domenica 30 giugno 2013

Le differenze fra il Karate e Ju Jitsu. Quale scegliere?



Fino a un mese fa credevo che nel Karate a parte le spazzate, non esistessero leve, proiezioni e tutte le altre tecniche corpo a corpo. 

 Non è che avessi maturato questa convinzione senza alcuna motivazione logica. Spinto solo dalla presunzione di conoscere un' arte marziale

 Ho un discreto numero di libri sul Karate, e in tutti questi libri, a parte le spazzate e qualche semplice tecnica corpo a corpo, non vi sono né proiezioni, né leve, praticamente ci sono solo tecniche di calcio di pugno di parata ed i Kata

 Sono buoni libri, ma evidentemente gli autori non hanno ritenuto di fondamentale importanza inserire le tecniche corpo a corpo. 

 Queste tecniche però esistono, la loro mancanza all' interno dei miei libri mi ha convinto di un qualcosa che non è vero. 

 Al contrario ho due libri sul Ju Jitsu che sono ricchissimi di tecniche corpo a corpo di tutti i tipi. E non mancano nemmeno le tecniche di calcio di pugno e di parata. 

 Oggi sono più informato rispetto al passato, anche a causa delle continue ricerche che faccio per aggiornare questo blog, e so che esiste uno stile di karate il Wado ryu, in cui sono presenti un discreto numero di tecniche che originariamente provenivano dal Ju Jitsu. 

 Quali sono allora le differenze fra uno stile di Karate come il Wado ryu ed il Ju Jitsu? Innanzitutto vi è sicuramente una differenza legata a quelle che si potrebbero definire le filosofie dei due sistemi di combattimento

 Il Ju Jitsu prevede sicuramente un maggior numero di tecniche corpo a corpo. Questo però non significa che debba essere considerato migliore. 

 Commettiamo infatti spesso l' errore di pensare che se uno stile è più ricco di tecniche allora è migliore

 Se fosse così Bruce Lee non avrebbe mai ideato il Jeet Kune Do, che mira invece alla sintesi.

sabato 29 giugno 2013

Il percorso per diventare istruttori o maestri di arti marziali.



Qualche appassionato di arti marziali sogna sicuramente di diventare un giorno, un istruttore oppure un maestro.

E' una scelta semplice? E' un percorso che si può fare senza grosse difficoltà? Oppure non è per niente semplice.

Quello che ho capito io, è che se si vogliono fare le cose veramente bene, allora il percorso è lungo. Non è quindi un percorso breve.

Sicuramente non puoi diventare un maestro di arti marziali, allenandoti da solo a casa tua, come ho fatto io per tutti questi anni. Se scegli questa strada puoi imparare un po' di difesa personale e basta.

Esiste una via più breve per insegnare arti marziali? Si, dei percorsi più brevi esistono, ma richiedono comunque diversi anni. Penso almeno quattro, cinque. E non diventerai di certo un maestro, ma un istruttore.

Anche per accedere ai corsi base di allenatore o istruttore di Krav Maga di solito se non mi sbaglio bisogna aver praticato per due, tre anni, qualche altra arte marziale.

Non bisogna farsi troppe illusioni ad ogni modo. Prova a a guardare un po' i curriculum dei maestri di arti marziali. Di solito hanno dedicato un' intera vita ad imparare. Molti hanno anche studiato per diversi periodi all' estero.

Devi considerare inoltre che per insegnare, devi realmente aver interiorizzato gli insegnamenti. Come potresti mai trasmetterli altrimenti?

Se però è la tua passione puoi tentare. Studiare presso un maestro non costa così tanto. Ti servono soprattutto la buona volontà ed il tempo. E certamente sarai avvantaggiato se sei ancora giovane.

venerdì 28 giugno 2013

La dimensione artistico tecnica nelle arti marziali.



Per quanto riguarda la tecnica in se stessa (e non la teoria della tecnica), la sua dimensione è propriamente poetica e creativa (dal greco poiein, cioè fare o produrre). Il suo ambito è l' abilità, la capacità creativa dell' uomo. Il suo atto è la produzione di un qualcosa utile e funzionale, oppure il modo migliore di fare una cosa. Dalla stessa matrice poetica, è importante sottolineare, nasce la poesia, gemella della tecnica.

Pertanto l' atto tecnico non ricerca solamente l' utile, ma anche la produzione di un' opera bella artistica. E' così che tecnica e bellezza, se sono relative a una stessa arte, non possono che corrispondere proporzionalmente. Per un esperto di arti marziali l' esecuzione di una tecnica in modo efficace apparirà anche bella, viceversa, un' esecuzione tecnicamente povera risulterà esteticamente poco gradevole.

Questo fenomeno della dimensione creativa, si constata esemplarmente durante l' esecuzione delle forme, ma si può cogliere anche durante un incontro di combattimento libero, dove tecnica e bellezza, se coadiuvate da sufficiente potenza, premiano il migliore.

 Dimensione etica.

La pratica è la dimensione interiore che sintetizza le altre due (teoria e tecnica), il suo atto è la giusta azione e il suo termine la perfezione morale, la virtù soggettiva e il bene oggettivo. L' attività pratica in senso classico è un agire che si compie internamente all' uomo, secondo coscienza e volontà. Il risultato di questo agire è l' uomo stesso che si è trasformato acquisendo una nuova virtù, diversamente dall' atto poetico dove il risultato si manifesta esternamente al suo creatore, come ad esempio avviene nella creazione di una scultura, di un brano musicale, o di uno Hyong di Tang Su Do.

Al termine praxis si attribuiscono oggi altri significati: è un produrre tecnico, economico, industriale, sociale e politico. Noi invece abbiamo voluto mantenere il suo significato originario, aristotelico, per servircene in questa breve analisi sulla filosofia applicata alle arti marziali. Queste dimensioni inquadrano la realtà d' ogni evento. Non si può ignorare una sola di esse, senza compromettere l' equilibrio e la funzionalità delle altre due, su qualunque avvenimento o vicenda umana. Le varie domande che ci poniamo: cos'è? Come ? Perché? Per cosa? Per chi?, che sgorgano prima o poi dall' interno di ogni uomo, si proiettano dall' ambito della prima dimensione (conoscitiva) alle altre parametriche, secondo le dimensioni corrispettive.

Così quando manca il nostro interessamento per una delle dimensioni che esplicano il fatto in questione, si rende incompleta la sua realtà, inoltre si rischia di viverlo in modo sbagliato, o addirittura in maniera dannosa. Questo può accadere anche con il Tang Su Do, che se non inquadrato con la giusta ottica tridimensionale (conoscenza, arte/tecnica, etica), può diventare un semplice sport di combattimento o, ancor perggio, un' arma nelle mani di un criminale.

