avere allenandosi da soli. Vediamo un po'. Innanzitutto non si è vincolati a degli orari rigidi. 

E potete anche organizzare i vostri allenamenti. Potete scegliere, più di uno stile, scegliendo uno stile idoneo alle vostre doti fisiche. Allenandovi da soli potrete tralasciare l' aspetto agonistico, concentrandovi sull' aspetto di combattimento in sé. 

 Se il combattimento, e la difesa personale vi interessano poco, potete studiare i Kata, considerando, l' arte marziale solo come una forma ginnastica. Le ragioni per cui è importante allenarsi con i pesi. Molto spesso gli appassionati, si allenano anche con i pesi. 

Fin dai tempi antichi, tutte le persone che studiavano le arti marziali hanno cercato di irrobustire, la propria muscolatura. Se prendiamo un' arte marziale come il Full Contact, i praticanti si allenano con i pesi, si vede subito che i suoi praticanti, sono molto preparati da un punto di vista muscolare. 

Non tutti però, possono frequentare le palestre. Che fare allora? L' allenamento da portare avanti è molto stressante, non dovete cercare, non dovete cercare di ottenere i risultati che raggiungono molti amanti del fitness, o dei veri e propri body builder. Può servire.

lunedì 29 luglio 2013

Irrobustire mani e piedi. Quando il Karate può aiutare nella difesa.





Nel Karate è previsto l' uso l' utilizzo di dei sistemi che aiutano a rendere le mani e i piedi delle vere e proprie armi. Lo strumento utilizzato il Makiwara

 Esistono anche altri sistemi oltre il Makiwara. I praticanti di Karate alle volte riempiono le pentole di sabbia, e si allenano per rinforzare le proprie mani. 

 In certe palestre si utilizzano anche dei palloni pesanti, che i praticanti si lanciano in modo da allenare le dita. 

Nel Karate, nel Full Contact e nella boxe, si utilizza anche il classico sacco, che viene utilizzato per simulare il combattimento con un avversario. 

 Nel Kung fu Winch Chun, per allenarsi si utilizza uno strumento particolare: l' uomo di legno. Con questo strumento. 

 Oltre agli strumenti su citati, in tutte le arti marziali vengono utilizzati supporti e protezioni, che servono quando si ci allena in coppia. 

Per quando riguarda le protezioni, a quanto pare è stato Bruce Lee, a introdurre per la prima volta l' uso dei guantoni da boxe e di protezioni per i piedi. 

E' possibile allenarsi senza questi strumenti? Sicuramente utilizzarli è molto utile. Quanto ti alleni per esempio Il Karate salva la vita. 

Ripetiamolo ancora una volta: per formalizzare il suo originale modo di intendere e vivere il Kung Fu, e per tramandare questi nuovi valori e masse di proseliti egli sarebbe stato costretto ad istituire una tradizione. Probabilmente il kata, che lui non considerava importante, prima o poi lo avrebbe inserito nell' insegnamento del Jeet Kune Do.

domenica 28 luglio 2013

Quello che so sul Karate. I Ninja.



Otto anni fa ho cominciato a studiare arti marziali. In particolare lo stile di kung fu Wing Chun. Poi ho letto il libro di Jeet Kune Do di Bruce Lee, è nato in me il desiderio di studiarne altre.

 Ho cominciato ad acquistare di Tai Chi, Ju Jitsu, Boxe, Difesa Personale, Hapkido e infine Karate. Il Karate, arte marziale che studiò a tempo perso, è l' arte marziale che mi ha incuriosito di più e mi ha creato più confusione.

 Del Karate esistono diversi stili. E' difficle comprendere quale conviene studiare. Sembra che uno stile molto completo sia il Karate Wado Ryu.

 Nello stile di Karate Wado Ryu, vengono insegnate delle tecniche Ju Jitsu. Ed è un ottimo sistema difesa personale.

 Ho dei libri sul Karate Shotokan, sul karate di Okinawa, e sul Karate Coreano. In questi testi non sono presenti molte tecniche corpo a corpo, ma soprattutto Kata e tecniche di calcio e di pugno.

In alcuni di questi testi, si mette in rilievo la possibilità di praticare il Karate come una vera e propria via spirituale.

 Il Karate coreano è caratterizzato, rispetto a quello di Okinawa da movimenti ampi. Lo stesso discorso vale per il Karate Shotokan.

 I Ninja

 Ninja è un termine giapponese, che indica una spia del Giappone Feudale (dal 1185 al 1868). Il ninja è per definizione un esperto di tecniche militari di strategia intelligence, che prendono il nome di ninjutsu.

 Le fonti storiografiche e di intelligence, riferiscono che il termine ninja si è diffuso significativamente solo dopo gli anni cinquanta, a partire dalla popolarizzazione – principalmente attraverso manga e trasmissioni televisive. -

 Il ninja per definizione è l' esperto nelle tecniche militari di strategia, e intelligence che prendono il nome di ninjutsu.

sabato 27 luglio 2013

Makiwara. E lo Shorinji Kempo.



La pratica col Makiwara è l' anima del Karate e non dovrebbe venire tralasciata non dovrebbe per un giorno.

Attraverso il Makiwara è possibile rafforzare le parti del corpo impiegate negli attacchi e nelle parate, ma anche nell' aiutare a comprendere il modo corretto per concentrare l' energia del corpo nel pugno. Attraverso questo strumento è possibile sviluppare anche il senso della distanza.

 L' elasticità del legno è la caratteristica del Makiwara. Si utilizza il cipresso giapponese, il migliore per questo uso, anche il cedro giapponese da buoni risultati. Ha una buona elasticità e il potere di assorbire gli urti, si utilizza la paglia come cuscino, sulla porzione di tavola, che è destinata a venire colpita. Anche la gomma o la spugna possono sostituirla.

 La pratica deve essere continua, e il rafforzamento del corpo si può raggiungere a poco a poco. I colpi non devono essere dati troppo rapidamente, altrimenti sarà causa di slogature dei polsi, oppure di escoriazioni.

Si può iniziare la pratica con trenta colpi di ciascun pugno. Si può aumentare il numero dei colpi fino a centocinquanta per pugno oppure fino a trecento. Lo Shorinji Kempo. Lo Shorinji Kempo è un' arte marziale nata in Giappone per opera del maestro Doshin. Deriva da Shaolin-quan, ma il maestro ne ha ampliate le conoscenze.

 Lo Shorinji Kempo è un' arte marziale derivata dallo Shaolin-quan, ma è stata ampliata dalle conoscenze del maestro. Lo Shorinji si basa sull' insegnamento della filosofia orientale Kongo Zen, il cui fine è il raggiungimento della saggezza e della pace interiore, e dell' arte marziale in sé per esclusiva autodifesa, costituita da circa 800 tecniche a mani nude.

Lo Shorinji Kempo ha tecniche a mani nude, ma dal secondo in poi ci sono poche tecniche con il bo o con il coltello.

E' un' arte marziale utile nella difesa da strada, poiché i movimenti non sono ampi ed è un' arte marziale molto dinamica.

venerdì 26 luglio 2013

Il combattimento nel Karate



Gichin Funakoshi, disse: - All' inizio nel Karate esisteva il kumite come parte dell' insegnamento. Sembra che nel 1940, alcuni karateka furono cacciati dal dojo, perché facevano a pugni. 

