Il Tang Su Do (karate coreano), è un' arte marziale e come ogni arte o scienza è un' astrazione, una idea, un' essenza puramente mentale che dal mondo atemporale degli archetipi universali scende nel mondo del reale ( il mondo delle cose ) attraverso il ponte umano che la rende tangibile rivestendola di materia prima e di accidenti spazio-temporali.
Le arti e le scienze si espletano mediante l' uomo per divenire attuali e non restare mere astrazioni potenziali.
Da queste riflessioni si trae che è l' uomo, con le sue caratteristiche essenziali e accidentali, che determina i limiti e gli obiettivi di una data arte o scienza. Ricordiamo a tale proposito che l' uomo è misura di tutte le cose.
Si pensi, con uno sforzo di fantasia, che se l' essere umano avesse tre braccia anziché due, fra le tante altre cose alquanto inimmaginabili, anche il suo modo di lottare sarebbe totalmente diverso. Pertanto dalla sua costituzione essenziale, di come è fatto fisicamente e animicamente, si desume il suo modo di vivere: di alimentarsi, di lavorare, di socializzare, di pensare ecc...
Abbiamo già visto che arte e tecnica sono intrinsecamente unite dall' atto creativo dell' uomo. Pertanto seguendo la teoria di Spengler, si deduce che la prima arte fu l' arte marziale, in quanto la fabbricazione dell' arma, e la tecnica del suo uso, rendono libero l' uomo dalle costrizioni della natura, come ad esempio le insidie provocate da altre specie animali (bestie feroci), o da altri uomini fisicamente avvantaggiati o semplicemente più numerosi.
L' arte marziale sarà allora un mezzo con cui si affronta la sindrome criminale per evitare di venire soppressi o sopraffatti, parzialmente o totalmente.
(Fonte: Tang Su Do, Edizioni Mediterranee, autori: Roberto Daniel Villalba, Fulvio Grosso)
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