domenica 31 marzo 2013

Le arti marziali nei film e le arti marziali nella realtà.



A contribuire alla diffusione delle arti marziali in tutto il mondo è stato il cinema. In particolare certe stelle del cinema.

Tutto è cominciato con la rivoluzione lanciata da Bruce Lee con i suoi film, per poi passare ai suoi successori.

Nel cinema di Holliwood c'è però una certa passione per la violenza ed il sangue, che non fa realmente parte della tradizione delle arti marziali.

E' vero che le arti marziali sono fondamentalmente dei sistemi di combattimento, però è anche vero, e basta pensare al Karate, che servono a sviluppare l' equilibrio psico-fisico di una persona.

Certe scene di sangue, che si vedono nel cinema, non le vedrete mai in palestra. Semmai le potreste vedere in qualche combattimento da strada.

C'è stato un periodo in cui anche nella mia città, si parlava di combattimenti clandestini, legati a un giro di scommesse, in cui i lottatori esperti si confrontavano quasi all' ultimo sangue.

E' un po' quanto succede quando si parla del vero Kumite, o delle sfide fra scuole, alle volte all' ultimo sangue, che sembra ci siano state davvero – perlomeno in passato - .

Esistono poi arti marziali come l' aikido ed il Krav Maga, la cui filosofia di base è legata soprattutto all' autodifesa.

Anche nel kung fu gli stili interni come il Tai Chi, prevedono delle tecniche più morbide, meno violente rispetto agli stili esterni,

Altra cosa che distingue la realtà dal cinema, è che soprattutto ultimamente i personaggi di molti film i cui protagonisti praticano le arti marziali godono di una sorta di invulnerabilità.

sabato 30 marzo 2013

Steven Seagal e l' aikido. Una dimostrazione.



In questo video si vede Steven Seagal dare lezioni di aikido. Il video colpisce molto anche per la capacità dell' attore di affrontare più persone.

Osservandolo attentamente noterete anche la sua capacità di atterrare con facilità gli avversari dando prova di una grande maestria in quest' arte marziale.

L' aikido è un' arte marziale veramente unica. Meno violenta rispetto ad altri sistemi di combattimento, ma nonostante tutto molto efficace. Di seguito qualche informazione sulla vita di Steven Seagal.

- Steven Frederic Seagal (Lansing, 10 aprile 1952) è un attore, artista marziale e produttore cinematografico statunitense.

Fa parte del gruppo di attori (Bruce Lee, Chuck Norris, Sonny Chiba, Jean Claude Van Damme, Jackie Chan), diventati famosi grazie alle loro abilità nel campo delle arti marziali. Cintura nera 7º Dan di Aikido, è stato il primo straniero ad aprire un dojo ad Osaka in Giappone. È conosciuto in tutta l'America Latina come La Tortuga, che significa "la tartaruga" in spagnolo, per combattere in modo relativamente lento, ma molto efficiente.

Nato a Lansing nel Michigan il 10 aprile del 1952, si trasferì, all'età di 5 anni, con la sua famiglia a Fullerton in California. Sua madre Patricia (1930-2003) di origini irlandesi (anche se lui ha dichiarato di avere origini italiane da parte di madre e alcune fonti la considerano calabrese nata a San Giovanni in Fiore e di cognome Bitonti, ma lei smentì in una intervista) era un tecnico di medicina, mentre suo padre, Samuel Steven Seagal (1928-1991), era un insegnante di matematica del liceo di origine ebraica. Frequentò il Buena Liceo a Buena Park, California. Durante il periodo di studi per la sua laurea, Seagal svolse uno dei suoi primi lavori al locale Burger King.

Presumibilmente prima dei sette anni, Seagal cominciò a studiare le arti marziali sotto la direzione del karate di Shito-ryu rinomato principale Fumio Demura ed aikido sotto Rod Kobayashi, il Presidente della Federazione dello Stati Occidentali di Aikido. Si guadagnò cinture in aikido, judo e kendo e nella sua tarda adolescenza, Seagal divenne parte del Team Karate di Demura, dando dimostrazioni quotidiane nel primo Villaggio giapponese e Parco di Cervo, in California Meridionale. Fu promosso da Kobayashi-sensei a shodan in Toitsu Aikido (un fatto narrato dall'ex-moglie Miyako Fujitani nel 1974).

Seagal è anche noto come ambientalista e attivista per i diritti degli animali (è anche vegetariano dichiarato); come altri attori – tra cui Richard Gere – è un sostenitore di Tenzin Gyatso, il 14º Dalai Lama e della causa dell'indipendenza tibetana.

L'attore è stato un chiaro oppositore delle crudeltà sugli animali; tale tendenza può essere osservata in una scena nel film Giustizia a tutti i costi ed è costante nei suoi punti di vista sulla spiritualità, in accordo con la sua visione di ambientalista (come messo in mostra in Sfida tra i ghiacci ). Seagal crede nella reincarnazione.

Ha lavorato assieme alla People for the Ethical Treatment of Animals per scoraggiare l'uso delle pellicce, e ha scritto al Primo Ministro dell'India per la creazione di più leggi in favore delle vacche. Seagal lavorò efficacemente salvando cani destinati ad affogare in Taiwan.

L'attore è anche difensore degli interessi e dei diritti dei Nativi Americani (il padre di Seagal era per metà Choctaw). Ha prestato volontariamente la sua voce come narratore ad un progetto attivista: il video del lago Medicine.

(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)

venerdì 29 marzo 2013

Una dimostrazione di Jeet Kune Do



In questo video si può osservare un' altra dimostrazione di Jeet Kune Do. Rispetto alle precedenti, le tecniche non sembrano tanto derivate dal kung fu Wing Chun, ma dal Karate e dalla Boxe. Questo penso sia in parte dovuto al fatto che ogni maestro ha il suo stile.

Effettivamente nel suo libro Bruce Lee spiega, che è importante liberarsi dagli schemi fissi di uno stile particolare. Già guardando qualcuno dei suoi film si nota che con le sue idee innovative sviluppo una forma di combattimento simile nel fighting al Full Contact.

- Ogni tecnica del Jun Fan Jeet Kune Do è stata sviluppata dal suo stesso creatore: Bruce Lee. Il principio dell'economia della linea diretta e di combattimento ridotto all'essenziale, nonché gli esercizi per lo sviluppo dell'equilibrio e della sensibilità (chi-sao), vengono direttamente dal Wing Chun. La posizione, il footwork, e altre strategie di movimento del JKD vengono direttamente dalla scherma. Anche il principio di base del JKD di intercettare l'avversario, infatti, è un atteggiamento tipico della scherma. Ed è proprio questo principio che dà il nome al Jeet Kune Do.

Secondo Aldo Nadi e Julio Martinez Castello, due schermidori citati ampiamente negli scritti di Lee, l'idea centrale della scherma è poter sistemare il proprio avversario in modo da poterlo intercettare e colpirlo in un suo punto debole. Per i movimenti e la generazione massima di forza, Lee s'ispirò a pugili come Dempsey, Haislet, Driscoll. Anche costoro sono stati ampiamente citati negli scritti di Lee.

Il jab verticale del JF JKD, il corretto allineamento, il modo di colpire un corpo, la rotazione del bacino e altre tecniche ancora derivano tutte dal pugilato. Le tecniche di gamba e i colpi a mano aperta invece, vengono principalmente dagli stili di Kung fu della Cina del Nord, opportunamente modificati e aggiornati nella biomeccanica e nell'espressione di forza esplosiva.