 Tra le caratteristiche del Kumite del Karate si nota che i colpi, non vengono affondati alla ricerca del knockout dell' avversario, ma vengono arrestati per motivi di incolumità. 

 Le tecniche tuttavia, devono dimostrare il loro potenziale, ed essere seguite, controllandole per non arrecare dei danni fisici evidenti. E' necessario un adeguato allenamento, ma anche un buon regolamento di gara.

 Quest' ultimo infatti prevede, un contatto addominale, non un contatto con tecniche di braccio, nessun contatto tecniche di braccio al volto e un lieve contatto con tecniche di calcio. 

 E' importante l' ausilio di protezioni, (conchiglia, paradenti, corpetto, guanti), e l' adozione di sanzioni adeguate e di opportune norme completano il regolamento nella tutela dei praticanti. 

 Il maestro Mas Oyama creò il Kyokushinkai (Full Contact Karate) e da esso, successivamente, si svilupparono molti altri stili che facevano del contatto pieno il loro punto di forza. 

 La federazione del Karate (WKF) è riconosciuta dal comitato olimpico internazionale internazionale, ed è responsabile per le competizioni di Karate. Le regole comuni sviluppate, dalla WKF governano tutti gli stili. Esistono comitati olimpici nazionali. 

 Per quanto riguarda il karate sportivo oltre alla WKF, ci sono realtà diverse che enfatizzano il combattimento; in questo competizioni si può anche vincere per K.O. 

 Da menzionare, poi, i campionati mondiali di Kyokushinkai e Ashihara; entrambi caratterizzati da un numero rilevante di atleti internazionali. 

 (Fonte: Wikipedia l' enciclopedia libera)

giovedì 25 luglio 2013

Attacco elusivo ed motivazione.



Durante l' attacco secondo Bruce Lee, bisogna cambiare in continuazione la posizione della testa. Si può anche posizionare in certi momenti la mano arretrata davanti a quella avanzata. 

Se si colpisce con un diretto è importante bilanciare il proprio corpo, prendere la mira, essere rapidi e ben coordinati. Mettere nel pugno la massima potenza. 

 Il pugno più importante è il diretto. Grazie al diretto un atleta rimane esposto per un tempo minore. 

Se l' avversario sposta la mano avanti e poi indietro, si può procedere con un buon affondo. 

Un affondo risulta ancora più efficace se l' avversario fa nello stesso tempo un passo avanti. 

 Se si considera la lotta da un punto di vista scientifico il diretto è sicuramente un pugno di importanza fondamentale. 

 Bruce Lee, sviluppò il Jeet Kune Do dopo aver studiato oltre il Kung fu, anche altre arti marziali, la scherma e la boxe. I pugni nel Jeet Kune Do sono importanti, ma anche intercettare gli attacchi dell' avversario. 

 Per quanto riguarda l' allenamento alle volte succede che uno non riesce a trovare la motivazione per allenarsi. 

 Allenarsi da soli a casa può fare bene alla salute. Può anche servire un po' per imparare un po' di difesa personale

 Il vantaggio di allenarsi da soli è che fondamentalmente potete organizzare i vostri allenamenti, scegliendo le tecniche più adatte alla vostra indole. 

 La motivazione può mancarvi per diverse ragioni: non vedete in voi dei grandi progressi, provate noia, vorreste un maestro. Avete problemi ad organizzarvi. 

Se vi annoiate veramente tanto potreste provare a cercare un amico disponibile ad allenarsi con voi. 

 La durata di un' allenamento può essere breve. Anche mezz'ora al giorno, o due, tre volte la settimana potrebbe bastare.

mercoledì 24 luglio 2013

Tre stili di Karate interessanti.



Wado-ryu, stile moderno che si basa sugli insegnamenti del maestro Hironori Otsuka, il quale fuse lo Shindo Yoshin Ryu JuJitsu con il karate di Okinawa e introdusse il moderno concetto di Kumite. Wado Ryu letteralmente significa: "La scuola della Via della Pace". Le posizioni sono molto alte e morbide, e si pone l'accento sulla velocità e la fluidità sia dei colpi che del corpo. Il Wado Ryu, ad un contrasto cruento, preferisce utilizzare schivate e taisabaki per controllare e accompagnare il colpo dell'avversario così da sbilanciarlo e lasciarlo scoperto ad una serie di contrattacchi rapidi e dirompenti. La sua caratteristica principale è inoltre il vasto bagaglio di Jujitsu per cui a tecniche di percussione si accompagnano proiezioni, leve articolari, strangolamenti e sbilanciamenti. Predilige una distanza medio-corta. 

 Shōrin-ryū, stile antico che tramanda lo Shuri-te e il Tomari-te secondo l'insegnamento dei maestri okinawensi Chōshin Chibana e Chōtoku Kyan. Da questo stile derivano le scuole moderne come lo Shotokan, lo Shito-Ryu, e il Wado-Ryu. I gruppi Shorin-ryu attualmente componenti della Federazione di Karate-do di Okinawa sono: Shorin-ryu Kyudokan (kobayashi), Shorin-ryu Matsubayashi, Ryukyu Shorin-ryu, Matsumura-seito-Shorin-ryu, Shorinji-ryu. Ognuno di questi gruppi è legato da generazioni a una famiglia okinawense di riferimento ma tutti si possono definire come Karate stile Shorin-ryu. È probabilmente lo stile maggiormente presente sull'isola di Okinawa e più legato alla tradizione insieme al Goju Ryu. Goju-Ryu, stile antico tutt'oggi praticato ad Okinawa, tende a non discostarsi dallo stile codificato in origine. Nasce dal Naha-te, il cui primo Maestro fu Kanrio Higahonna che visse per moltissimo tempo nel Fukien in Cina. A raccogliere l'eredità di Higaonna e fondare lo stile 

Goju-ryu fu il maestro Chojun Myagi. Lo stile punta alla fusione di tecniche "dure" e di tecniche "morbide". Uechi-ryu, stile antico fondato da Kanei Uechi in onore del padre Kanbun Uechi, lo uechi-ryu è forse lo stile più arcaico di karate in quanto aderente a quello che in cina si chiamava pangainoon (duro/morbido), kung-fu che il maestro sho-shi wa insegnava. La peculiarità di questo stile è il grande lavoro di condizionamento fisico che si pratica e il Kata Sanchin (che significa "tre conflitti") che è prettamente formativo: un esercizio isometrico atto a sviluppare il corpo, i muscoli e attraverso il quale si può apprendere la respirazione diaframmatica.

martedì 23 luglio 2013

Combattere con quattro Avversari non armati



Siete circondato da quattro avversari pronti ad attaccarvi. Con un balzo colpite il primo avversario al plesso solare con un calcio laterale. 

 Voltatevi e affrontate il secondo tenendo d'occhio gli altri due (non dimenticate che essi vi possono attaccare in ogni momento: punto essenziale della vostra difesa è infatti lo sfruttare il momento di indecisione generale che porta a far si che rarissimamente siate attaccati contemporaneamente da tutti gli avversari insieme). 