 (Fonte: Tang Su Do, Karate coreano tradizionale, edizioni mediterranee, autore: Roberto Daniel Villalba)

giovedì 27 giugno 2013

L' importanza del cinema di arti marziali. I film più belli.



E' stato anche grazie al cinema, che le arti marziali si sono diffuse nel mondo. A renderlo molto più affascinante è stato Bruce Lee, ma prima di lui questo tipo di cinema esisteva già. 

 Ho visto i film di Bruce Lee, quando ero ancora un bambino, e ricordo che ebbero una grande influenza su di me. Già allora provai il desiderio di iscrivermi in qualche scuola di arti marziali

 Naturalmente poi sono nate pian piano nuove star del cinema di arti marziali. Bruce Lee è stato un po' un precursore. Dopo di lui sono comparsi altri attori

 Ricordo che per tanti anni non ho provato un particolare interesse per questo tipo di film, fin quando non sono apparsi i primi film di Van Damme

 In particolar modo ricordo un film in cui il protagonista parte per disputare il torneo del kumite, di cui non avevo mai sentito parlare prima. Oltre ai combattimenti del film, molto belli, anche i personaggi erano molto interessanti. 

 Naturalmente quello non è stato l' unico film di Van Damme che mi è piaciuto. Inoltre Van Damme era uno dei primi artisti di arti marziali, che oltre ad essere bravo a combattere aveva anche un grande fisico

Vedendo questo tipo di pellicole viene effettivamente il desiderio di iscriversi in palestra e cominciare a praticare. Naturalmente fra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare. 

 Anche in film non specificatamente dedicati al tema come Matrix, sono presenti molti combattimenti. Si pensi a Neo che aveva imparato nel film rapidamente il Kung fu.

mercoledì 26 giugno 2013

Il combattimento libero. Di che si tratta?



Il combattimento libero è una forma di studio e d' allenamento, dove i contendenti hanno la possibilità di muoversi con quasi totale libertà per quanto riguarda l' impiego delle tecniche offensive o difensive. Lo scopo è riprodurre il più fedelmente possibile una eventuale situazione di contrasto – dove potrebbe essere in gioco la propria vita – e allenarsi con gli elementi che si sono appresi, per raggiungere la maestria nell' arte.

La pratica assidua permette al soggetto di acquisire una sicurezza psicologica, che si riflette poi nel suo comportamento. E' però molto importante tenere presente che il combattimento libero, sia in palestra (allenamento), sia in una competizione sportiva (agonistico), non è mai quel conflitto reale (difesa personale) che può accadere nelle circostanze più diverse e in momenti inaspettati, comportando conseguenze imprevedibili e quindi non descrivibili nell' analisi seguente.

Possiamo utilizzare una formula matematica (equazione di primo grado) per sintetizzare e avere una visione globale delle componenti che determinando il risultato in un combattimento.

Y= nx + c(a + b)

dove y= variabile dipendente; rappresenta il risultato finale del combattimento.

x= variabile indipendente, include ogni variabile sconosciuta, compresa la quantità (n); rappresenta l' avversario.

c=termine noto; rappresenta l' effettiva capacità combattiva del soggetto ed è idealmente il fattore costante dell' equazione.

a= un coefficiente degli elementi tecnici autogeni ed esogeni.

b= coefficiente delle condizioni psico-fisiche dell' individuo

(Fonte: Tang Su Do, karate coreano tradizionale, edizioni mediterranee, autore : roberto daniel villalba)

martedì 25 giugno 2013

La possibilità di progredire nello studio delle arti marziali.



Quali possibilità effettive ha un appassionato di arti marziali di progredire nello studio delle stesse? E' bene distinguere due casi. Il caso di una persona che si allena da sola e il caso di una persona che studia in una scuola.

Inoltre è bene distinguere il progredire nella propria capacità effettiva di combattimento, dal progredire nelle gare, e dal progredire dal punto di vista spirituale e filosofico. 

 Se vi allenate da soli, i fattori che influenzeranno la vostra possibilità di progredire saranno due: lo studio e la volontà di andare avanti nei limiti delle vostre possibilità di apprendimento, e i vostri limiti fisici. 

 Proprio così, anche i vostri limiti fisici assumeranno un ruolo importantissimo. E rappresenteranno di certo un limite. 

 Ritengo che se vi allenate da soli avete possibilità non indifferenti di progredire nel corso degli anni dal punto di vista filosofico spirituale. Mi riferisco alla capacità che si acquista col tempo di affrontare le proprie paure e rafforzare il proprio se. 

 Ad aiutarvi in ciò, potrebbe essere lo studio delle filosofie orientali, come il buddismo zen. Molti praticanti di arti marziali, si sono avvicinati allo studio di questa filosofia. Io stesso l' ho fatto. 

 Chi studia in una scuola incontrerà soprattutto come impedimenti le proprie caratteristiche fisiche, che si possono cambiare solo fino ad un certo punto. Ma questo non dovrebbe essere in fondo per la maggior parte delle persone un problema troppo grosso. 

 Lo studio in una scuola di arti marziali, avviene di solito per gradi, la possibilità di migliorare esiste un po' per tutti ed è legata all' impegno, allo studio e al numero degli anni passati a praticare.

lunedì 24 giugno 2013

Attrezzi utili per l' allenamento, nelle arti marziali.



Quali sono gli attrezzi che possono risultare utili per l' allenamento a casa? Sono diversi, parlerò qui solo di alcuni. 

 Innanzi tutto la corda per saltare. Tradizionalmente si sa, si utilizza molto nella boxe, ma rappresenta un attrezzo importante anche per chi pratica il Karate. 

 I pesi, mi riferisco a quelli piccoli. C' è tutto un allenamento, che si attua esercitandosi a sferrare dei colpi stringendo nei pugni dei piccoli pesi

 I guantoni. Sia che dobbiate colpire un sacco da boxe che qualche altro supporto utile agli stessi fini, vi serviranno dei guanti e dovrete anche imparare a mettere delle fasciature nelle vostre mani, per evitare incidenti.

 Il sacco per la boxe. E' uno strumento utilissimo, può realmente aiutarvi a sviluppare potenze e una maggiore reattività in caso di combattimento.

 Il makiwara. E' lo strumento classico per l' allenamento nel Karate, serve a rinforzare le proprie armi, ovvero mani e piedi. In molti libri è spiegato come costruirne uno. E' possibile ad ogni modo anche ordinarlo in qualche negozio on line, che si occupa di attrezzature sportive. 