Nonostante abbia avuto forti influenze dalla scherma e dal pugilato, mantenendo anche alcune tecniche ed esercizi provenienti dal Wing Chun e dagli altri stili cinesi, è importante precisare che il JKD non è boxe, non è scherma e non è Wing chun. Ogni singola tecnica è stata oggetto di analisi scientifiche, è stata modificata e provata in situazioni reali di combattimento.  

(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera) -

giovedì 28 marzo 2013

L' efficacia delle tecniche di Jeet Kune Do.



In questo video un maestro di Jet Kune Do mostra diverse tecniche, dando varie spiegazioni ai suoi allievi. La prima cosa che si nota è la velocità di questo maestro.

Il video somiglia un po' al precedente, questo perché le tecniche eseguite sono simili. Si tratta di tecniche che a mio parere sono state sviluppate – almeno in parte – partendo da quelle del Kung fu Wing Chun.

Ho accennato già in altri post che vivo a Catania e pratico per conto mio il kung fu Wing Chun da circa otto anni. Ho acquistato per curiosità ai tempi un manuale di Y. Jim Lee, e ho pensato di provare ad allenarmi da solo. A poco a poco è diventata una vera passione.

Oggi ho allargato lo spettro delle arti marziali che studio per conto mio, sto studiando il Karate, il Tai Chi ed altre arti marziali. Naturalmente non le studio interamente, ma solo in parte. Il kung fu Wing Chun, rimane però il mio preferito.

Tornando al video, il maestro che esegue le tecniche, dovrebbe essere americano. Probabilmente se cercate un maestro di Jeet Kune Do nella vostra città, potreste anche non trovarlo. Non sono poi così tanti i maestri, almeno rispetto alle altre arti marziali. Probabilmente ciò è dovuto al fato che si tratta di un arte marziale più recente, legata in buona parte al mito di Bruce Lee.

Nella parte finale del filmato il maestro, mostra delle tecniche eseguite con l' uomo di legno. Questo è uno strumento molto importante per l' allenamento del kung fu Wing Chun.

mercoledì 27 marzo 2013

Tecniche avanzate di Jeet Kune Do



In questo filmato potete guardare un esperto di Jeet Kune Do mentre si allena. La prima cosa che si nota sono le caratteristiche uniche di questa arte marziale durante un combattimento.

Sviluppato per il combattimento da strada lo stile di Bruce Lee presenta molte tecniche che si eseguono a distanza ravvicinata. Sono tecniche che in parte derivano dal kung fu Wing Chun.

Potete notare la velocità durante il combattimento. La forza e la potenza che si sviluppano in queste tecniche sono notevoli.

Dovete considerare che in una situazione realmente pericolosa, bisogna riuscire a sviluppare un' efficacia nel combattimento non indifferente.

Bruce Lee era piuttosto critico nei riguardi delle arti marziali tradizionali. Durante la prima parte della sua vita ad Hong Kong aveva maturato una notevole esperienza sul combattimento, perché spesso combatteva contro membri di bande di delinquenti della città.

Quando si trasferì in America, continuò ad interessarsi di situazioni di combattimento reale, e dal contatto con gli atleti degli sport di combattimento occidentale acquisì ulteriore esperienza.

Sicuramente il Jeet Kune Do, ha ereditato molti dei suoi principi dal Kung Fu Wing Chun, lo stile di kung fu che Bruce Lee imparò fin da piccolo ad Hong Kong. Il suo maestro fu Yip Man.

Bruce però studiò successivamente anche la boxe, il karate ed altri metodi di combattimento. Divenne un vero esperto, la sua biblioteca personale conteneva forse migliaia di volumi di arti marziali.

Tornando al filmato è evidente che i praticanti esperti di questa disciplina marziale sono molti forti e veloci. Dei veri atleti.

martedì 26 marzo 2013

Sull' efficacia degli stili interni di Kung fu.



Negli stili interni di Kung fu, si pone molta enfasi sullo sviluppo dell' energia interna. La domanda che ci si può porre è la seguente : sono realmente efficaci questi stili di combattimento?

Di solito sono caratterizzati da movimenti meno ampi. Se si guarda l' esecuzione di qualche forma di Tai Chi si vede subito che è una forma di meditazione in movimento.

Io lo sto imparando dai libri, quindi mi è impossibile mettere in pratica le forme di combattimento a due. Si tratta di blocchi articolari e spinte. Simili per certi versi a delle prese di Ju Jitsu.

Credo che un maestro di uno stile interno possa essere anche un abile combattente. L' impressione che ho avuto consultando vari libri, però è che gli stili esterni siano più efficaci.

lunedì 25 marzo 2013

Difesa personale. Quando è meglio non illudersi.



Esistono molti corsi di difesa personale. Sono corsi che durano di solito un certo numero di mesi. C'è chi frequenta questi corsi e chi invece pratica per anni un' arte marziale, come il Karate ed il Ju jitsu.

Sicuramente conoscere delle tecniche di autodifesa può aiutare nel caso che ci si venga a trovare in una situazione pericolosa. Così un maestro di arti marziali, sarà sicuramente in grado di fronteggiare anche degli aggressori molto forti.

Alle volte però, forse anche a causa dell' influenza dei film di arti marziali, e dei libri che sono stati scritti nel corso degli anni si tende un po' ad esagerare, mi riferisco al mito dell' imbattibilità dei praticanti di arti marziali.

Cercherò di spiegarmi meglio. Se avete seguito per un certo periodo un corso di difesa personale, magari potrete anche avere la meglio su qualche gradasso, magari ubriaco, che vuole fare a botte per qualche futile motivo una sera in un pub. Ma se invece siete soli di sera in una strada, e magari avete la sfortuna di imbattervi in un delinquente armato di coltello che vi chiede i vostri soldi, allora forse è meglio non fare resistenza e dargli il portafoglio. Perché scrivo questo?

Mi è capitato di leggere una storia su Internet di un esperto di tecniche di difesa che in un combattimento amichevole con un ragazzo bravo ad usare il coltello aveva avuto la peggio. Praticamente il ragazzo, che aveva esperienza nell' uso del coltello lo aveva fregato dimostrandogli l' inefficacia della sua preparazione in materia. In un combattimento reale l' esperto di tecniche di difesa sarebbe morto.

Penso di essere stato abbastanza chiaro. Ci sono persone che vanno in giro armate di coltello, che sono realmente pericolosissime. Quindi è meglio non essere troppo sempliciotti nei propri modi di pensare.

domenica 24 marzo 2013

Qualche accenno sulla vita di Bruce Lee.



Ricordo i primi film di Bruce Lee, che ho visto quando ero solo un ragazzino. Come molti è stato così che ho visto per la prima volta dei combattimenti di Kung fu.

Affascinato e incuriosito comprai anche alcuni libri sul Karate ed il Kung fu. Furono i miei primi libri di arti marziali, libri che non erano certo al livello di quelli che ci sono oggi in circolazione.

Dopo molti anni, ho scoperto che Bruce Lee aveva creato un proprio metodo di combattimento, il Jeet Kune Do. Naturalmente oggi possiedo il libro che tratta l'argomento, un volume che sembra Bruce Lee abbia scritto in un periodo in cui era infortunato e costretto a stare a letto. Ma vediamo di dare qualche cenno sulla storia di questo grande artista marziale.