Come il secondo avversario tenta di colpirvi di pugno, parate con il taglio della mano e colpitelo con un calcio circolare al basso ventre; mentre questo cade a terra, voltatevi a difendervi contro il terzo che sta per colpirvi al volto. Bloccate con la mano a zampa d' orso e nello stesso istante colpitelo ai genitali con l' artiglio della tigre; spacciatelo infine con un colpo vibrato col gomito sinistro contro la tempia. 

 L' ultimo vi sferra un calcio frontale al plesso solare: parate con un movimento circolare del braccio verso l' interno e mandate la sua gamba fuori bersaglio: con un balzo spazzate la sua gamba di sostegno mandandolo a terra. Finitelo con un colpo vibrato col taglio della mano alla base del collo. 

 ( John Armestead, Kung fu di Okinawa, Edizioni Mediterranee )

lunedì 22 luglio 2013

La tradizione delle arti arti marziali. Punti deboli. Qi gong.



Nelle arti marziali esiste un elemento di imitazione, che riguarda tanto gli istruttori che gli allievi, ciò è presente in ogni uomo. Ciò è legato alle tradizioni, agli stili. Nelle arti marziali gli innovatori sono pochi. I vari insegnanti credono che lo stile che praticano è il migliore. 

Ogni stile ha dei modelli ritmici, che caratterizzano le tecniche. Per Bruce Lee, soffermarsi realmente sugli stili può significare non comprendere veramente che cos'è il vero combattimento, ciò perché il contenuto degli stili è un insieme di tecniche che portano l'atleta lontano dalla realtà del combattimento. Ciò perché il combattimento è nella realtà qualcosa di diverso, più naturale. 

Per Bruce Lee le persone che fanno arti marziali nelle maggioranza dei casi seguono degli schemi rigidi. Questo perché succede che cercano di fare qualcosa molto di simile ad un combattimento reale. Nel combattimento, quello vero, i movimenti non rispecchiano degli schemi, ma cambiano di continuo. Il combattimento è vivo. 

 Bruce Lee nel suo libro sosteneva, che in una vera situazione di rischio, non si seguono degli schemi. Quindi la loro utilità è criticabile. Per Bruce Lee esiste la libertà, dove non è presente una sorta di condizionamento meccanico. Il Qi gong per la salute. Del qi gong ho già parlato. E' una ginnastica, simile alla ginnastica morbida. 

Secondo molti questo tipo di ginnastica può aiutare le persone a diventare più longeve. Lo scopo e dare salute e longevità aiutando il risveglio e la circolazione di un' energia che chiamata qi. Il tai chi ed il qi gong fanno bene alla salute, e questo ormai appurato anche in Occidente.

domenica 21 luglio 2013

Sull' importanza dei Kata e sulla scelta dell' arte marziale da praticare.



Bruce Lee non credeva nell' importanza dei Kata, li riteneva inutili. Aveva studiato parecchie arti marziali, e aveva anche studiato la loro applicazione in situazioni di combattimento reali come le risse da strada. Era giunto alla conclusione che lo studio dei Kata non può aiutare veramente le persone in queste condizioni di combattimento reale. 

 Io studio arti marziali per conto mio, e obbiettivamente studio anche i kata, e non li ritengo del tutto inutili. Credo come altri che potrebbero anche servire a imparare qualcosa sul combattimento. Naturalmente esistono sistemi molto più efficaci. Fra i tanti vi sono proprio quelli insegnati, da Bruce Lee. Mi sembra naturale che certi maestri abbiano cercato di insegnare metodi più efficaci rispetto ai Kata per imparare a combattere. 

I maestri tradizionali però ritengono che ripetere continuamente le sequenze dei Kata serva a imparare a reagire in modo automatico ad un eventuale attacco. Io pratico i Kata perché si può studiare il karate oppure il kung fu, oltre che per imparare a difendersi, per seguire una via di sviluppo spirituale, una via del ricerca del sé. C' è anche chi dice che se Bruce Lee, avesse vissuto più a lungo avrebbe introdotto nel suo stile di Kung fu qualcosa di molto simile ai Kata. 

 Io penso che è possibile, però nel suo libro Jeet Kune Do, Bruce non parla dei Kata, ma parla effettivamente, di tecniche, di vere tecniche da combattimento e di sistemi di allenamento un po' diversi, basati sulla libera espressione in combattimento. Riguardo invece a quale arte marziale o corso scegliere come ci si deve muovere. Dipende anche da quelle che sono le vostre aspettative. 

 Se siete più indirizzati alla difesa personale potreste provare a praticare il kung fu oppure il Jeet Kune Do. Anche il Ju Jitsu è un bel sistema di difesa personale. Ed è composto da tante tecniche. Oggi non viene più insegnato quello antico, ma degli stili più moderni.

venerdì 19 luglio 2013

La distruzione del tempio Shaolin



Con la distruzione del tempio Shaolin inizia la fase del volgarizzamento del Kung Fu. Nacquero proprio in questo periodo (diciottesimo secolo) le altre principali scuole di boxe cinese. Le due principali sono quelle della mantide e quella della gru. La scuola della mantide, o tong long, è una scuola tipicamente di difesa e si basa tutta su una guardia a gomiti incrociati che rende estremamente difficile ogni attacco a media o alta portata. La scuola della gru, o bak hok pal, invece si basa unicamente su spettacolari calci alti che tendono ad imitare lo sbattere delle ali di una vera gru. 

 Contemporaneamente a queste due scuole, per opera di un asceta buddhista nacque l' ultima scuola cinese di Kung Fu, la scuola Wing Chun, basata unicamente sull' agilità e l' uso appropriato dei pugni. Proprio in questa scuola dovevano formarsi i famosi boxers che diedero luogo alla rivolta del 1898. Il Kung Fu di Okinawa nacque nello stesso periodo come risultante delle scuole dure cinesi e del Kempo Giapponese. 

 Da questa fusione risultò uno stile solido e potente, basato su un grande numero di tecniche di mano e una serie più limitata di parate, imparentate da vicino con le tecniche analoghe delle scuole cinesi derivate da Shaolin. Il sorgere in questi ultimi anni del Jeet Kune Do, o arte di bloccare il pugno, lo stile di Kung Fu creato da Bruce Lee, è la dimostrazione pratica della vitalità di questa arte marziale che, al di là dei secoli, le situazioni e i principi filosofici che la generarono continua ancora oggi ad affascinare quanti vi si accostano. 

(Fonte: John Armstead, Kung Fu di Okinawa vol. 1, Edizioni Mediterranee)

giovedì 18 luglio 2013

Il nobile Chueh Yuan



Fu all' inizio del diciassettesimo secolo, sotto la dinastia Ming, che per opera di Chueh Yuan, si ebbe un fondamentale progresso. Chueh Yuan era un nobile che, ritiratosi in meditazione nel tempio di Shaolin, aveva messo a frutto la sua esperienza nelle varie tecniche di combattimento a mani nude o con le spade portando a 72 posizioni i 18 esercizi base di Ta Mo. Non essendo però ancora soddisfatto si era messo in viaggio alla ricerca di maestri che lo potessero aiutare nel suo sforzo di rinnovamento. Fu così che si imbatté per caso in un anziano maestro di Kung Fu, Li Chieng, che da solo fronteggiava parecchi avversari avendone ragione. 