 L' uomo di legno. Questo strumento serve alle persone che praticano il Kung fu, Wing Chun. In qualche post passato ho inserito dei video in cui c' erano degli atleti che si allenavano su di esso. 

 Per quanto riguarda gli stili di Kung Fu invece, e questo vale per chi si interessa soprattutto di questa arte marziale, bisogna mettere in evidenza che non sono tutti allo stesso livello. 

 Certi sono più genuini, come direbbe Bruce Lee stesso, hanno qualcosa di vero, come il vino buono, altri invece lasciano molto a desiderare.

domenica 23 giugno 2013

Arti marziali. Come continuare ad allenarsi anche quando si è grandi.



Ho cominciato ad allenarmi da grande e continuo a farlo, però negli ultimi anni ho incontrato qualche problema, perché soffro di dolori alle articolazioni

 Molte persone fanno sport da giovani, ma quando sono grandi abbandonano. I motivi possono essere diversi. 

 Di solito quando si cresce possono subentrare tanti di quei problemi, da rendere difficile anche solo trovare il tempo per allenarsi. 

 Spesso questo può avvenire per motivi di lavoro. Le persone che lavorano solo a part time, sono una minoranza rispetto a quelle che passano tutta la giornata in ufficio. 

 Quando si esce stanchi dal lavoro è difficile trovare la volontà per andare ad allenarsi in palestra. Per molti può risultare molto faticoso. 

 Se ci si allena da soli, questi problemi non sorgono, ma ne subentrano altri. Se ti alleni da solo avrai bisogno di ancora più motivazione per allenarti. 

 Cosa si può fare allora per risolvere questo tipo di problemi? Obbiettivamente non esistono poi così tante soluzioni

 Se fate sia body building che arti marziali e improvvisamente non avete più il tempo per potervi dedicare ad entrambe, se vi piacciono le arti marziali, smettete allenarvi con i pesi. Se poi non avete tempo per entrambe queste attività e un altro problema. 

 Potreste però provare ad allenarvi da soli. Non è la stessa cosa, non si ha un maestro, e difficilmente si trovano altre persone con cui allenarsi – e forse nemmeno conviene, per i rischi di piccoli incidenti – ma è sempre un passo avanti. 

 Se praticate invece un arte marziale dura, e subite degli incidenti in allenamento, e per varie ragioni non potete o non ve la sentite di continuare potreste provare a praticare uno stile interno di Kung fu come il Tai Chi Chuan.

sabato 22 giugno 2013

Considerazioni su Bruce Lee e la questione dei Kata.



Nei tre post precedenti ho riportato le parti di un articolo che prendeva una posizione un po' diversa da quella di Bruce Lee riguardo l' importanza dei Kata.

 Tante persone in Italia e all' estero praticano il Karate. Il Karate si impara in parte attraverso lo studio dei Kata. 

 Bruce Lee non dava molta importanza ai Kata, anzi forse il contrario, tanto che se non ricordo male era arrivato a considerare inutili, persino quelli dello stile di kung fu che aveva studiato da ragazzo il Wing Chun

Cosa posso dire io, appassionato di arti marziali, riguardo a questo argomento. I kata e le forme sono importanti o no? Io personalmente li studio e non li ritengo nemmeno inutili. Mi rendo conto però che anche se sono importanti per allenare il corpo, e per allenare la concentrazione, difficilmente possono portarci a sviluppare un' abilità particolare in combattimento

 Da questo punto di vista, sono perfettamente d' accordo con Bruce Lee. Il combattimento reale, quello che si svolge per strada, quando si ha la sfortuna di subire un' aggressione e si reagisce è sicuramente qualcosa di molto diverso. 

 Io penso che Bruce Lee avesse in parte ragione. D' altra parte quando ha sviluppato i principi del suo stile il Jeet Kune Do, ha tenuto conto dei rischi reali che si corrono quando si combatte con un vero avversario. Quindi ha cercato di distillare l' essenza delle arti marziali, ciò che realmente può servire in combattimento. 

Nulla toglie però che una persona che ama le arti marziali, considerandole non solo sistemi da combattimento, ma delle vie per sviluppare l' autocontrollo e forse un po' anche il proprio spirito, attribuisca ai kata un' importanza molto superiore rispetto al creatore del Jeet Kune Do.

venerdì 21 giugno 2013

I kata e la necessità di una tradizione. Parte finale.



La mente umana tesse questa sua cultura per non disperdersi con la morte, per durare all' impermanenza delle cose, per fronteggiare le sfide alle quali la vita la sottomette continuamente per lottare contro il tempo, e per scrutare e dominare la natura. La mente dell' uomo vuol dire la sua sulla sopravvivenza in questo Universo vivente. Vuole trasmettere ad altre menti le proprie esperienze ed i suoi aneliti, per poi passare per il mondo lasciando una traccia, un messaggio.

 Il Kata non è altro: è un linguaggio del corpo composto da segni significativi recanti un messaggio, articolati da una sintassi e regolati da una grammatica ben precisa che garantisca la chiarezza del messaggio quando questo sarà recepito, decodificato e riprodotto in un' altra intelligenza. Come per ogni altro linguaggio, poi, il Kata c'è per riflettere la pura luce dello spirito nella natura materiale e per testimoniare dello scarso, prezioso e pericoloso dono della libertà nell' uomo. Alla fine dei conti, se fosse vissuto più a lungo, Bruce Lee si sarebbe ricreduto sull' utilità dei Kata e avrebbe sconfessato gli eccessi dottrinali dello Zen e di un Krishnamurti.

 Poiché come abbiamo fortunatamente capito sin da molto giovani, per trascendere la nostra mente e superare il suo universo fatto di logica e parole, prima però bisogna averne una. Ci è solidale in questo punto il pensiero del Maestro Massimo Scaligero, che afferma: - Dottrina del Non Mentale, lo Zen esige pertanto una eccezionale attività mentale - Prima di attingere l' unita trascendentale del Ken e dello Zen nel regno della Non Forma è necessario attraversare per lungo e largo il processo della forma, appunto del KATA.

 (Fonte: Tang Su Do, autore: Roberto Daniel Villalba, edizioni mediterranee)

giovedì 20 giugno 2013

Ancora sull' importanza dei Kata per la tradizione.



Ripetiamolo ancora una volta: per formalizzare il suo originale modo di intendere e vivere il Kung Fu, e per tramandare questi nuovi valori alle masse di proseliti egli sarebbe stato costretto ad istituire una tradizione. Il che non è altro che compromettersi con la durata nel tempo che questa trasmissione culturale comporta, interiorizzandone dei modi creati da sé – ed ora leggittimati dal sistema – nelle nuove leve. Passato e futuro sono poi dimensioni mentali inscindibili, senza il primo, il secondo non ha possibilità d' essere.