Nato a San Francisco e cresciuto a Hong Kong, Lee è ampiamente considerato uno dei più influenti artisti marziali di tutti i tempi, nonché l'attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo. I suoi film, prodotti a Hong Kong e ad Hollywood, elevarono ad un nuovo livello di popolarità e gradimento le pellicole di arti marziali, facendo aumentare per la prima volta ed improvvisamente anche l'interesse per questo tipo di discipline in Occidente. La direzione ed il tono delle sue opere influenzarono profondamente i film di arti marziali di Hong Kong, che fino ad allora mostravano più un senso teatrale che realistico delle scene.

Lee divenne un'icona soprattutto per il popolo cinese, come ritratto dell'orgoglio nazionale e per alcuni tratti nazionalistici presenti nei suoi film. Alcuni videro Lee come un modello per acquisire un corpo forte ed efficiente ed un altissimo livello di benessere fisico, sviluppando allo stesso tempo destrezza nel combattimento corpo a corpo. Nonostante il contenuto violento dei suoi film, Lee era fermamente contrario all'uso delle arti marziali come metodo di offesa e supremazia, anche se il suo carattere era ben poco mite, visti i suoi trascorsi nelle bande minorili di Hong Kong e le frequenti risse, che gli sarebbero costate anche un fermo da parte della polizia.

sabato 23 marzo 2013

Arti marziali e allenamento con i pesi.



Molte persone che fanno arti marziali si allenano anche con i pesi in palestra. Fin dalle origini dei sistemi di combattimento i praticanti hanno sempre cercato di rinforzare la propria muscolatura.

Ho già spiegato che abito a Catania e mi alleno per conto mio da molti anni. Pratico anche il body building, quindi ho acquisito col tempo una certa esperienza.

E' veramente importante dedicarsi all' allenamento con i pesi, quando si pratica un' arte marziale? Sicuramente può aiutare.

Basti pensare agli atleti che praticano il Full Contact, in questo sport combattimento si cerca di preparare i praticanti in modo che abbiano una forma fisica eccellente.

Non tutti però hanno il tempo e la volontà di andare in palestra. Cosa si può fare allora? Si può per esempio acquistare un set di pesi, per allenarsi tranquillamente a casa.

Oppure se avete un po' di soldi e dello spazio libero nel vostro appartamento, potreste provare a mettere su una piccola palestra. Le panche con i bilancieri si trovano anche a prezzi vantaggiosi. Esistono poi degli attrezzi multiuso che potrebbero fare al caso vostro.

Per quanto riguarda la tipologia di allenamento invece, ricordate che praticate arti marziali, non dovete fare una gara di body building, quindi non è necessario che cerchiate di diventare come gli atleti che si vedono sulle riviste o nelle gare.

Potreste benissimo allenarvi con i pesi, rimanendo nel peso forma. Il vostro obbiettivo potrebbe essere quello di sviluppare un po' di massa e la forza muscolare. Quindi obiettivi che si possono raggiungere con un po' di impegno, non è necessario strafare.

venerdì 22 marzo 2013

Il Ninja. Una figura leggendaria



Ninja è un termine giapponese che indica una spia del Giappone feudale (dal 1185 al 1868 circa). Il ninja è per definizione l'esperto nelle tecniche militari di strategia e intelligence che prendono il nome di ninjutsu e che hanno una lunga storia. Tuttavia, le fonti storiografiche ed enciclopediche giapponesi riferiscono che il termine ninja ha conosciuto una diffusione significativa solo dopo gli anni cinquanta, a partire cioè dalla popolarizzazione - principalmente attraverso manga e trasmissioni televisive - di personaggi conosciuti con questo nome nella letteratura e nel teatro di intrattenimento della tarda epoca Edo (1601 - 1868).

Bisogna quindi distinguere il personaggio del ninja, ormai ben noto anche in occidente, dai guerrieri e militari anche molto famosi che negli scontri sanguinosi del medioevo giapponese utilizzarono metodi spionistici (avvalendosi talvolta dell'aiuto di esperti noti come ninjutsutsukai, rappa, shinobimetsuke e altri appellativi). Il mito del ninja merita nondimeno la giusta attenzione per il suo significato e il successo che ha riscosso e continua a riscuotere in Giappone e soprattutto all'estero.

I ninja portavano abiti neri per la notte e abiti di colore marrone-cachi per le ore del giorno: lo sappiamo grazie ad esemplari autentici conservati nel museo Ninja di Iga-Ueno. Erano esperti di arti marziali e la preparazione fisica meticolosa occupava gran parte della loro giornata. All'occorrenza, un Ninja poteva fungere da sicario e compiere un omicidio mirato, ma non stragi come ormai consueto pensare nell'immaginario collettivo. Essi, poi, non erano soltanto delle spie.

Oltre allo spionaggio vero e proprio, costoro erano esperti di sabotaggio, tortura, ed appunto, l'eliminazione fisica degli avversari (omicidio mirato), azioni tipiche dei commando. Praticavano le arti marziali ad alti livelli. Erano, in breve, polivalenti. Non di rado, avevano compiti di polizia per il mantenimento dell'ordine pubblico, oppure costituivano una specie di servizio segreto alle dipendenze del daimyo locale. Infine, spesso, erano pure investiti del compito di guardia del corpo dello shogun: una specie di guardia pretoriana nipponica.

(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)

giovedì 21 marzo 2013

Arti marziali a confronto. Una rapida carrellata.



Proviamo a fare qualche piccolo confronto fra le varie arti marziali. Sta a ciascuno comprendere quale arte marziale potrebbe essere più adatta alla sua indole ed ai suoi gusti.

Karate.

Il Karate per come la vedo io eccelle nei pugni e nei calci, è quindi particolarmente indicato per il combattimento ad una certa distanza. E' carente però per quanto riguarda le tecniche corpo a corpo.

Full Contact.

Valgono le stesse considerazioni fatte per il Karate, da cui deriva. Bisogna però aggiungere che il particolare allenamento sostenuto da questi atleti li rende forse in media superiori rispetto a quelli che praticano il Karate.

Kung fu.

Esistono molti stili, non tutti sono così efficaci in combattimento. Stili molto potenti sono lo Shaolinchuan, il Wing chun e fra quelli interni il Tai Chi.

Aikido.

Se avete visto i film di Steven Seagal, sarete sicuramente rimasti colpiti dalla bellezza di quest' arte marziale. Sembra che sia molto valida, anche come sistema di difesa personale.

Ju Jitsu.

Un' arte marziale molto antica che è andata evolvendosi col passare del tempo, ed è ricca di tecniche ed è particolarmente adatta per la difesa personale.

Krav maga.

E' il sistema di difesa dell' esercito Israeliano. Un sistema di difesa personale molto completo, che è ormai diffuso in tutto il mondo.

Hapkido.

Arte marziale coreana ricchissima di tecniche. Sono oltre mille, si tratta effettivamente di uno dei metodi di combattimento più completi che esistono.

Jeet Kune Do.

E' l' arte marziale creata da Bruce Lee. Trovare un bravo maestro è di fondamentale importanza, perché non sono poi molti rispetto a quelli che insegnano altre discipline marziali – come ad esempio il Karate.-

mercoledì 20 marzo 2013

Perché praticare il Qi gong? E' un metodo di allenamento valido?