Meravigliato, Chueh, volle conoscere quell' uomo che, a sua volta, lo presentò ad un altro accreditato maestro. Pai Yu Feng. Tornati insieme a Shaolin, i tre uomini codificarono un sistema di 170 movimenti contenuti in cinque stili ben distinti: la tigre, il dragone, la gru, il leopardo e il serpente. Ciascuno di questi stili aveva lo scopo di esaltare una delle essenze che animano ogni uomo. La scuola della Tigre rinforzava enormemente gli arti, quella del Leopardo conferiva potenza a tutto il corpo, quella del Dragone permetteva la risonanza tra spirito e corpo, quella della Gru sviluppava l' agilità e l' equilibrio, mentre quella del Serpente favoriva il realizzarsi del ch' i.

 L'invasione Manchu portò alla caduta dei Ming e allo stabilirsi della dinastia Ch'ing (1662). Questo fece si che gruppi di simpatizzanti, fedeli alla vecchia dinastia, si riunissero a formare società segrete che trovavano spesso rifugio nei tempi buddhisti. Proprio per l' atteggiamento lealista dei monaci si giunse infine alla distruzione del tempio di Shaolin per opera dell' imperatore K'ang Hsi.

 (Fonte: John Armstead, Kung fu di Okinawa vol. 1, edizioni mediterranee)

mercoledì 17 luglio 2013

Una figura importante per il kung fu. Chan San Feng.



A distanza di nemmeno un secolo un devoto discepolo di Confucio, Chan San Feng, sviluppò un suo sistema di combattimento che avrebbe poi dato vita al moderno T' ai chi Chuan, la più importante tra le scuole morbide di Kung fu. Si dice che Chan restasse affascinato di fronte al combattimento tra un serpente e una gru: nonostante la gru attaccasse da tutte le posizioni, il serpente, con rapidi movimenti, riusciva sempre ad evitare gli attacchi, fino a prevalere alla fine. Impressionato, vivamente, Chan, basandosi sull' osservazione dei movimenti dei due animali, creò un arte di combattimento più morbida chiamata nei-chia, o sistema interno, in cui venivano completamente modificate le potenti forme della scuola esterna di Shaolin. 

Nel tempio della Nuvola Bianca, tra le montagne ad ovest di Pechino, si formò così una scuola di arti marziali in cui il nei-chia era alternato con tutta una serie di esercizi preparatori detti ch' i kung. Con la nascita del nei-chia si profilava la futura frattura tra le due grandi concezioni riguardo al Kung Fu, rappresentate dalle due scuole principali: la Scuola esterna dura e la Scuola interna morbida. L' una risentiva dell' insegnamento zen di Ta Mo a Shaolin e affermava uno stile morbido e potente. L' altra risentiva dell' influsso taoista ed affermava principi più vicini a quelli proposti dai Giapponesi col concetto di Ju (cedevolezza) 

 Col passare del tempo, il disordine interno, con il conseguente rifugiarsi di popolazione civile nei monasteri, fece si che per la prima volta elementi estranei all' ambiente religioso si potessero avvicinare alle scuole di arti marziali. In questi fatti si profilava il futuro sviluppo del Kung Fu che, pur svuotandosi progressivamente delle implicazioni filosofiche, trovando una più vasta base di praticanti, doveva raggiungere dimensioni ancora più significative. 

 (Fonte: John Armstead, Kung fu di Okinawa vol. 1, Edizioni Mediterranee)

martedì 16 luglio 2013

Storia del Kung fu. Prima parte.



Le origini del Kung Fu sono estremamente incerte e si perdono nella leggenda. Il primo esempio di combattimento senza armi è da riferirsi all' imperatore giallo Huang Ti, vissuto intorno al 2600 a. C. Le cronache raccontano di un mitico combattimento sostenuto da Hung Ti contro un demone cornuto Ch'ih Yu che risultò alla fine sconfitto. Da questa leggendaria impresa derivò allora una specie di commemorazione festiva a sfondo religioso in cui i partecipanti venivano divisi in due schiere. Da una parte si ponevano coloro che impersonavano Ch'ih Yu; dall' altra si disponevano coloro che, senza fare ricorso a nessuna arma, dovevano difendersi. 

I componenti della prima schiera indossavano infatti elmi provvisti di lunghe corna con le quali dovevano tentare di infilzare gli altri. Costoro svilupparono così una rudimentale forma di autodifesa, basata soprattutto sulla efficacia delle parate. Sempre sotto Huang Ti cominciarono ad essere diffusi dei codici di esercizi nati sotto l' egidia dell' esperienza medica: scopo di questi, infatti era il rafforzamento del corpo attraverso particolari tecniche respiratorie. Il nome di queste serie di esercizi era Cong Fu. Sotto la dinastia Chou (1100-250 a.C.) continuò a fiorire una rudimentale forma di combattimento senza' armi di cui si da notizia in alcuni testi dell' epoca. 

La stessa predicazione di Kung Fu Tse (Confucio) e di Lao Tzu, autore del Tao Te King, appare come una premessa teorica a quelle scuole di arte del combattimento che si svilupperanno in seguito. Importanza notevole ebbe anche il codice di esercizi per lo sviluppo del ch'i (potere interno) e dell' i (dominio mentale) creato dal medico Hua To (190-265). Questi esercizi si ispiravano a cinque animali personificanti le varie possibilità fisiche dell' uomo: l' orso, la gru, il cervo, la scimmia, la tigre. Ma il primo stile moderno di Kung Fu nacque sotto il periodo dei tre regni (220-280) per opera di Kwoon Yee. Questo stile venne detto della mano lunga e si basava sul principio dell' attacco a distanza. Continua... 

 (Fonte: Kung fu di Okinawa, edizioni mediterranee, autore: John Armstead)

La storia del Kung fu. Parte seconda.



Solo con l' arrivo di Ta Mo nel sud della Cina (520 circa) si può datare la nascita del Kung fu propriamente detto. Su Ta Mo, conosciuto anche come Bodhidharma, il confine tra storia e leggenda si fa estremamente indistinto. Si narra che fosse figlio di un re indiano, Suganha, e che avesse ricevuto un istruzione marziale per opera di un grande maestro, Prajnatra. Ta Mo era venuto in Cina per diffondere la sua concezione del buddhismo, ma non era stato ascoltato dall' imperatore Liang Wu Ti presso il quale si era recato a predicare. 

Espulso da questo, si era rifugiato con alcuni seguaci nel monastero di Shaolin, nella provincia di Honan. Cominciò qui il suo insegnamento, basato su estenuanti esercizi di meditazione che richiedevano una totale dedizione psicofisica da parte dei novizi. Accadeva però che questi, sfiniti dalla stanchezza, cadessero spesso addormentati nel corso delle meditazioni. Per rimediare a ciò Ta Mo preparò una serie di 18 esercizi di disciplina fisica attraverso i quali fortificare i novizi nel corpo e nell' anima. 