Di conseguenza, il futuro della sua scuola sarebbe dipeso dal presente delle sue azioni, e quello a sua volta sarebbe dipeso dai primi passi nel remoto passato... quando ancora ragazzino frequentava le lezioni di Win Chun del venerabile Yip Man. Allora il nostro Bruce Lee avrebbe capito che cultura è conoscenza accumulata nel tempo, lungo il percorso delle vicende umane chiamate Storia.

Queste vicende umane, singole o collettive, hanno, si, bisogno di rinnovamento creativo e perciò di riformatori e scopritori che ogni tanto rivoluzionino il costume e rivitalizzino le coscienze; ma Bruce Lee avrebbe comunque realizzato che cultura è fondamentalmente il modo di vivere degli umani – e solo di essi – che abbisognano di punti di riferimento, di certezze, di idee, e della comunicazione di queste, nonché di emozioni superiori. Questo perché l' Universo (o il creatore, non fa differenza in questa sede) ci ha fatto così, con una mente propriamente umana. Una mente che a modo suo costruisce di un suo esclusivo design la cosiddetta cultura.

(Fonte: Tang Su Do, autore: Roberto Daniel Villalba, edizioni mediterranee)

mercoledì 19 giugno 2013

I kata ed il bisogno di una tradizione.



Non tutti i maestri famosi però, la pensavano allo stesso modo. Bruce Lee non credeva nei Kata. Ispirandosi allo Zen ed in qualche misura seguace di Jiddhu Krishnamurti, aveva fatto la coraggiosa scelta di vivere la sua filosofia in movimento sino in fondo. Raccogliendo i dati più disparati ed amalgamando elementi presi da altre arti di combattimento, Bruce Lee ridestava il suo Kung fu nella creativa sintesi del qui e ora.

Come ogni creatore egli era anche un distruttore. Voleva eliminare ogni riferimento al passato che fosse vana conservazione di modi e costumi senza alcuna utilità, fatti – perché si-, meccanicamente ripetuti in ricordo reverente della tradizione; una tradizione che gli sembrava piatta, senza vita, mancante di senso, e che gli negava meschinamente ogni risposta ai tanti perché che la sua sincerità gli imponeva.

Bruce Lee è morto giovane, troppo giovane... a soli 33 anni. Se avesse superato i 40 anni avrebbe probabilmente consolidato la sua idea del Jeet Kune Do e l' avrebbe diffusa in tutto il mondo. Chi non sarebbe stato attratto dal suo carismatico fascino e dalla sua celeberrima fama? Se Lee fosse ancora in vita il suo stile di Kung fu sarebbe diventato con ogni probabilità scuola ed avrebbe accomunato migliaia di adepti sparsi in tutto il pianeta..., istruiti da lui stesso. Allora da un' angolatura prettamente tecnica, potremmo supporre che Bruce si sarebbe servito di Kata creati da sé per assicurare una continuità alla nascente scuola. I kata, o comunque si voglia chiamarli, sono in ogni caso delle unità standard di significazione gestuale iprescindibili per la trasmissione di un messaggio e per garantire la continuità di questo il più chiaramente possibile alle successive generazioni.

Ma li poggia il quid del problema: continuità significa tradizione. Bruce sarebbe allora diventato un costruttore di nuovi modelli, un eponimo come Myagi, Kano o Funakoshi.

( Fonte: Roberto Daniel Villalba, Tang Su DO, edizioni mediterranee )

martedì 18 giugno 2013

Il miglioramento per gradi nelle arti marziali.



Per diventare istruttori o maestri nelle arti marziali sono necessari degli anni. Non è una cosa che si può fare da un momento all' altro.

Nel karate ci sono le cinture. Si prendono nel corso degli anni e bisogna sostenere degli esami. Il sistema è stato studiato a dovere.

In linea generale credo che solo gli studenti più volenterosi portano a termine il percorso di studio completo nelle arti marziali.

E chi si allena da solo? Naturalmente se ti alleni da solo non puoi prendere cinture, né puoi diventare un istruttore oppure un maestro?

Ne vale la pena allora? Non è meglio andare subito alla ricerca di un buon maestro e iscriversi nella sua palestra?

Se volete fare le cose veramente per bene,si . O se aspirate a diventare istruttori o maestri lo è di certo. Ma se i vostri propositi sono più limitati allora potete allenarvi anche a casa.

Se aspirate ad imparare un po' di difesa personale potete farlo di certo anche da soli. Naturalmente in caso di aggressione non sarete magari altrettanto preparati. Potreste anche diventare molto bravi, ma in linea generale non me la sento di dirvi che diventerete degli esperti.

Fermo restando che in caso di combattimento da strada tutto rimane sempre a livello di incognita. Se poi l' altro avversario è armato di coltello o pistola le cose diventano ancora più problematiche. Io personalmente in questi ultimi due casi invece di reagire mi limiterei a dare i miei soldi al ladro.

Ci sono esperti di arti marziali però che sono capaci di difendersi sia da persone armate di coltello che di pistola. Parliamo però di veri esperti.

lunedì 17 giugno 2013

Il lavoro di gambe nel Jeet Kune Do.



Il lavoro di gambe nel Jeet Kune Do tende alla semplicità, alla semplificazione. Limitati a compiere i movimenti strettamente necessari. Non ti spostare esageratamente, non stare kn punta di piedi e non ballonzolare qua e là come un pugile ricco di immaginazione. Un lavoro di gambe economico migliora la velocità. Inoltre movendoti quanto basta per eludere l' attacco dell' avversario, lo stanchi, mentre risparmi le tue forze. Pensa semplicemente a metterti in salvo.

La qualità delle tecniche di un atleta dipende dal suo lavoro di gambe. E, soprattutto il suo lavoro di gambe deve essere sciolto e rilassante. I piedi debbono stare a distanza comoda, diversa da soggetto a soggetto, senza sforzo né impaccio. Questa è la ragione per la quale il lavoro di gambe tradizionale e le posizioni classiche non sono funzionali, non rispondono alle esigenze reali. Il movimento di gambe tradizionale è lento e goffo. In combattimento nessuno si muove come prescrivono i canoni classici. Chi pratica le arti marziali ha bisogno di spostarsi in ogni direzione in una frazione di secondo.

Si ricorre al movimento per difendersi, per simulare, per trovare la distanza giusta per attaccare, e per risparmiare energia. L'arte di combattere è essenzialmente l' arte di sapersi muovere. Il lavoro di gambe ti da la possibilità di guadagnare terreno e di evitare l' arretramento, di uscire da una strettoia, di stancare un avversario che picchia forte vanificando i suoi tentativi di atterrarti, e mette pepe nel pugno.