Ho spiegato tante volte che ho cominciato a praticare arti marziali otto anni fa. Mi alleno a casa; vivo a Catania.

Per diversi anni ho praticato solo il kung fu Wing Chun, non tutto lo stile ma quello contenuto in un prezioso manuale che ho trovato sullo scaffale di una libreria diversi anni fa.

Negli ultimi anni ho però iniziato ad interessarmi di Karate, Tai Chi e Qi Gong. Del Qi gong ho già parlato in altri articoli.

Da molti anni, quasi quindici, vado in palestra. E' questa la ragione per cui mi alleno a casa; non me la sento di seguire sia un corso di arti marziali, che di body building. Da circa quattro anni però, dormo male ed allenarmi con i pesi è diventato più difficoltoso. Tanto che quest' anno ho deciso di allenarmi solo tre mesi, per mantenermi in forma.

Portare avanti degli allenamenti di Qi gong, invece è molto più semplice. Perché fondamentalmente si tratta di una ginnastica morbida, adatta anche per gli anziani.

Al di là delle convinzioni orientali, riguardo all' esistenza del Qi, convinzioni che in Occidente vengono accettate solo da un certo numero di persone, la pratica di Qi gong è una pratica molto utile.

I medici stessi ne riconoscono la validità come ginnastica. Lo stesso discorso vale per il tai chi, non ho riscontrato differenze così grandi fra i due.

Si tratta però di ginnastica, non può portare lo sviluppo muscolare che porta il body building. Quindi non si può fare un paragone. A livello di allenamento il Qi gong però è meno stancante.

Il Qi gong inoltre come altre pratiche orientali rappresenta un ottima forma di meditazione.

martedì 19 marzo 2013

Le cinque energie nel Qi gong.



Sono cinque i fondamentali movimenti energetici del Qi gong. Si tratta di forze che si muovono verso l' esterno e verso l'interno, in ascesa e in discesa. Dalla conoscenza di questi movimenti energetici è nata la teoria delle cinque energie.

Naturalmente in Occidente la maggior parte degli scienziati non crede nell' esistenza del Qi. Quasi tutti però riconoscono la validità del Qi gong come ginnastica morbida, indicata persino per gli anziani.

 E' importante che i praticanti esperti di Qi gong conoscano come usare le cinque energie per curare diversi tipi di problemi di salute.

Metallo

La caratteristica fondamentale dell' energia metallo è che va verso l' interno. E' un energia che ha qualità magnetiche che spingono altre energie verso di sé. Nel calendario cinese questa energia corrisponde alla fase lunare calante.

Acqua

E' un tipo di energia, che va in discesa. In questo stato energetico le cose raggiungono il punto massimo di riposo e concentrazione. E' l' energia della rigenerazione.

Legno

Il legno rappresenta l' energia che si espande verso l' esterno. E' un tipo di energia che ci mantiene forti, agili, in equilibrio con l' ambiente e con le funzioni interne. Nel calendario cinese corrisponde alla luna crescente.

Fuoco

E' il fuoco interno, che regge la moltitudine di processi chimici e biologici. Il fuoco è quel tipo di energia che fa nascere le facoltà emotive, mentali e spirituali, e ci da coscienza, e la forza di condurre le nostre esistenze.

Terra

Nel calendario cinese, l' energia Terra rappresenta il periodo di passaggio fra una stagione e l' altra. L' energia Terra è paziente, sostentatrice e nutrice.

(Fonte: Lam Kam Chue, il nuovo libro del Qi gong, Edizioni Red)

domenica 17 marzo 2013

Qualche spiegazione sul Qi. Di cosa si tratta?



I cinesi, come molti sanno provengono da un complesso scenario culturale e storico, ed hanno a lungo cercato dei modi per vivere un' esistenza sana e felice.

Se da una parte, i cinesi amano esaminarsi spiritualmente e sono anche portati a pensare che tutto quello che accade è dovuto al destino, dall' altra hanno anche cercato dei metodi per opporsi all' inevitabilità della malattia e della morte.

La ricerca spirituale è di certo una delle più importanti radici della cultura e della scienza medica cinesi. I cinesi scoprirono l' esistenza di un' energia chiamata Qi, che cominciarono a studiare con attenzione.

Compresero che il Qi, oltre ad esistere nell' uomo esisteva anche in natura ed iniziarono a sperare che fosse il mezzo per sfuggire alla morte ed alla malattia. Da ciò si comprende anche perché una parte non indifferente delle cultura cinese si basava sulle religioni taoista e buddhista, e sulla scienza spirituale.

Secondo i cinesi il Qi è la forza naturale che permea l' universo. Ne esistono tre tipi. Il Qi del cielo, il Qi della Terra ed il Qi dell' uomo.

Il cielo (volta celeste o universo) possiede il Qi del Cielo (Tian Qi), che è costituito dalle forze che i corpi celesti esercitano sulla terra, come i raggi solari, la luce della luna e gli effetti sulle maree.

La terra possiede il Qi della Terra (Di Qi), che assorbe il Qi del cielo, ed è da esso influenzato. Gli uomini possiedono il Qi dell' uomo (Ren Qi) che viene influenzato da entrambi.

Per la scienza occidentale il Qi non esiste, però i cinesi hanno basato un parte della propria medicina sulla certezza della sua esistenza.

(Fonte: Introduzione al Qi gong cinese gli “Otto Pezzi di Broccato”, edizioni mediterranee)

Lo Shaolin del Nord e lo Shaolin del Sud



Si può distinguere e parlare di due stili di Shaolinquan: uno del Nord e uno del Sud. Questa distinzione è dovuta nient'altro che alle diverse origini geografiche. Lo Shaolin del Nord è quello originario di Shaolinsi, dell'Henan, invece quello del Sud è originario del Tempio di Quanzhou, nel Fujian. Anche se ogni scuola ricorre ai 5 "animali" base (Dragone, Serpente, Gru, Tigre, Leopardo) ha sua volta diversi rami:

Secondo il maestro Wan Laisheng, nella sua opera Wushu Huizhong, lo Shaolin del Nord è diviso in tre "famiglie" principali: Hong: privilegia la forza fisica Kong: morbidezza Yue: che combina forza e morbidezza. A sua volta la famiglia Yue è suddivisa in quattro scuole: Dasheng (Grande saggio), Luohan (Arhat), Erlang (un eroe mitico) e Weituo (genio protettore del Buddismo). Shaolin del Sud o Siu Lam viene a volte identificato con le 5 scuole maggiori del Guangdong, che in realtà ne sono solo una minima rappresentanza: Hong (Hung) Liu Cai (Choi) Li Mo Queste scuole sono in stretta relazione con la La leggenda dei 5 Antenati e con le società segrete del Guangdong.

Si ritiene che lo stile del Nord predilige un maggior uso delle gambe, al 70%, mentre lo stile del Sud fonda la maggior parte delle tecniche sull'uso del pugno e degli arti superiori. Questa tesi che ben si adatta a molti stili presenti nelle due aree geografiche in realtà poggia sull'aforisma Nanquan Beitui (Pugni al sud e gambe al nord).

(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)

sabato 16 marzo 2013

Shaolinquan. La leggendaria boxe del tempio Shaolin.



Shàolínquán è uno stile delle arti marziali tradizionali cinesi originariamente praticato dai monaci buddisti del Monastero di Shaolin nella provincia di Henan, Cina. Da alcuni lo stile Shaolin oltre ad essere considerato uno dei più efficaci e antichi stili delle arti marziali asiatiche, ne è considerato per alcuni il progenitore, avendone influenzato in maniera diretta o indiretta la nascita e lo sviluppo.