Da questi esercizi trassero origine alcune delle forme base della boxe cinese. Altre notizie sul Kung Fu, si hanno verso la fine del decimo secolo per opera dell' imperatore Tai Tzu, imperatore Sung, il quale codificò una serie di 32 posizioni di combattimento dalla lunga distanza dette ch' ang ch' uan. Ma fu ad opera di un generale dell' esercito imperiale che nacque una delle scuole principali di Kung Fu. Questo metodo di combattimento si basava sulla potenza dei pugni che venivano sferrati, secondo traiettorie rettilinee. Quest' arte sopravvive a tutt' oggi col nome di Hsing i. 

 (Fonte: Kung fu di Okinawa, Edizioni Mediterranee, autore: John Armstead)

domenica 14 luglio 2013

Le cinture nel Karate e nelle altre arti marziali.



Nel Karate, così come nelle arti marziali, esiste la l' avanzamento per gradi. Questi gradi vengono rappresentati tramite cinture di diversi colori. 

 I colori delle cinture da un punto di vista della progressione per gradi non sono gli stessi in tutte le arti marziali. Possono cambiare. 

 La cintura nel karate è un riferimento che indica l'abilità, attestata dal superamento di appositi esami, nella pratica della disciplina di chi la indossa. 

 Nel 1924, Gichin Funakoshi, fondatore del Karate Shotokan, adottò il sistema dei dan dal fondantore dello judo, Jigoro Kano. 

 Egli usò un sistema di gradi con un set limitato di colori di cintura. Anche gli altri insegnanti di Okinawa adottarono questa pratica. Tuttavia il sistema di gradazione delle cinture può variare a seconda dello stile. 

Nel sistema kyū/dan i gradi per principianti cominciano con un kyū numerato in maniera crescente,(ad esempio 9 kyū) ed avanza in maniera decrescente fino al kyū di numero più basso. Il dan inizia col 1 dan (Shodan) sino a giungere ai dan di grado più elevati. I gradi sono assegnati come una cintura di colore o mudansha (uni senza dan). 

 I karateka con grado di dan sono assegnati come yudansha (possessori del rango di dan). Il yudansha porta tipicamente una cintura nera. I requisiti dei ranghi differiscono fra stili, organizzazioni e scuole. La minima età e il tempo nei gradi sono fattori promozione importanti. 

 L'esame consiste nel dimostrare le tecniche di fronte ad una commissione di esaminatori. Questa varia da scuola a scuola, ma l'esame può includere tutto ciò che si è imparato fino a quel punto oppure nozioni nuove. La dimostrazione è una domanda per grado nuovo (shinsa) e può includere: kata, bunkai, l'autodifesa, routine, tameshiwari (rompendo), e/o kumite (combattimento). L'esame di cintura nera può includere anche una parte scritta. 

I colori delle cinture sono sette, corrispondenti a diversi livelli di kyū e dan. Livelli di kyū: 

 cintura bianca, cintura gialla, cintura arancione, cintura verde, cintura blu, cintura marrone, cintura nera. 

(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)

sabato 13 luglio 2013

Il rapporto fra il Karate, il Kung fu e la filosofia buddista.



Esiste un rapporto fra il Karate, il Kung fu ed il buddismo. In particolar modo con il buddismo zen. Questo avveniva già alle origini in Cina quando il Kung fu veniva insegnato nel monastero Shaolin. 

 Ma questo legame è andato avanti nel tempo fino ad i nostri giorni. Quanto conta questo legame per un normale praticante di arti marziali

 Dipende. Ci sono praticanti di arti marziali che considerano solo il lato sportivo, altri che sono interessanti a quello della difesa personale, di solito credo che un po' tutti attraverso le spiegazioni dei maestri acquisiscono un certo tipo di comprensione del buddismo zen. 

 E' importante infatti ricordare che nelle arti marziali si da un grande valore alla concentrazione. Questa stessa importanza le viene data nel buddismo zen. Quindi questo è un elemento che accomuna in modo imprescindibile le arti marziali e la filosofia

 Ci sono maestri di arti marziali orientali che hanno dato un grande valore alla parte spirituale della loro arte. Certi hanno cercato di fondere lo studio delle arti marziali con lo studio del buddismo zen. Hanno praticamente cercato di creare in questo modo una sorta di via che un uomo può percorrere per tutta la vita. 

Alcuni di questi maestri, spesso i più grandi, hanno anche avuto delle vere e proprie crisi mistiche. Sono stati in effetti delle persone piuttosto religiose. 

 Se studiate da soli a casa il Karate od il Kung fu vi conviene studiare un po' di filosofia zen? Se siete persone curiose potete anche farlo, non è comunque indispensabile.

venerdì 12 luglio 2013

Le posizioni di difesa nel metodo di difesa personale Kawaishi.



Le posizioni di difesa non costituiscono di per sé un insieme definito come ad esempio nella boxe o nella scherma. 

 E' piuttosto una maniera di porsi, un insieme di attitudini che devono sgorgare naturalmente e permettere, il più rapidamente possibile, di ruotare, indietreggiare, avanzare per schivare l' attacco o bloccarlo, oppure precederlo e contrattaccarlo

 Il principio di base della difesa personale si basa sulla sequenza: 

1. Atemi 

2. Difesa e contrattacco 

3. Atemi 

 Il primo Atemi è un colpo d' arresto dato con lo scopo di ottenere un' apertura, un' opportunità per eseguire il contrattacco (leva, strangolamento, o proiezione), mentre sarà il secondo Atemi a permettere di concludere l' azione. 

 Con la pratica delle diverse posizioni di difesa vi verrà spontaneo assumerle non appena percepirete la possibilità di essere attaccati. Così come nel Judo sarà l' esecuzione di un Kata a rivelare il vostro grado di preparazione, conoscenza e assimilazione di movimenti prefissi, nella Difesa personale sarà la precisione più o meno marcata nell' assumere l'attitudine adatta a segnalare la vostra capacità d' insieme. 

 Ora per chi non lo conosce ecco una breve presentazione di Mikinosuke Kawaishi. Innanzitutto è bene dire che è considerato uno dei padri del Judo europeo. 

 Giunto in Francia negli anni trenta, definì in seguito un suo originale metodo di Judo, che prese il nome di Metodo Kawaishi, e che negli anni cinquanta e sessanta influenzò notevolmente il Judo francese. 

(Fonte: Mikinosuke Kawaishi, Il mio metodo di difesa personale, Edizione La Comune)

giovedì 11 luglio 2013

Quali qualità psicofisiche devono avere i praticanti di Kick Boxing?



Una qualità fisica molto importante che permette di effettuare sforzi per un tempo lungo è la resistenza aerobica

 Si possono sostenere gli sforzi quando il processo di produzione dell' energia indispensabile per il corretto funzionamento dei muscoli si concretizza tramite la diminuzione del materiale energetico che si trova nell' organismo ad opera dell' ossigeno respirato

 A favorire il grado soggettivo di resistenza aerobica concorrono l' apparato respiratorio, l' efficienza dell' apparato cardio circolatorio, e il sangue, che irrora e ristora i tessuti. 