(Fonte: Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee, autore: Bruce Lee)

domenica 16 giugno 2013

Avvicinarsi alle arti marziali.



Alle arti marziali ci si può avvicinare per ragioni e motivi diversi; ogni persona ha di certo le sue ragioni.

C' è chi ad esempio è rimasto così tanto affascinato dai film di arti marziali, da desiderare di cominciare il loro studio.

Altri vorrebbero imparare a difendersi e scelgono un' arte marziale che ritengono possa aiutarli ad acquisire le conoscenze di difesa personale che ritengono importanti.

Le persone che si avvicinano da giovani alle arti marziali, certe volte diventano degli atleti che partecipano alle competizioni.

Da molti anni molte arti marziali, come ad esempio il Karate e il Judo, hanno sviluppato sempre di più il proprio aspetto sportivo.

All' inizio, questo era dovuto anche alla necessità di far conoscere un po' in tutto il mondo, le arti marziali. L' aspetto spettacolare delle arti marziali ha rappresentato sempre un richiamo per molte persone. Si pensi a sport spettacolari come il Full Contact.

Esiste però anche una via filosofica alle arti marziali, legata alla possibilità di sviluppare attraverso di esse l' equilibrio psicofisico ed il carattere.

Poche persone studiano le arti marziali da sole, come faccio io. E' un atteggiamento un po' atipico. Io come ho già spiegato ho i miei motivi.

sabato 15 giugno 2013

Quello che so sul Karate.



Ho cominciato a studiare arti marziali da solo circa otto anni fa. Ho cominciato studiando il kung fu Wing Chun. Negli ultimi anni, dopo aver letto il libro Jeet Kune Do di Bruce Lee, è nata in me la curiosità di comprendere anche altre arti marziali.

Così ho acquistato dei libri di Tai Chi, Ju Jitsu, Boxe, Difesa Personale, Hapkido e infine Karate. Il Karate che studio a tempo perso da un paio di anni è l' arte marziale che mi ha incuriosito di più ma che ha creato in me anche più confusione.

Sono entrato un po' in confusione a causa del Karate, perché di quest' arte marziale esistono diversi stili. Ed è difficile comprendere quale è meglio studiare.

Recentemente ho scoperto che esiste uno stile di Karate molto completo, diffusissimo in Giappone e negli Stati Uniti, il Wado ryu. In questo stile di Karate vengono insegnate anche diverse tecniche che derivano dal Ju Jitsu. E' ottimo quindi come sistema di difesa personale.

Non ho libri sul Wado ryu, ma ho dei libri sul Karate Shotokan, su quello di Okinawa, e su quello coreano. In tutti questi testi non sono presenti tecniche corpo a corpo, ma solo Kata e tecniche di calcio e di pugno. Non so dire però se negli stili esistono o meno.

Il karate di Okinawa, per lo meno quello di cui possiedo i libri è basato soprattutto sullo studio dei Kata. Si da molta importanza al concetto di Karate come stile di vita. La cosiddetta via del Karate Do.

Il Karate coreano è caratterizzato, rispetto a quello di Okinawa da movimenti più ampi. Lo stesso discorso vale per il Karate Shotokan.

venerdì 14 giugno 2013

I leggendari scontri fra maestri di arti marziali.



Itosu ebbe un altro famoso incontro con un giovane impetuoso, quest' ultimo istruttore di Karate di una certa scuola di Okinawa. Belligerante per natura e molto orgoglioso della sua forza, il giovane aveva l' abitudine piuttosto spiacevole di nascondersi in vicoli bui, e quando succedeva che qualche passante solitario vi venisse a gironzolare egli colpiva il poveretto alla cieca.

Diventò alla fine così sicuro di sé che decise di sfidare lo stesso Itosu, credendo, che, non importa quanto il maestro fosse potente, egli avrebbe potuto batterlo se lo avesse attaccato di sorpresa. Una notte egli seguì Itosu lungo la strada e, dopo un furtivo avvicinamento, sferrò il pugno più potente che poteva alla schiena del maestro. Sconcertato dal fatto che evidentemente non aveva fatto nessuna impressione, il giovane bullo perse l' equilibrio e in quello stesso istante sentì il polso destro afferrato come in una morsa.

Il giovane tentò di liberarsi con l' altra mano, ma naturalmente vi riuscì. La potenza della stretta di Itosu era proverbiale ad Okinawa; egli poteva come ho raccontato prima, rompere una spessa canna di bambù con una sola mano. Itosu ora camminava trascinandosi dietro l' altro, senza nemmeno prendersi la briga di guardare indietro. Rendendosi conto che aveva fatto fiasco completamente, il giovane supplicò il perdono del maestro.

- Ma tu chi sei? - gli sussurrò Itosu.

- Ah, - mormorò lui, - non dovresti proprio cercare di giocare questi tiri ad un vecchio come me – Con ciò lo lasciò andare e passò oltre.

Vivide immagini si affollano nella mia mente quando ripenso ai miei due insegnanti e alla loro diversa filosofia sul Karate do.

(Fonte: Gichin Funakoshi, Karate Do, il mio stile di vita)

giovedì 13 giugno 2013

La pratica del Jeet Kune Do. Uno studio senza fine.



Quando si studiano le arti marziali, non un unico stile, ma si svolge quel tipo di lavoro di ricerca sui libri, che avviene alle volte quando ci si allena da soli, si sviluppano alle volte dei desideri.

Probabilmente una persona che studia un' arte marziale in palestra da tanti anni, con un maestro, è soddisfatta di quello che impara e non svolge alcun lavoro di ricerca.

Esistono effettivamente delle arti marziali molto complete, e se si ha la fortuna di avere un buon maestro e di trovarsi bene è abbastanza normale un simile atteggiamento.

Ho scoperto ad esempio recentemente che il Karate Wado Ryu rientra fra quelle arti marziali che sono molto complete. Il suo creatore vi ha inserito anche diverse tecniche di Ju Jitsu, tecniche adatte al combattimento a distanza ravvicinata.

Chi studia il Jeet Kune Do, per conto proprio, potrebbe provare il desiderio di seguire dei corsi di arti marziali, in modo periodico. Che so, due anni di Aikido, tre di Karate, due di Boxe. Apprendere tecniche di diverse arti marziali insomma.

Quando ci si allena da soli di certo questo non si può fare. In altri post ho scritto che nello studio del Jeet Kune Do non è necessario conoscere moltissime tecniche.