Prime testimonianze

La presenza delle arti marziali a Shaolin non è stata improvvisa: da sempre i monaci, visto il loro stile di vita e pellegrinaggi continui, erano propensi alle arti di combattimento. Per alcuni, già nel 510 a Shaolinsi esisteva un "Pugno di Shaolin". Per esempio secondo Kieffer e Zanini due discepoli di Batuo creano il “pugilato Shaolin”: Hui Guang crea il “Pugilato Morbido”; Sengchou crea il “Pugilato duro”. Per la medesima fonte in questo periodo sarebbe stato creato il metodo di Bastone detto “doppia pelle di tigre”.

La stessa storia è riferita da Zhang Jiata: ci sono persone che sostengono che lo Shaolin Quan abbia avuto origine all'epoca di Buddhabhadra (nome indiano di Batuo). Essi raccontano che Seng Chou, un brillante discepolo di Buddhabhadra, una volta utilizzò il proprio bastone per separare due feroci tigri che si stavano azzuffando. A supporto della tesi dell'esistenza di un Pugilato Shaolin già all'epoca di Batuo,una tradizione leggendaria gli attribuisce la creazione e la trasmissione di uno stile.

La figura di Bodhidharma

La sua figura e presenza a Shaolin non è storicamente certa. Si possiede una sola testimonianza, presente nel Luoyang qielan ji (Annali dei Monasteri di Luoyang) del 547, scritto da Yang Yanzhi abitante di Luoyang (città limitrofa al tempio), dove si parla di Bodhidarma come un persiano dagli occhi blu sui 150anni. Secondo leggenda Bodhidharma trovò i monaci in condizioni fisiche non adeguate allo studio del Buddismo Chan tramite la meditazione, pertanto insegnò loro della pratica corporea dell’Yijinjing (Classico del cambiamento dei muscoli e dei tendini) e l’ esercizio marziale denominato Shiba luohan shou (le 18 mani degli Arhat). Si ritiene appunto che queste tecniche abbiano dato inizio allo stile codificato tipico di Shaolin. Studi recenti tendono invece a collocare la creazione e la trasmissione di questi esercizi in epoche successive.

Molti ritengono che Bodhidarma non introdusse le arti marziali a Shaolinsi e le uniche cose la cui creazione viene attribuita a Damo sono il Buddismo Chan e il concetto di Wude(Virtù Marziale): prima di questo concetto, non si pensava altro che a battersi. Il contributo principale dell'incontro tra la filosofia meditativa Chan e le primitive tecniche di lotta conosciute dai monaci, sarebbe stata la forte carica spirituale e la cura del sistema mente-corpo di cui si impregnarono le nascenti arti marziali cinesi, le quali si svilupparono da una parte come tecniche di difesa personale e dall'altra come meditazione in movimento. Quale che sia la verità, manca il giusto supporto documentale, che permetta di andare oltre la mera ipotesi storica o la leggenda.

La nascita ufficiale dello Shaolinquan, che da parte di alcuni si pensa derivato in parte dalle tecniche di lotta cinesi preesistenti (come lo Chiao Ti,il Shou Po e il Chien Tao), si fa tradizionalmente risalire all'arrivo presso il tempio Shaolin, nel 527, del leggendario monaco buddista Bodhidharma o Puti Damo in Cinese spesso abbreviato in Damo, fondatore del Buddismo Zen (Chan in cinese).

(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera.)

venerdì 15 marzo 2013

Il qi gong per migliorare la salute.



Vivo a Catania, ho cominciato ad allenarmi da solo nel kung fu Wing Chun circa otto anni fa. Praticavo già il fitness e la meditazione.

Pian piano ho iniziato ad interessarmi anche di altre pratiche orientali, come il tai chi, il Karate ed il qi gong.

Quest' ultimo è un tipo di ginnastica molto interessante, molto simile alla ginnastica morbia. Il suo scopo e dare salute e longevità permettendo il risveglio e la circolazione di un' energia che si chiama qi.

Riguardo a questa energia di cui si parlano tanto nei libri di discipline orientali, chiamata chi, qi, o in India Prana, non so dire se esiste sul serio. Probabilmente gli scienziati occidentali se esistesse veramente l' avrebbero già individuata. Sempre che sia possibile individuarla con i nostri mezzi tecnologici.

Che il tai chi ed il qi gong facciano bene alla salute è però una cosa ormai accettata anche in occidente. Anche perché si tratta fondamentalmente di delle forme morbide di ginnastica.

Come mai ho cominciato a studiare tutte queste cose. In parte la causa è legata al fatto che per molti anni ho praticato la meditazione seduta, ma poi ho avuto qualche problema di salute, che non sono riuscito a comprendere se fosse in parte legato a questa pratica, e su consiglio di una dottoressa l'ho interrotta.

Quando ho interrotto la meditazione, mi è venuta a mancare un qualcosa che mi aiutava ad affrontare meglio le mie giornate. Così ho pensato di sostituirla con il qi gong ed il Tai Chi.

giovedì 14 marzo 2013

Arti marziali. Come rinforzare le mani ed i piedi.



Soprattutto nel Karate è previsto l' utilizzo di vari sistemi per rendere le mani ed i piedi delle armi terribili. Lo strumento che viene di solito utilizzato è il Makiwara.

Oltre al Makiwara vengono utilizzati però anche altri sistemi. Certi praticanti di Karate riempiono delle pentole di sabbia, e le utilizzano per rinforzare le proprie mani. In certe palestre ho visto utilizzare anche dei palloni pesanti, che i praticanti si lanciavano in modo da allenare le dita – almeno così mi è sembrato -.

Nel Karate, nel Full Contact e nella boxe, viene anche utilizzato il classico sacco, che viene utilizzato per simulare il combattimento con un avversario.

Nel Kung fu Wing Chun, viene utilizzato uno strumento molto particolare: l' uomo di legno. Con questo strumento che serve per rinforzare le mani e gli avambracci si simulano molte tecniche, che potrebbero essere eseguite con un compagno.

Oltre agli strumenti su citati, in tutte le arti marziali esistono altri supporti e protezioni, che servono quando ci allena in coppia.

Per quanto riguarda le protezioni sembra che sia stato proprio Bruce Lee, a introdurre per la prima volta l' uso di guantoni da boxe e di protezioni per i piedi, nell' allenamento dei praticanti di arti marziali.

Ci si può allenare senza questi strumenti? Sicuramente è possibile, ma sicuramente utilizzarli è molto utile. Chi si allena da solo, per esempio, può grazie ad essi simulare il contatto in combattimento con un avversario.

Quindi averne anche solo uno è sicuramente una buona cosa.

mercoledì 13 marzo 2013

Celebri maestri di arti marziali. Alcune figure leggendarie.



Innanzi tutto non si può non citare Gichin Funakoshi, l' inventore del Karate Shotokan. Ho letto la sua autobiografia, ricca di storie riguardanti la sua vita e la sua passione per il Karate-do.

E' bene anche ricordare Yip Man, il maestro che ha fatto conoscere meglio il Kung-fu Wing chun. Come ho già spiegato in un altro post sembra che originariamente questo stile sia stato insegnato da una monaca del tempio Shaolin ad una ragazza, che divenne la capostipite di tutte le scuole.