 Quando l' energia ottenuta per mezzo di questo processo non è più sufficiente, subentra la resistenza anaerobica, in assenza di ossigeno, l' energia indispensabile viene ottenuta per mezzo della scissione diretta del glicogeno

 Oltre all' energia che si sviluppa per permettere lo sforzo muscolare, il processo genera acido lattico, che quando è presente nei muscoli, e nel sangue, provoca una diminuizione considerevole della capacità di lavoro. 

 E' indispensabile un lavoro continuo, utile alla capillarizzazione, ed un allenamento ad intervalli, che favorisce la capacità funzionale del cuore. 

 Anche lo sparring condizionato, una tipologia di lavoro che si esegue sul Ring, non molto intenso, ma continuo e di lunga durata, può rivelarsi molto valido. 

 Per quanto riguarda invece la resistenza anaerobica, i ritmi di lavoro necessari sono elevati. Gli sforzi devono essere intensi. 

 Gli atleti di Kick Boxing, spesso rispetto ad atleti di altre arti marziali, hanno fisici più robusti, questo succede perché in questo sport si da molta importanza al potenziamento fisico, anche con i pesi in palestra, l' allenamento al sacco ecc... 

 (Fonte: Full Contact, Edizioni Mediterranee, autori: Giorgio Perreca e Daniele Malori)

mercoledì 10 luglio 2013

Kung fu Shaolin e Jeet Kune Do. Differenze.



Nello scorso post ho parlato del Kung fu Shaolin. E' forse lo stile di Kung fu, più famoso, lo si potrebbe benissimo definire leggendario. 

 Il nome deriva come ho già detto dal monastero dove questa forma di Kung fu veniva insegnata. In molti vi si recavano per impararlo.

 E' considerato l' antenato di tanti stili moderni di Kung fu. La parola antenato non sta a significare che questa forma di kung fu fosse meno efficace. 

 Ricordo una vecchia serie televisiva di tanti anni fa, che parlava di un monaco che proveniva dal monastero Shaolin, ed era stato accusato ingiustamente di omicidio. Era una serie interessante, sembra che inizialmente anche Bruce Lee si fosse proposto per essere protagonista della serie. Ma non era stato scelto. 

 Come ho già spiegato i monaci Shaolin ancora oggi si sottopongono ad esercizi duri e morbidi, per sviluppare la forza esterna e le qualità interne. 

 Quali differenze ci sono fra il Kung fu Shaolin ed il Jeet Kune Do? Si possono paragonare questi due stili di Kung fu? Quale dei due è più efficace? 

 Innanzitutto è bene ricordare che il Jeet Kune Do è uno stile moderno di Kung fu creato da Bruce Lee, che con la sua grande esperienza aveva compreso i limiti delle arti marziali tradizionali, comprese quelle cinesi da lui studiate in gioventù. 

 Sicuramente il Jeet Kune Do, dal punto di vista del contenuto è stato liberato da tutto ciò che Bruce Lee riteneva inutile, ovvero i Kata e le tecniche non efficaci nel caso di combattimento reale. Aveva anche eliminato le tecniche che si potevano ritorcere contro chi le metteva in opera. 

 Anche in questo caso però bisogna ricordare ciò che ho detto in altri post. Tutto dipende dall' atleta. Un monaco Shaolin, se è di quelli che hanno praticato una vita, magari è un atleta eccezionale. Un esperto di Jeet Kune Do invece, potrebbe essere anche potenzialmente una schiappa, se non ha studiato veramente come si deve.

martedì 9 luglio 2013

L' importanza di Shaolin per lo sviluppo del Kung fu.



E' fuor di dubbio che il luogo che ha influenzato di più lo sviluppo delle arti marziali cinesi è stato Shaolin. Esiste infatti un detto cinese che sostiene che Shaolin è il padre di tutti gli stili di Kung fu

 A causa del suo isolamento geografico, il monastero Shaolin ha sempre attratto gli uomini d' armi: vi potevano trovare rifugio, e scambiarvi conoscenze ed esperienze in campo marziale. 

 Poiché la fede spirituale di Shaolin non condannava la pratica del combattimento, considerandolo invece uno strumento di crescita spirituale, molti esperti di Kung fu, prendevano i voti, per riscattarsi di una vita dedicata alla violenza. Così non erano costretti ad abbandonare il proprio sapere. 

 Così il kung fu all' interno del monastero Shaolin si evolse così tanto, da diventare una fonte di preoccupazione per gli imperatori Qing, che decisero alla fine di distruggere il monastero. 

 I monaci privati della propria casa cominciarono ad insegnare alla gente comune. Così il kung fu divenne ancora più diffuso. 

 Il Kung fu praticato oggi nel monastero Shaolin, ha molto poco in comune con le tecniche che venivano praticate tanto tempo fa, ed è anche diverso da quello praticato in altre scuole di Shaolin. 

 I movimenti nel kung fu Shaolin tradizionale sono semplici e lineari. Le forme sono molte, così pure gli esercizi, divisi in duri e morbidi. 

 Gli esercizi duri servono ad indurire il corpo esternamente. Sembra che siano veramente ardui, al punto da apparire masochistici, ma servono a dare coraggio ai praticanti. Richiedono dedizione e forza di volontà. 

 Gli esericizi morbidi sono meno impegnativi, ma lo stesso difficili, perché si basano sulla respirazione interiore

 (Fonte: Esercizi di Kung Fu Wushu, autore: Antonello Casarella, Editore De Vecchi)

lunedì 8 luglio 2013

Jeet Kune Do. Cosa farei se fossi più giovane e avessi più tempo.



Sicuramente il mio rapporto con lo studio del Jeet Kune Do sarebbe stato diverso se fossi stato più giovane e avessi avuto più tempo libero .

 Io non studio presso una scuola, ma per conto mio, questo comporta delle differenze di studio rispetto a chi ha un maestro, non indifferenti. 

 Dopo aver letto il libro di Bruce Lee, pur continuando ad allenarmi nel Kung fu Wing Chun ho cominciato a studiare anche altre marziali. 

 Il mio approccio nello studio del Jeet Kune Do è stato quindi un approccio, legato alla ricerca. Lo studio di diverse arti marziali

 Se fossi stato più giovane e avessi avuto il tempo libero non avrei cominciato a studiare però da solo. Avrei frequentato delle palestre. 

 Forse avrei cominciato con lo studio del Karate, studiando per anni per prendere una cintura nera, poi magari avrei fatto quattro cinque anni di Ju Jitsu, ed altrettanti di Aikido. 

 Per una questione di gusto personale, penso che se avessi potuto cominciare fin da piccolo nello studio mi sarei interessato soprattutto di arti marziali giapponesi. 

 Naturalmente avrei frequentato anche dei corsi di Jeet Kune Do, possibilmente cercando un maestro veramente qualificato. 

 Avrei fatto quindi sicuramente delle scelte differenti. In realtà ho cominciato a studiare da grande e per conto mio e questo mi ha portato ad un metodo di studio molto più dilettantistico.

domenica 7 luglio 2013

Il Kendo. La storia, l'equipaggiamento.