Questo è vero, ritengo però che sia importante tenersi sempre in allenamento; studiare con diversi maestri può essere un grande stimolo. Bruce Lee stesso mi sembra che lo abbia fatto.

Non so se essere troppo ripetitivi sia una scelta intelligente.

mercoledì 12 giugno 2013

Arti marziali. Imparare dai video corsi.



Se decidi di allenarti da solo in un' arte marziale, per imparare hai due possibilità : studiare dai libri, oppure da dei video corsi.

Studiare dai libri è la scelta più semplice e diretta; non necessariamente è la migliore. Esistono anche dei video corsi di qualità.

I video corsi però, potreste trovarvi nella condizione di doverli ordinare dall' estero. In Italia, non mi sembra che ce ne siano poi così tanti.

E' una strada facilmente percorribile quella di studiare un' arte marziale preparandosi su dei video corsi? Tutto dipende da quali risultati vorreste raggiungere.

Ho già spiegato che le vostre possibilità di apprendimento se avete intenzione di studiare arti marziali da soli saranno più limitate.

In palestra un maestro vi può trasmettere decisamente meglio degli insegnamenti; inoltre anche se trovando una persona disponibile potete farlo anche a casa, in palestra potete esercitarvi anche negli esercizi a due che simulano un combattimento.

Non saprei dire come si fa a scegliere un video corso. Io fino ad ora ne ho comprato uno solo. Quindi non ho molta esperienza.

Provate a comprarne uno, due, o anche più in base alle vostre necessità ed alle vostre aspettative. Poi tirate le somme e cercate di comprendere da quale vi conviene studiare.

martedì 11 giugno 2013

Allenarsi nel karate e nel kung fu. Considerazioni.



Come ho già spiegato diverse volte allenarsi da soli è possibile, entro certi limiti però. Non si deve commettere l' errore di credere che l' allenamento che si può portare avanti a casa propria sia completo come quello che si fa in palestra.

Certo se prendete delle lezioni private da un maestro è un altro discorso. Ma sono poche le persone che contattano un maestro per prendere delle lezioni private. Fra l' altro non tutti i maestri le danno, la maggior parte insegna solo in palestra.

Esistono delle differenza se si sceglie di imparare il Kung fu, da soli, o se si sceglie invece il Karate. Le differenze esistono perché queste due arti marziali pur avendo dei punti in comune, presentano anche delle notevoli differenze.

Se parliamo di somiglianze, il Karate Wadoryu ha diversi punti in comune con il Kung fu Wing Chun. Non so dire se si tratta solo di un caso o meno, però è così.

Tornando all' allenamento, se consideriamo il Karate penso che per le sue caratteristiche è importante nell' allenamento oltre all' esecuzione e alla ripetizione dei Kata, esercitarsi al sacco e al Makiwara.

Dico questo perché nei libri sul Karate è sempre stata messa in evidenza l' importanza di rinforzare le mani ed imparare a colpire nel modo giusto. Nel Kung Fu Wing Chun esiste un attrezzo per allenare parecchie tecniche che si chiama l' uomo di legno, non è però indispensabile – anche se di certo è importante - tanto che in un libro ho letto che ci si può allenare persino appendendo al soffitto un foglio di carta.

E ho anche visto un paio di video in cui i protagonisti si allenavano a colpire un foglio di carta appeso al soffitto.

lunedì 10 giugno 2013

Kung fu. Allenarsi da soli. Dai pesi all' allenamento vero e proprio.



Scegliere di allenarsi da soli, come ho già spiegato è possibile. E' un allenamento più limitato. Molte tecniche non si possono imparare.

Mi riferisco soprattutto a quelle tecniche che andrebbero studiate con un compagno. E' un po' difficile comprendere queste tecniche provandole senza un compagno.

L' allenamento coi pesi, si può affiancare all' allenamento normale. Come ci si deve allenare? Potete iscrivervi in palestra se ne avete la volontà, oppure ci sono altre due opzioni.

Comprate dei piccoli pesi – da uno, due, tre chili – ed eseguite dei semplici esercizi. Si possono utilizzare anche per irrobustire le braccia dando dei pugni con i pesi. Gli esercizi corretti li dovete cercare in qualche libro di Full Contact, o di qualche altra arte marziale.

In alternativa potete allestire una piccola palestra a casa vostra. Vi serve lo spazio però, e la volontà di allenarvi. Dovete naturalmente anche scegliere gli attrezzi giusti.

Se avete dove appenderlo, potete anche procurarvi un sacco da boxe. L' allenamento al sacco può essere veramente molto utile.

Per quanto riguarda l' attività aerobica, potete fare un po' di corsa se trovate il tempo e la volontà. Venti, trenta minuti, due volte la settimana. Vi sconsiglio invece di provare a fare da soli meditazione. Semmai potete provare ad imparare un po' di Tai Chi Chuan.

domenica 9 giugno 2013

Allenarsi da soli. La distrazione.



Quando parlo di distrazione, non mi riferisco alla distrazione del famoso romanzo di Alberto Moravia. Se ci si allena da soli può subentrare ad un certo punto l' effetto distrazione.

Questa è una cosa che può succedere soprattutto nell' ambito del lavoro di ricerca. Quanto ti alleni da solo svolgi un intenso lavoro di ricerca, compri libri nuovi, studi tecniche.

Può succedere però di esagerare, di perdere di vista il vero scopo di questo tipo di ricerca, cioè trovare gli stili e le tecniche più adatti in base alle proprie attitudini e di darsi ad una sorta di shopping compulsivo.

Faccio un esempio. Volevo imparare un po' di Karate. Ho comprato un manuale molto semplice che spiegava le tecniche di base. Non mi soddisfava però.

Guardando altri libri, uno mi aveva colpito molto. Era un libro sul Karate di Okinawa. L'ho comprato. Si è rivelato un ottimo libro.

Poi però ho notato dei libri sul Karate Coreano. Li ho comprati. Gran bei libri. Scritti veramente bene. Da soli sarebbero bastati per portare avanti un ottimo allenamento.

Pensavo però spesso che il Giappone ha dato un contributo importante al Karate è così ho comprato i primi sei volumi di un' enciclopedia sul Karate Shotokan.

Complessivamente nei libri che ho acquistato ci sono tanti di quei Kata che non basterebbero trenta anni per studiarli tutti. Questo è ciò che volevo spiegare in questo post, fondamentalmente.

sabato 8 giugno 2013

Le idee che ho maturato negli anni riguardo la difesa personale.



Prima di diventare un amatore, e un autodidatta delle arti marziali avevo un' immagine di queste arti che derivava fondamentalmente dai film che si vedono al cinema.