Un allievo di Yip Man è stato Bruce Lee, che ha fondato egli stesso un suo stile, il Jeet Kune Do, particolarmente adatto ad i combattimenti da strada.

Ancora non bisogna dimenticare Chuck Norris, che oltre ad essere come Bruce Lee un attore celebre, ha anche aperto diverse palestre di Karate. Se non ricordo male, il suo Karate non è quello giapponese, ma quello coreano.

Poi sempre nell' Asia un altro maestro importante è stato Doshin-so il fondatore dello Shorinji Kempo, un' arte marziale che presenta molte somiglianze con il Kung-fu del tempio Shaolin.

Naturalmente ci sono stati molti altri maestri più o meno noti. Nell' ambito delle arti marziali succede sovente questo, non tutti i maestri rimangono legati alla tradizione, certi preferiscono fondare degli stili propri. Certi studiano diversi sistemi di combattimento e poi cercano di mettere insieme un sistema loro, basandosi sul proprio studio e sulla propria esperienza.

martedì 12 marzo 2013

Quali sono le migliori tecniche di difesa personale? Esiste un sistema perfetto?



Quello che ho compreso documentandomi in questi anni sulle arti marziali è che non tutte sono complete. Spesso gli esperti di arti marziali, scelgono di studiare vari sistemi di difesa.

Una volta si diceva per esempio che il Karate fosse la più micidiale forma di difesa personale. Indubbiamente un maestro di Karate è un combattente temibile, soprattutto quando ci si allena sul serio, le mani ed i piedi diventano delle vere e proprie armi. Prova ne è il fatto che molti maestri riescono a rompere con i pugni pure i mattoni.

Il Karate però comprende soprattutto tecniche di pugno e di mano, calci, parate, e spazzate. Praticamente non sono presenti le tecniche di corpo a corpo. Si provi ad immaginare cosa succederebbe ad un Karateka se finisse fra le braccia di un esperto di lotta greco-romana.

Un buon sistema di difesa personale dovrebbe comprendere quindi oltre alle tecniche classiche del Karate, anche le tecniche corpo a corpo. Effettivamente esistono già delle arti marziali di questo tipo.

D' altra parte arti marziali come l' aikido, splendide sotto diversi punti di vista, sono carenti proprio nelle tecniche a distanza. Quindi rappresentano il rovescio della medaglia.

Ed il Kung fu? A mio parere, in base a ciò che ho potuto vedere, non tutti gli stili presentano la stessa efficacia, anzi certi sembrano più delle forme di ginnastica.

Spesso fra l' altro nel combattimento reale si finisce a lottare per terra, quindi bisognerebbe conoscere tecniche di combattimento adatte.

Due sistemi di combattimento molto completi sono a mio parere il Krav Maga ed il Ju Jitsu. Poi c'è il Jeet Kune Do ideato da Bruce Lee. Ma in quest' ultimo caso è molto importante trovare un bravo maestro.

lunedì 11 marzo 2013

I limiti del kung fu come arte marziale.



Ho spiegato in più di un post che abito a Catania, e che ho cominciato ad allenarmi circa otto anni fa per conto mio, nel kung fu Wing Chun, e recentemente nel Karate.

Quando ero ancora un bambino, per un breve periodo avevo fatto lo stesso tipo di esperienza. Ricordo quello che è stato in assoluto il mio primo libro di Kung fu.

Il libro era diviso in diverse parti, nella prima veniva insegnata una serie di esercizi, simili a quelli che vengono fatti dai praticanti di Qi Qong, per migliorare il proprio fisico.

Poi vi era un capitolo dedicato al Pakua Chuan ed un altro dedicato allo stile della mantide religiosa. Quest' ultimo stile in particolare, mi era piaciuto, ed avevo cominciato ad allenarmi in quella prima forma.

Un altro capitolo era dedicato allo Shorinji Kempo, un arte marziale di cui ho parlato in un altro post. L' autore del libro mi sembra che fosse Cesare Barioli.

Ma quello che mi era piaciuto parecchio, era stato uno dei capitoli iniziali, in cui l' autore aveva raccontato il suo primo vero incontro con un praticante di Kung fu, un ragazzo che era solito allenarsi completamente solo nel cortile di un ristorante.

Per ironia della sorte anch'io oggi mi alleno da solo, e mentre tanti anni fa mi sembrava strano allenarsi da soli nella pratica di un' arte marziale, oggi invece mi sembra una cosa normalissima ed alla portata di tutti.

Sicuramente, andare in palestra ed avere un maestro è meglio, ma ho già spiegato le ragioni che mi hanno spinto a scegliere di praticare da solo.

domenica 10 marzo 2013

Le origini delle arti marziali e degli sport da combattimento.



Sembra che una delle arti marziali più antiche sia il kung fu del tempio Shaolin. Le forme di questo metodo di combattimento sono state create osservando i movimenti degli animali.

Può un' arte marziale nata in questo modo essere efficace? Sembra proprio di si. Tuttavia, se confronto i kata del karate con certe forme del kung fu – fatta eccezione per il wing chun, e forse qualche altro stile che non conosco – l' impressione che ho è sempre che chi ha ideato il Karate abbia usato criteri più scientifici.

Non so se il kung fu Shaolin che viene insegnato oggi, sia realmente quello originario che si studiava nel tempio Shaolin molto tempo fa. Certe volte – è un mia opinione personale però – mi è sembrato che il vero erede del kung fu Shaolin, sia lo Shorinji Kempo, arte marziale, molto completa di cui ho già parlato, e che mi pare abbia anche un approccio al combattimento più completo. Sono solo opinioni personali però.

Paragondando il Kung fu Wing Chun, al Karate invece si notano subito delle differenze interessanti. Nella filosofia del Karate, c'è l' idea di sconfiggere l' avversario anche con un solo pugno dirompente. Nel Wing Chun si usa di solito una serie di minimo tre pugni. I calci del Karate sono diversi è molto potenti, nel Wing Chun viene messa invece una minore enfasi sulle tecniche di piede.

Sempre in questo stile di kung fu è presente una pratica chiamata mani intrappolanti che nel Karate non esiste.

sabato 9 marzo 2013

Lo studio nella boxe nella difesa personale.



Ricordo il mio primo libro di Karate, comprato quando ero ancora un bambino alle scuole elementari. In quel libro quando si parlava della potenza e della validità del Karate, si ipotizzava la possibilità che un Karateka dovesse affrontare un temibile rivale, un esperto di boxe.

Se si considera la boxe, come sport da combattimento, alcune caratteristiche dei praticanti diventano subito evidenti. La loro preparazione fisica è ottimale: sono veloci, potenti e muscolosi.

Un pugno di un esperto di boxe è un pugno che fa veramente male. Inoltre sono abituati a portare non un solo colpo ma diversi colpi di fila. La stessa cosa avviene anche nel kung fu Wing Chun, seguendo però un altro metodo.

Bruce Lee, grande maestro, attore, ed inventore del Jeet Kune Do, integrò lo studio della boxe nel suo sistema di difesa. Lo fece perché ne aveva capito l' importanza.

Effettivamente una cintura nera di Karate, se dovesse combattere in una rissa con un pugile, potrebbe anche essere sconfitto. Dovrebbe infatti tenerlo lontano con i calci, unica arma di difesa che potrebbe realmente portare la situazione a suo favore.