Il kendo è un'arte marziale giapponese, evolutasi dalle tecniche di combattimento con la katana anticamente utilizzate dai samurai nel kenjutsu. Kendō significa letteralmente La via della spada.


Storia

 Kendo, Il cammino della spada, esprime l'essenza delle arti di combattimento giapponesi. Dal suo primo governo, durante il periodo Kamakura (1185-1233), l'utilizzo della spada, insieme all'equitazione e il tiro con l'arco, sono stati tra i maggiori interessi nella preparazione militare dei diversi clan che si contendevano il territorio. Il kendo si sviluppò sotto una forte influenza del buddismo zen, per cui il samurai sentiva l'indifferenza della propria vita nel bel mezzo della battaglia, la quale era considerata necessaria per la vittoria nei combattimenti individuali (si veda il concetto buddista della realtà illusoria della vita e della morte). A partire da quei tempi molti guerrieri sono stati rappresentati nella pratica del kendo, gli stessi che costituirono le prime scuole tra cui Itto-Ryu (scuola della spada unica) e il Muto (scuola senza spada).

 Oggi al posto delle katane si usano delle spade di legno i bokken per i kata mentre per gli esercizi comuni si usa lo shinai (composto di quattro stecche di bambù) e si indossa una robusta armatura (bogu). Concetti come il Mushin o mente vuota sono diffusi dal buddismo zen e sono l'essenza del kendo. Fudoshin o mente impassibile sono concetti attribuiti al dio Fudo Myo-Ō (Acala), uno dei cinque re della luce nel buddismo shingon. Nel 1920, la Dai Nippon Butoku Kai l'organizzazione promotrice della fondazione giapponese di arti marziali ne ha cambiato nome da gekiken (spada che colpisce) in kendo.


Equipaggiamento

 Lo shinai è una rappresentazione della vera spada giapponese (katana) ed è formato da quattro stecche di bamboo tenute insieme da parti in pelle. Si utilizza anche una variante moderna dello shinai realizzata in fibra di carbonio rinforzata da strati di resina. Nella pratica dei kata si utilizza anche una spada di legno massiccio, in giapponese bokutō spesso chiamato bokken dagli occidentali.

I colpi sono portati sia con il lato (la lama) che con la punta dello shinai o del bokutō. L'armatura (bōgu) protegge specifiche parti del corpo che fanno d bersaglio ai vari colpi: la testa, i polsi ed i fianchi. La testa è protetta da un elmo stilizzato chiamato men, con una griglia metallica detta men-gane a protezione della faccia, una parte di spessi strati di pelle e tessuto a protezione della gola (tsuki-dare) e dei lembi di tessuto imbottito a protezione delle spalle e di parte del collo (men-dare ). Gli avambracci, i polsi e le mani sono protetti da guanti di tessuto imbattivo chiamati kote ).

Il torso è protetto da un corpetto chiamato dō mentre il punto vita e la zona inguinale sono protetti dal tare , costituito da dei lembi di tessuto posti in verticale. La parte centrale del tare è generalmente coperta da una sorta di etichetta, in giapponese zekken o nafuda, che riporta il nome del praticante ed il Dojo (o la Nazione) a cui appartiene. Il tare non rappresenta un possibile bersaglio ma è solamente una protezione da colpi accidentali ed errati.


Vestiario

 L'abbigliamento indossato sotto il bōgu comprende una giacca chiamata kendogi - o keikogi - e l'hakama, una sorta di ampia gonna-pantalone.

 Un asciugamano di coteno detto tenugui viene avvolto intorno alle testa, sotto il men, per assorbire il sudore e fare in modo che il men venga calzato comodamente.

 (Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)

sabato 6 luglio 2013

Karate. Come controllare l' esecuzione delle posizioni.



Natiche protese all' indietro verso l'esterno. 

 Mentre il baricentro dovrebbe trovarsi in posizione bassa, lasciar protendere all' indietro le natiche può far inclinare il dorso in avanti e perdere l' equilibrio

 Eccessiva preoccupazione per la forma 

 Se si è ossessionati dalla preoccupazione di avere una buona forma sarà impossibile realizzare effettivamente una buona posizione. Preoccuparsi piuttosto di tendere bene i muscoli interni delle cosce. Anche fuori posizione

 Caviglie eccessivamente rilassate. 

 Anche se flesse, le caviglie devono essere ben ferme, altrimenti la posizione risulterà debole

 Talloni fluttuanti. 

 Se i talloni non aderiscono completamente al suolo, la posizione risulterà debole ed instabile. 

 Ginocchi e punte dei piedi non allineati tra loro. 

 Il ginocchio e la punta del piede della stessa gamba devono puntare sempre nella stessa direzione, altrimenti si perderà l' equilibrio.

venerdì 5 luglio 2013

Cenni sull' attacco e sull' uso del sacco.



Il sacco sostituisce l' avversario, dobbiamo stargli di fronte, distendere il braccio, avvicinandoci o allontanandoci, fin quando pugno e sacco non entrano in contatto. 

 Non bisogna avventarsi sul sacco cercando di colpirlo con tutta la propria forza, facendolo oscillare da una parte e dall' altra con un solo colpo. Se il colpo viene dato bene anzi, il sacco deve muoversi appena. 

 E' importante quindi misurare la distanza dal sacco, assumere la posizione di guardia, colpire con il diretto sinistro, rientrare in posizione di guardia. 

 L' attacco nel Jeet Kune Do. 

 Nel suo libro Bruce Lee affronta molte questioni legate al combattimento. E' un libro abbastanza completo da questo punto di vista. 

 Bruce Lee riteneva che quando si attacca con un diretto, è molto importante cambiare di continuo la posizione della testa. In certi momenti si può anche spostare la mano arretrata innanzi a quella avanzata in modo da disorientare l' avversario. 

 Nel momento in cui si colpisce con un diretto ci sono dei fattori importanti: bilanciare il proprio corpo, prendere la mira, avere una buona coordinazione ed essere rapidi, sforzarsi di mettere nel pugno la massima potenza

 Il pugno più importante in tutti gli sport da combattimento è il diretto. Questo è il pugno che mantiene l' atleta esposto per un tempo minore. 

 Quando l' avversario è confuso, un affondo di tipo diretto può rivelarsi molto efficace. E diventa ancora più efficace se l' avversario fa un passo avanti. Si può concludere questo post ricordando che il diretto è un pugno di importanza fondamentale, se si considera la lotta da un punto di vista scientifico.

giovedì 4 luglio 2013

Qualche consiglio per ottenere risultati allenandosi da soli.



Come ho già detto tante volte ci si può allenare anche da soli a casa. Io lo faccio ormai da tanti anni. Non si può però avere la pretesa di raggiungere i risultati di chi pratica da tanto tempo con un maestro

Fondamentalmente si può imparare un po' di difesa personale. E' anche possibile fare entro un certo limite dei progressi ed ora proverò a spiegare quali sono secondo me le linee fondamentali lungo le quali bisogna muoversi. 

 Innanzi tutto vi ricordo che tutti i buoni atleti hanno un buon fisico. E per avere un buon fisico devi lavorarci sopra. Questo significa allenarsi con la corda, con i pesi, fare ginnastica ecc... 