Che i film di arti marziali abbiano influenzato l' immaginazione di moltissime persone nel mondo è un dato di fatto. In tanti hanno cominciato a praticarle dopo aver visto un certo numero di film.

Nei film però oltre alle esagerazioni che spesso non mancano, si bada molto alla coreografia dei combattimenti. Il combattimento reale è una cosa diversa.

E' più tempo passa, più me ne rendo conto. Inoltre nella mia vita ho assistito casualmente ad un certo numero di risse e posso assicurarvi che sono decisamente diverse.

Inizialmente pensavo che bastasse conoscere una sola arte marziale per imparare a difendersi da qualsiasi aggressore. Oggi non ne sono troppo convinto. Oggi non ho la stessa considerazione per tutte le arti marziali.

Sono dell' idea che chi voglia imparare la difesa personale dovrebbe imparare tecniche provenienti da arti marziali differenti. Questo concetto di difesa viene anche espresso da Bruce Lee nel suo libro Jeet Kune Do.

Personalmente ritengo che non è necessario conoscere moltissime tecniche, sicuramente però non basta conoscere solo tecniche di pugno e di piede. Leve, strangolamenti, proiezioni, spazzate, queste tecniche secondo me sono importanti.

venerdì 7 giugno 2013

I video di arti marziali. Le loro differenze e le loro caratteristiche.



Vorrei spendere ancora un po' di parolare sui video di arti marziali. Da quando ho aperto questo blog ne vedo tanti, cercò di scegliere sempre quelli che ritengo più adatti al blog. Tanti li lascio perdere.

Ci sono anche molti video violenti, che non ritengo potrebbero contribuire in modo positivo alla sua crescita.

Naturalmente qualcuno potrebbe ribattere, che il combattimento vero non è mai stato bello da guardare. Che se vieni aggredito una sera da uno psicopatico, non puoi metterti a fare un balletto.

Bruce Lee stesso nel suo libro Jeet Kune Do, spiega che nel caso di uno scontro reale, bisogna essere realmente pronti a fare del male al proprio avversario, in certi casi se la propria vita è a rischio si deve essere pronti persino ad uccidere.

Al di là di questi discorsi, ho cercato di non inserire nel blog, video tanto violenti da rasentare il cattivo gusto.

I video che guardo su Internet appartengono di solito alle seguenti categorie:

1. video di gare. Ad esempio sul Karate sportivo

2. video di combattimenti da strada. Non li metto mai sul blog

3. brevi lezioni di maestri di arti marziali, inerenti di solito la difesa persona. Sono molto interessanti

4. video che mostrano l' esecuzione di Kata. Li ritengo istruttivi.

5. Sfide fra maestri di arti marziali diverse. Mi sembra di averne messi uno o due su questo blog.

giovedì 6 giugno 2013

Cosa si può imparare guardando i filmati?



Cosa si può imparare guardando il filmati di arti marziali su youtube? Obiettivamente da quando ho aperto questo blog, devo dire di avere imparato molto.

Avevo già letto tanti libri di arti marziali, anche Jeet Kune Do, il libro che parla dello stile di combattimento ideato da Bruce Lee. Tuttavia devo dire che da quando ho aperto il blog ho compreso cose che prima non conoscevo.

C'è qualcosa che si impara guardando i filmati, che obbiettivamente dai libri non si può apprendere. E' come conoscere qualcosa quasi per esperienza diretta.

Tanto per fare un esempio ho rivalutato l' aspetto prettamente filosofico o sportivo di diverse arti marziali da quando ho potuto osservare la brutalità di certi combattimenti da strada. Una cosa che non sapevo per esempio, e che nel combattimento vero, di solito si finisce quasi subito per terra.

Al di là di quanto ho appena detto, cosa si può imparare dai filmati che guardiamo su youtube? Innanzitutto certi filmati spiegano veramente delle tecniche di combattimento. E sono fra l'altro abbastanza chiari.

Ancora, personalmente negli ultimi anni avevo provato a studiare un po' di Tai Chi Chuan dai libri. Guardando però dei filmati su Youtube ho compreso che la mia esecuzione era del tutto sbagliata. Ho compreso che i movimenti vanno eseguiti in una determinata maniera.

Praticamente tutti questi filmati spiegano veramente tante cose. Vale la pensa guardarli. Quantomeno i migliori.

mercoledì 5 giugno 2013

Le abitudini di allenamento e le tecniche.



Quali sono le mie abitudini di allenamento? Mi alleno spesso la mattina. So che per molti l' idea di allenarsi da soli è un po' ostica perché non è facile trovare la volontà per allenarsi. Quando si va in palestra si hanno invece maggiori stimoli.

Io però diversi anni fa ho scoperto che mi piaceva studiare da solo il kung fu Wing Chun ed ho continuato. Alla fine sono riuscito anche a progredire in quest' arte. Inaspettatamente anche altre mie qualità si sono sviluppate. Tanto per fare un esempio oggi riesco a concentrarmi molto meglio rispetto al passato.

Se volete provare ad allenarvi da soli, studiando il Karate o il Kung fu, o un' altra arte marziale che si può studiare a casa, vi ricordo che non necessariamente dovete allenarvi nel modo tradizionale.

Potete anche spezzare il vostro allenamento in porzioni suddivise in unità di tempo, di dieci minuti un quarto d'ora, e poi distribuirle nel corso della vostra giornata.

Fate anche un po' di cyclette o di corsa se potete. Comprate anche dei pesi leggeri, da uno, due o tre chili in modo da irrobustire un po' i muscoli.

Per quanto riguarda le tecniche invece, vi ricordo che secondo molti maestri di arti marziali, è importante cogliere l'essenza dello stile che si pratica, e assorbirla fino a farla diventare una seconda natura. Solo così si può sviluppare veramente un vero stile personale.

Tenente a mente pure, che spesso le tecniche più belle da vedere, non sono le più efficaci; anzi spesso è proprio il contrario. Così conoscere moltissime tecniche non significa essere più bravi in combattimento.

Un atleta con un bagaglio inferiore di tecniche può essere molto più bravo di uno che per quanto riguarda le tecniche di combattimento ha una conoscenza enciclopedica.

martedì 4 giugno 2013

Bruce Lee e la sua capacità di innovazione.



E' stato soltanto otto o nove anni fa quando ho cominciato a studiare da solo il kung fu Wing Chun, che ho scoperto che Bruce Lee aveva creato un' arte marziale chiamata Jet Kune Do. Il libro che tratta l' argomento, il primo scritto da Bruce, credo che lo conoscano in molti. Quanto meno tutti quelli che si interessano molto di arti marziali. Ci sono altri libri attribuiti a Bruce Lee, ma se ho capito bene sono stati pubblicati in un momento successivo.