Se consideriamo sport da combattimento come il Full Contact, notiamo subito che i pugni della boxe sono stati inseriti in quest' arte marziale.

Chi pratica la difesa personale, dovrebbe studiare allora un po' di boxe? Io penso di si. Anche provare a mettere in pratica la tipologia di allenamento della boxe non sarebbe in fondo una cattiva idea.

venerdì 8 marzo 2013

I leggendari maestri di arti marziali. Il ruolo del folclore nelle arti di combattimento.



In alcuni dei miei libri ho potuto leggere storie alle volte avvincenti, su importanti maestri di arti marziali del passato.

Nell' ambito delle arti marziali, esiste un po' questo mito dell' invulnerabilità dei grandi maestri di arti marziali. Questo mito è molto diffuso nel Karate e nel Kung fu, ma anche in altre arti marziali.

In queste storie si parla spesso di combattimenti, nei quali questi maestri sono riusciti a sconfiggere da soli molti pericolosi avversari, oppure dei combattenti fortissimi. Si pensi anche ai racconti sulle sfide fra scuole di arti marziali.

Se pensate a quando eravate bambini, ricorderete sicuramente cartoni animati in cui personaggi giapponesi molto originali combattevano fra di loro. Alcuni di questi personaggi, avevano delle mosse segrete. La mossa della tigre, tanto per fare un esempio.

Tornando al presente ed alle città in cui viviamo, probabilmente vi sarà capitato di sentire qualche storia affascinante su qualche maestro di arti marziali della vostra zona. Io ad esempio so di un maestro di Karate che ha picchiato un gruppo di delinquenti che gli volevano rubare la macchina. Oppure di un altro che scambiato per un delinquente da dei poliziotti in borghese ben addestrati, non sapendo chi fossero, e scambiandoli a sua volta per dei male intenzionati gliele ha date di santa ragione.

Al di là di tutti questi miti, se pensiamo ai nostri allenamenti ed alle nostre capacità, ci rendiamo conto che nella maggior parte dei casi, un ragazzo o un uomo che praticano arti marziali non sono affatto delle persone invincibili.

E' bene ricordarsi sempre che una rissa da strada, o un' aggressione sono realmente pericolosissime.

giovedì 7 marzo 2013

Difesa personale. Come trovare la motivazione quando ci si allena da soli.



Ho già spiegato negli altri post, che studio le arti marziali a casa, in totale autonomia, da diversi anni. Inizialmente studiavo solo il Wing Chun kung fu, oggi studio invece anche il Karate.

Può sembrare un po' strano che una persona passi tanti anni ad allenarsi in solitudine senza iscriversi in una palestra, dove troverebbe sicuramente altre persone con cui confrontarsi, e la guida matura di un maestro.

La mia scelta è stata legata al fatto che pratico in palestra il fitness, e quindi non avevo anche il tempo di seguire un corso di arti marziali.

Fondamentalmente ho dedicato all' allenamento di kung fu, circa venti, trenta minuti, quattro cinque volte a settimana.

Che consigli posso dare a quei pochi che vorrebbero fare una scelta come la mia? Magari il primo problema che ci si può porre è il seguente: che cosa fare quando viene a mancare la motivazione ad allenarsi?

Innanzitutto vediamo perché ci dovrebbe essere un calo di motivazione:

1. Dopo un po' ci si rende conto che senza la guida di un maestro non si riesce a progredire a grandi livelli di maestria

2. Allenarsi da soli è noioso

3. Attraverso i libri non si riesce ad avere un quadro abbastanza completo di un' arte marziale

4. Non ci si riesce ad organizzare

 Riguardo al punto uno posso dire questo. Se volete imparare un po' a difendervi, senza avere la pretesa di diventare dei veri picchiatori, anche l' allenamento a casa va bene.

Il punto due è effettivamente un po' problematico. Se proprio vi annoiate troppo ad allenarvi da soli vedete se c'è qualche vostro amico o conoscente a cui piacerebbe studiare il Karate o il Kung fu con voi.

Il discorso dei libri è una questione a parte. Ci sono molti libri in commercio che danno una visione limitata dell' arte marziale che trattano, ma ci sono anche delle vere e proprie enciclopedie – soprattutto per il Karate – che espongono l'argomento in modo completo.

Trovare la volontà di allenarsi e riuscire ad organizzarsi non è difficilissimo. Potete allenarvi anche venti minuti al giorno. Non sono affatto necessari degli allenamenti lunghissimi. Potete scegliere qualsiasi ora della giornata, quando vi va, senza porvi alcun problema.

mercoledì 6 marzo 2013

Quello che ho imparato riguardo agli stili di Karate.



Per parecchi anni ho studiato solo ed esclusivamente le tecniche fondamentali del kung fu Wing Chun.

Due anni fa però ho cominciato ad interessarmi del Karate ed ho pian piano acquistato un numero sufficiente di libri che mi hanno aiutato a comprendere quest' arte marziale.

Sono riuscito così a comprendere le differenze fondamentali fra tre diversi tipi di Karate: il Karate di Okinawa, il Karate giapponese ed il Karate coreano.

Il Karate di Okinawa è quello più antico anche se è stato perfezionato negli anni. Lo studio è legato soprattutto alla pratica dei Kata, è quello più legato al concetto classico di arte marziale.

Il Karate giapponese, lo shotokan è il più famoso. E' uno stile molto completo, in cui si da importanza sia allo studio dei Kata, che al Kumite. Una particolare attenzione è posta alla preparazione fisica dei praticanti. I movimenti dello shotokan sono movimenti molto ampi.

Il Karate coreano è un Karate molto completo, ma sulla base dei testi che ho potuto studiare mi è parso più sintetico. Fra l' altro è anche più giovane. I movimenti sono – questa è la mia impressione – più ampi rispetto a quelli dello shotokan. Se i volumi che ho consultato sono completi i Kata di questo Karate sono soltanto sei.

Quale consiglieri di studiare a chi vuole allenarsi da solo? Forse proprio il Karate coreano, che mi è parso di più rapido apprendimento.

martedì 5 marzo 2013

I Samurai ed il Ju Jitsu.



Il samurai era un militare del Giappone feudale, appartenente ad una delle due caste aristocratiche giapponesi, quella dei guerrieri. Il nome deriva sicuramente da un verbo, saburau, che significa servire o tenersi a lato e letteralmente significa colui che serve. Un termine più appropriato sarebbe bushi (letteralmente: bu significa "marziale"; shi è l'unione tra il tratto basso orizzontale che indica il numero 1 e la croce il 10: l'unione di questi due segni rappresenta la conoscenza, quindi colui che discerne tutto, l'illuminato) che risale al periodo Edo. Attualmente il termine viene usato per indicare proprio la nobiltà guerriera (non, ad esempio, gli ashigaru o i fanti, né i kuge o aristocratici di corte). I samurai che non servivano un daimyō perché era morto o perché ne avevano perso il favore, o la fiducia, erano chiamati rōnin, letteralmente "uomo onda", che intende libero da vincoli, ma assume sempre un significato dispregiativo.

I samurai costituivano una casta colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava arti zen come il cha no yu o lo shodō. Durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare divenendo dei semplici Rōnin che spesso si abbandonavano a saccheggi e barbarie. Verso la fine del periodo Edo, i samurai erano essenzialmente designati come i burocrati al servizio dello shōgun o di un daimyō, e la loro spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali, per sottolineare la loro appartenenza di casta.