 Se vi è possibile iscrivetevi in palestra. Una buona palestra da frequentare regolarmente può di certo aiutarvi a sviluppare un buon fisico. Non dovete mettere su una massa poderosa ed arrivare a pesare novanta, cento chili. 

 Dovete trovare il giusto equilibrio, e solo voi potete stabilire qual'è quello corretto. Secondo me raggiungere il peso forma, in muscoli netti, con poco grasso, o superarlo di cinque, dieci chili è sufficiente. E' una mia opinione ad ogni modo. 

 Se non potete allenarvi in palestra comprate dei pesi, da uno, due, tre chili, fino a sette, otto chili. Se potete procuratevi una panchetta, o una panca con bilanciere. Esistono anche degli attrezzi per casa multifunzione, che potrebbero interessare chi vuole farsi una piccola palestra personale. 

 Se avete una cyclette, utilizzatela. Oppure fate un po' di corsa. Non esagerate però. Anche il Qi Gong è una ginnastica che potrebbe aiutarvi.

mercoledì 3 luglio 2013

Il confronto fra il Jeet Kune Do ed altre arti marziali.



Si può fare un confronto fra il Jeet Kune Do ed altre arti marziali? Si può dimostrare la sua maggiore efficacia come sistema di difesa personale? 

 Io ritengo che non sia una questione tanto semplice. Innanzi tutto, bisogna considerare che ci sono atleti più forti e dotati di maggiore talento e atleti meno forti. Quindi non si può escludere il punto di vista soggettivo. Puoi essere anche bravo nel Jeet Kune Do, ma se pesi cinquanta chili e ti trovi davanti un pugile che ne pesa cento, non credo che tu abbia tutte queste possibilità. 

 Fatta questa premessa ci si può chiedere se il sistema di insegnamento sia più efficace rispetto a quello di altre arti marziali

 Qui entra in gioco un altro elemento importante. La bravura e la competenza del maestro. Non tutti i maestri sono bravi, certi sanno trasmettere molto bene i loro insegnamenti, altri sono meno dotati di talento da questo punto di vista. 

 Avere studiato presso un maestro competente e di valore ha molta importanza. Potete studiare anche da soli come faccio io, ma in quest' ultimo caso non potete pretendere di raggiungere grandissimi risultati. Potete imparare un po' di difesa personale

 Detto questo, è bene non dimenticare che quando Bruce Lee ha creato il Jeet Kune Do ha cercato di eliminare dal suo stile tutto ciò che riteneva inutile nelle arti marziali, in base all' esperienza che aveva maturato nel corso di tanti anni. 

 Le sue idee quindi sono valide, ma vanno inserite nel contesto filosofico da lui creato. Bruce Lee si è posto soprattutto il problema del combattimento reale, quello che si potrebbe verificare per strada, a causa dell' aggressione di un delinquente. 

 In questo senso non credo abbia molto da invidiare ad arti marziali destinate alla difesa personale come il Krav Maga ed il Ju Jitsu.

martedì 2 luglio 2013

Gli stili di arti marziali e l'invenzione di nuovi.



Esistono molti tipi diversi di arti marziali il Karate, il Kung fu, e il Judo sono solo le principali. Potremmo dividerle in un certo senso in arti marziali giapponesi, asiatiche ed occidentali. 

 Il kung fu poi, così come il Karate sono divisi in diversi stili. Lo stesso vale per il Ju Jitsu, una delle arti marziali più antiche. 

 Da quando gestisco questo blog, ho scoperto fra l' altro che molti maestri di arti marziali hanno creato uno stile tutto loro. In un certo qual modo Bruce Lee è stato solo uno dei tanti maestri che hanno fatto questa scelta. 

 E' abbastanza evidenti che il numero degli stili di arti marziali è destinato ad aumentare col passare dei tempi. Come si fa allora a scegliere?

 La domanda è intelligente ed effettivamente è facile rimanere confusi o scegliere per caso. Ad esempio io ho scelto di studiare da un libro il kung fu Wing Chun, solo per una casualità. 

 E se uno volesse scegliere intelligentemente cosa dovrebbe fare? Chiedete ai vostri conoscenti, che magari hanno praticato qualche arte marziale e documentatevi molto su Internet.

 Se siete giovani e state bene in salute non sarà difficile scegliere, in quanto molte arti marziali sono praticabili da soggetti sia giovani che anziani, basta che non soffrano di particolari patologie

 Ultimamente io ho cominciato a studiare il tai chi, perché soffro di dolori alle articolazioni, e sto cercando di capire se può aiutarmi a stare un po' meglio. In questo caso ho scelto in base ad i miei problemi.

lunedì 1 luglio 2013

Ju Jitsu. Il metodo Goshin Jitsu



Il ju jitsu metodo Goshin Jitsu nasce in Italia negli anni 80 a cura del Maestro 8° dan Mazzoni Rinaldo. Forte dell'esperienza maturata durante i frequenti viaggi e le permanenze in Giappone presso la città di Osaka, lo studio presso diversi Dojo giapponesi di arti marziali, la collaborazione con il Maestro Mochizuki della Yosenkan Budo e il successivo studio presso affermatissime scuole russe hanno permesso lo sviluppo di questo metodo. 

 Dopo aver collaborato nel corso degli anni con diverse associazioni italiane ed estere, il maestro Mazzoni nel 2010 crea un nuovo gruppo: il Goshin Jitsu Academy. Lo scopo di questo gruppo è quello di unire sotto lo stesso nome tutti i praticanti di arti marziali che desiderano operare nello sviluppo e diffusione del metodo GOSHIN JITSU. Dal 2013 il Goshin Jitsu Academy diventa nuovo settore riconosciuto dalla UISP ADO (Area Discipline Orientali). 

 Il metodo integra le principali tre discipline studiate dal Maestro Mazzoni: il judo, il ju jitsu e l'aikido. Lo sviluppo del metodo GOSHIN JITSU è motivato dalla necessità di sviluppare un'arte marziale moderna dove la velocità delle tecniche di esecuzione, l'armonia e l'eleganza del portamento non siano più trascurate a vantaggio di tecniche sempre più elaborate e sofisticate che perdono di vista l'obiettivo primario della concretezza e dell'efficacia. Il metodo adotta una didattica basata principalmente sugli spostamenti: il tai-sabaki, il tenkan e irimi tenkan. Nell'ambito dell'insegnamento gli spostamenti avvengono in ragione di una determinata azione, solitamente di fronte ad una azione di attacco, uno spostamento corretto e studiato aiuta nella preservazione fisica e nella preparazione di una azione contraria. Lo spostamento è una fase determinante e insostituibile che determina in modo totalmente fondamentale la differenziazione dalle altre scuole

 Non avendo schemi prestabiliti, ognuno utilizza il metodo Goshin Jitsu interpretando un gesto o una tecnica a seconda della situazione, della propria fisicità o della propria disciplina. Nel metodo non c’è nessuna necessità di copiare lo stile di nessuno perché, dopo aver appreso l’esecuzione degli spostamenti, ognuno potrà cercare di raggiungere il proprio stile senza essere legato a delle tecniche rigidamente codificate, in altre parole senza copiare lo stile di nessuno. 

 (Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)