Bruce Lee è stato uno dei più importanti esperti di arti marziali di tutti i tempi, un attore apprezzato e un grande divulgatore delle arti marziali cinesi nel mondo. L' interesse per le arti marziali è aumentato notevolmente grazie ai film di Bruce Lee.

I film di Bruce Lee erano di carattere violento, nonostante tutto sembra che l' attore fosse contrario all' uso delle arti marziali come metodo di supremazia. Tuttavia il suo carattere non era dei più miti, anzi pare che quando viveva ad Hong Kong avesse preso parte a diverse risse.

Una delle innovazioni introdotte da Bruce Lee nel suo stile di Kung fu è stata l' integrazione dello studio della boxe. Il maestro aveva compreso l' importanza e la validità della boxe come sistema di combattimento.

Se pensiamo un attimo ad un esperto di boxe, alcune caratteristiche saltano subito all' occhio. Ha un' ottima preparazione fisica, è veloce, potente e muscoloso.

Nessuno vorrebbe sperimentare l' effetto di un pugno di un boxeur sul proprio volto. Nemmeno un masochista. Chi studia la difesa personale, anche per conto proprio, potrebbe allora provare a studiare un po' di boxe.

lunedì 3 giugno 2013

Allenamento a casa. E' possibile maturare un proprio stile?



Ho già spiegato che mi alleno da solo a casa. Ho cominciato circa otto o nove anni fa, avvicinandomi alla pratica del kung fu Wing Chun e poi negli ultimi anni ho cominciato ad interessarmi anche di altre arti marziali.

Ho sviluppato in particolare un forte interesse per il Qi Gong e per il Tai Chi. Non hanno molto a vedere con il Jeet Kune Do di Bruce Lee, però a me piacciono.

La filosofia de Jeet Kune Do, l' ho appresa dal libro originale di Bruce Lee, non quindi da quelli che sono stati pubblicati successivamente. Si tratta del libro che Bruce Lee scrisse nel periodo in cui aveva subito un infortunio alla schiena.

Dalla lettura di questo interessantissimo libro, ho poi ampliato il mio interesse per le arti marziali, non limitandomi più solo allo studio del kung fu Wing Chun, e cominciando ad acquistare libri di Karate, Hapkido, Ju Jitsu, Boxe ecc...

Ora la domanda che potreste porvi è la seguente: allenandosi da soli a casa è possibile maturare un proprio stile?

In un certo qual modo apprendere tecniche di diverse arti marziali può essere considerato studiare Jeet Kune Do. Dico questo perché nel libro stesso di Bruce Lee è previsto uno studio di tecniche provenienti da diverse arti marziali. Naturalmente rispettando i principi dello stile del maestro.

Tornando alla domanda iniziale, devo dire che la filosofia del Jeet Kune Do prevede che uno studente di questa disciplina cerchi di maturare un proprio stile.

Il Jeet Kune Do non è paragonabile a un abito ad una sola misura, ma ad un abito che cambia misura in base alla persona che lo deve indossare. Ciò che voglio dire è che può essere visto anche come uno stile soggettivo, adattabile alle caratteristiche del singolo, che segue però dei principi generali, quelli appunto inventati da Bruce Lee.

Man mano che proseguirete nello studio di questa e di altre arti marziali, sceglierete le tecniche che fanno più al caso vostro, e maturerete un po' un vostro stile di combattimento personale.

domenica 2 giugno 2013

Tecniche e sviluppo del Jiu Jitsu brasiliano.



Fu la famiglia Gracie a continuare a sviluppare il Jiu Jitsu brasiliano nel corso del ventesimo secolo, non disdegnando di affrontare scontri corpo a corpo nei tornei vale tudo. Si cominciò a dare preminenza al combattimento al suolo e vennero migliorate certe tecniche.

Il Jiu Jitsu brasiliano comprende tecniche il cui compito e portare gli avversari al suolo, tecniche come proiezioni e lanci. Comprende anche tecniche di wrestling, sambo e altri sistemi di combattimento. A differenza del Judo permette di trascinare l' avversario al suolo.

Il Jiu Jitsu brasiliano non è andato incontro ai cambiamenti che ha subito il Judo, e che lo hanno un po' indebolito. Questo lo ha portato ad assumere una diversa identità come disciplina, anche se il legame con il Judo rimane. Inoltre i Gracie hanno cercato di creare un' arte marziale nazionale che influenzasse la cultura brasiliana.

Oggi le differenze principali fra il Gracie Jiu Jitsu e gli altri stili di Jiu Jitsu brasiliano è che mentre il primo è orientato più alla difesa personale, il Jiu Jitsu brasiliano sportivo è orientato alle competizioni.

Inoltre le differenze regolamentari sviluppate in confronto al judo e il meccanismo per segnare i punti sono ideati per dare al BJJ un'enfasi più pratica premiando le posizioni di controllo dalle quali il lottatore potrebbe in teoria colpire l'avversario in un vero combattimento.

Infine ho avuto modo di constatare che certi maestri di kung fu, anche di Wing Chun hanno integrato tecniche di Jiu Jitsu brasiliano nel loro insegnamento.

(Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera)

sabato 1 giugno 2013

Qualche accenno sul Brazilian Jiu Jitsu.



Il Brazilian Jiu Jitsu, arte marziale, sport da combattimento e sistema di difesa, è incentrato soprattutto sul combattimento a terra.

E' nato negli anni venti del ventesimo secolo e deriva dal Judo. Il primo maestro è stato Mitsuyo Maeda. A sviluppare ulteriormente però questo sistema di difesa personale, tramite molta pratica e adattamenti è stato il maestro Helio Gracie, insieme al fratello Carlos.

Uno dei punti fondamentali della filosofia del Brazilian Jiu Jitsu è che una persona piccola tramite tecniche come leve, chiavi articolari e strangolamenti si può difendere con successo da un assalitore più grosso e forte. L' allenamento di quest' arte di difesa personale viene praticato comunque con spirito sportivo.

La pratica di sparring (comunemente chiamato rolling) e di sessioni di allenamento con confronto non collaborativo giocano un ruolo maggiore nell'allenamento, e vengono premiate le prestazioni, soprattutto durante le competizioni, in relazione al progresso attraverso i gradi/cinture.

A differenza dei più vecchi sistemi di Ju jitsu, il Brazilian Jiu Jitsu ha erediato dal Judo proprio il carattere di sport e di metodo per promuovere lo sviluppo del fisico e del carattere.