Con il Rinnovamento Meiji (tardo XIX secolo) la classe dei samurai fu abolita in favore di un esercito nazionale in stile occidentale. Ciò nonostante il bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento simile al ruolo svolto dai principi etici religiosi nelle società occidentali attuali.

(Fonte: Wikipedia, L'enciclopedia libera)

Credo di non sbagliare, ma il Ju Jitsu deve essere nato proprio all' epoca dei Samurai. L'originaria arte marziale è stata tramandata ed anche se trasformata è arrivata fino a noi. Oggi esistono diversi stili di Ju Jitsu.

Il Ju Jitsu è una delle arti marziali più complete, ed è molto adatta per la difesa personale.

lunedì 4 marzo 2013

Cosa ho imparato in otto anni di pratica di kung fu?



Ho già accennato più di una volta che abito a Catania. Una città in cui di certo non mancano le palestre di arti marziali. Per una lunga serie di ragioni però, diversi anni fa, circa otto, ho scelto di cominciare ad allenarmi da solo. Ed ho cominciato acquistando un manuale sul kung fu Wing Chun.

Sicuramente praticare da soli comporta dei problemi che in palestra non si hanno, però certe volte può risultare più conveniente provare da soli. Se si ha perseveranza nel corso degli anni la curiosità iniziale può diventare una vera e propria passione.

Cosa ho imparato nel corso degli anni, dalla pratica del kung fu e recentemente anche di altre arti marziali? Ho compreso innanzitutto che spesso non ha senso studiare un' infinità di tecniche, perché in caso di combattimento reale certe volte possono servire anche poche tecniche.

Un' altra cosa di cui mi sono reso conto è che i colpi con la mano aperta, possono rappresentare un ottimo sistema per farsi rompere le mani da un avversario.

Ho capito pure che se si migliora e si fanno dei progressi, bisogna sempre essere consapevoli di quali sono le proprie reali potenzialità in caso di un combattimento. Credersi forti e preparati ad un vero e proprio scontro non ha molto senso, perché potrebbe capitarvi di rimanere realmente sorpresi e di essere non sconfitti, ma brutalmente picchiati.

Allenandosi costantemente si comprende che l' allenamento nelle arti marziali, oltre che alla difesa personale serve ad altro. Rafforza lo spirito, inteso come carattere ed equilibrio psicologico, e ci porta a comprendere cose di noi che prima non conoscevamo.

domenica 3 marzo 2013

Il Krav Maga. Le origini ed i principi.



Originario di Israele, il Krav Maga sviluppatosi durante la prima metà del ventesimo secolo. Il significato letterale della parola krav maga è “combattimento con contatto a corta distanza”. Anche se si tratta di un sistema destinato alla difesa personale il Krav Maga ha una componente offensiva che permette di attaccare l' avversario prima di essere aggrediti.

Nacque nella prima metà del XX secolo grazie ad un ufficiale dell'esercito israeliano, esperto in tecniche di lotta occidentali, Imi Lichtenfeld, su richiesta dello stesso governo Israeliano. L'esigenza era quella di sviluppare un sistema di combattimento efficace ma rapido da apprendere, al fine di addestrare le neonate forze speciali israeliane. L'esperienza personale di Lichtenfeld influenzò pesantemente lo stile e la filosofia del krav maga: infatti egli, grande ginnasta, pugile e campione di lotta libera, alla base teorica aggiunse una grande esperienza di lotta di strada, maturata in una gioventù in parte passata a lottare per la vita nei vicoli del suo paese natale, allora occupato dai nazisti.

Il Krav Maga punta proprio alla neutralizzazione del nemico, prima che questi possa diventare una minaccia, con un mix di tecniche che vanno da pugni a leve articolari, a calci e proiezioni. Esso punta prevalentemente a zone vitali del corpo quali: genitali, carotide, occhi etc...

Il krav maga è una "tecnica di combattimento" semplice e pratica (chi la insegna preferisce non chiamarla "arte marziale"). Infatti è nata per essere appresa in breve tempo ed essere usata in un contesto bellico. Il krav maga predilige un approccio offensivo, che lo caratterizza.

sabato 2 marzo 2013

I problemi legati al combattimento da strada.



Studiare il karate, oppure il kung fu o qualche altro tipo di difesa personale sicuramente può servire a chiunque voglia imparare a difendersi.

Chi studia però da anni discipline come il Karate ed ha faticosamente imparato i kata che lo compongono sa però che il combattimento in situazioni reali di pericolo è diverso. Lo sa soprattutto se si è interessato di difesa personale e di combattimenti da strada.

Sulla strada, quando ci si difende da un male intenzionato, il combattimento e decisamente poco coreografico. Inoltre la persona che vi trovate di fronte potrebbe anche cercare di uccidervi, o quantomeno di farvi un danno enorme.

Il vostro aggressore potrebbe mordervi, cercare di cavarvi gli occhi, colpirvi ai testicoli, cercare di strangolarvi, tutte situazioni che non si verificano in palestra.

Nella mia città Catania, mi è capitato più di una volta di assistere ad una rissa. Le risse che ho visto nella mia vita si somigliano tutte. Nulla a che vedere con i combattimenti dei film di arti marziali. Le persone le ho sempre viste colpirsi con vere e proprie grandinate di pugni dall' alto verso il basso.

Di solito la persona più debole, se riesce ad un certo punto a trovare un istante di sollievo per sottrarsi ai colpi che gli piovono sul viso, scappa come un coniglio. Questo è ciò a cui ho assistito io, non volontariamente in certe notti, nella mia città.

Da quanto ho detto è evidente che chi vuole imparare a difendersi sul vero senso della parola deve cercare comprendere quello che avviene realmente sulle strade in situazioni di pericolo.

venerdì 1 marzo 2013

Il T' ai chi Ch'uan. Un importante stile interno di kung fu.



Da circa tre anni pratico a casa, il T' ai chi Ch'uan. Ho cominciato a studiarlo quando ho smesso di fare meditazione.

Praticavo la meditazione seduta, lo zazen, ma poi ho attraversato un brutto periodo in cui avevo dei problemi di salute ed una dottoressa mi ha consigliato di smettere di praticare meditazione.

Così ho pensato di sostituirla con il T' ai chi Ch'uan. Ho acquistato un buon libro che spiega le 108 tecniche dello stile Yang ed ho cominciato a studiarlo pazientemente.

Ciò che non ho invece potuto imparare sono le varie applicazioni delle tecniche all' interno di un combattimento. Non ho potuto affrontare questo tipo di studio perché non ho un amico con cui studiare. Mi alleno completamente solo. Poiché l' applicazione in combattimento non è fondata tanto su calci e pugni, ma su delle forme molto particolari di blocchi e di leve non ho potuto impararle.

In seguito ho scoperto che di esistono diversi stili di T' ai chi Ch'uan. Recentemente ho sfogliato un volume in una libreria che era stato scritto da un importante maestro orientale che aveva insegnato a più di duemila allievi e conosceva tutti gli stili esistenti. Era un libro di dimensioni normali, ma in realtà era veramente enciclopedico.

Il T' ai chi Ch'uan è realmente una forma di meditazione in movimento ed è anche ottimo come ginnastica. E' sicuramente particolarmente adatto alle esigenze delle persone anziane. La mia opinione riguardo a questo stile interno di kung fu è molto positiva.