Itosu ebbe un altro famoso incontro con un giovane impetuoso, quest' ultimo istruttore di Karate di una certa scuola di Okinawa. Belligerante per natura e molto orgoglioso della sua forza, il giovane aveva l' abitudine piuttosto spiacevole di nascondersi in vicoli bui, e quando succedeva che qualche passante solitario vi venisse a gironzolare egli colpiva il poveretto alla cieca.
Diventò alla fine così sicuro di sé che decise di sfidare lo stesso Itosu, credendo, che, non importa quanto il maestro fosse potente, egli avrebbe potuto batterlo se lo avesse attaccato di sorpresa. Una notte egli seguì Itosu lungo la strada e, dopo un furtivo avvicinamento, sferrò il pugno più potente che poteva alla schiena del maestro. Sconcertato dal fatto che evidentemente non aveva fatto nessuna impressione, il giovane bullo perse l' equilibrio e in quello stesso istante sentì il polso destro afferrato come in una morsa.
Il giovane tentò di liberarsi con l' altra mano, ma naturalmente vi riuscì. La potenza della stretta di Itosu era proverbiale ad Okinawa; egli poteva come ho raccontato prima, rompere una spessa canna di bambù con una sola mano. Itosu ora camminava trascinandosi dietro l' altro, senza nemmeno prendersi la briga di guardare indietro. Rendendosi conto che aveva fatto fiasco completamente, il giovane supplicò il perdono del maestro.
- Ma tu chi sei? - gli sussurrò Itosu.
- Ah, - mormorò lui, - non dovresti proprio cercare di giocare questi tiri ad un vecchio come me – Con ciò lo lasciò andare e passò oltre.
Vivide immagini si affollano nella mia mente quando ripenso ai miei due insegnanti e alla loro diversa filosofia sul Karate do.
(Fonte: Gichin Funakoshi, Karate Do, il mio stile di vita)
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