venerdì 28 giugno 2013

La dimensione artistico tecnica nelle arti marziali.



Per quanto riguarda la tecnica in se stessa (e non la teoria della tecnica), la sua dimensione è propriamente poetica e creativa (dal greco poiein, cioè fare o produrre). Il suo ambito è l' abilità, la capacità creativa dell' uomo. Il suo atto è la produzione di un qualcosa utile e funzionale, oppure il modo migliore di fare una cosa. Dalla stessa matrice poetica, è importante sottolineare, nasce la poesia, gemella della tecnica.

Pertanto l' atto tecnico non ricerca solamente l' utile, ma anche la produzione di un' opera bella artistica. E' così che tecnica e bellezza, se sono relative a una stessa arte, non possono che corrispondere proporzionalmente. Per un esperto di arti marziali l' esecuzione di una tecnica in modo efficace apparirà anche bella, viceversa, un' esecuzione tecnicamente povera risulterà esteticamente poco gradevole.

Questo fenomeno della dimensione creativa, si constata esemplarmente durante l' esecuzione delle forme, ma si può cogliere anche durante un incontro di combattimento libero, dove tecnica e bellezza, se coadiuvate da sufficiente potenza, premiano il migliore.

 Dimensione etica.

La pratica è la dimensione interiore che sintetizza le altre due (teoria e tecnica), il suo atto è la giusta azione e il suo termine la perfezione morale, la virtù soggettiva e il bene oggettivo. L' attività pratica in senso classico è un agire che si compie internamente all' uomo, secondo coscienza e volontà. Il risultato di questo agire è l' uomo stesso che si è trasformato acquisendo una nuova virtù, diversamente dall' atto poetico dove il risultato si manifesta esternamente al suo creatore, come ad esempio avviene nella creazione di una scultura, di un brano musicale, o di uno Hyong di Tang Su Do.

Al termine praxis si attribuiscono oggi altri significati: è un produrre tecnico, economico, industriale, sociale e politico. Noi invece abbiamo voluto mantenere il suo significato originario, aristotelico, per servircene in questa breve analisi sulla filosofia applicata alle arti marziali. Queste dimensioni inquadrano la realtà d' ogni evento. Non si può ignorare una sola di esse, senza compromettere l' equilibrio e la funzionalità delle altre due, su qualunque avvenimento o vicenda umana. Le varie domande che ci poniamo: cos'è? Come ? Perché? Per cosa? Per chi?, che sgorgano prima o poi dall' interno di ogni uomo, si proiettano dall' ambito della prima dimensione (conoscitiva) alle altre parametriche, secondo le dimensioni corrispettive.

Così quando manca il nostro interessamento per una delle dimensioni che esplicano il fatto in questione, si rende incompleta la sua realtà, inoltre si rischia di viverlo in modo sbagliato, o addirittura in maniera dannosa. Questo può accadere anche con il Tang Su Do, che se non inquadrato con la giusta ottica tridimensionale (conoscenza, arte/tecnica, etica), può diventare un semplice sport di combattimento o, ancor perggio, un' arma nelle mani di un criminale.

 (Fonte: Tang Su Do, Karate coreano tradizionale, edizioni mediterranee, autore: Roberto Daniel Villalba)

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