mercoledì 11 settembre 2013

Oltre i sistemi di combattimento.



Così, molti anni dopo, in seno alla famiglia del re indiano Sugandha nasce l' uomo leggendario destinato a rimanere famoso nella storia del Buddismo ed in quella del Karate. Di lui si sa che sin dalla più tenera età fu sottoposto ad un duro addestramento marziale del grande Maestro Prajnatra

 Conosciuto come Bodhidarma, Daruna Taishi, Pu Ti Ta Mo a seconda dei luoghi, il suo nome, tradotto, significa comunque Portatore della Legge. Come monaco buddista e ventottesimo patriarca Zen egli arriva in Cina nel 520 per diffondere la sua dottrina ed il suo metodo di ascesi basato sulla pratica della lotta, il suo nome quindi non potrebbe essere più appropriato. 

 Proprio questo induce a pensare che forse, responsabile della diffusione di queste discipline, non fosse un singolo individuo ma un gruppo, una cellula di monaci buddisti decisi a propagandare il loro orientamento filosofico. Infatti è difficile credere che un solo uomo potesse affrontare un viaggio dall' India in Cina, attraverso zone impervie infestate da belve e da briganti. 

 D' altra parte nelle Biografie dei Grandi Sacerdoti e nei Ricordi del Tempio di Lo Yang ci sono tracce che sembrerebbero confermare la reale esistenza di questo mitico monaco che, seppure dotato di grande carisma, non riuscendo a convertire alle sue idee l' Imperatore Wu della dinastia Liang che lo aveva accolto a Corte, contrariato si ritira a Wei in un monastero, dove passa nove anni nella più assoluta immobilità assorto nella introspezione murale, rimanendo cioè in ginocchio di fronte ad un muro. 

 (Karate ed olte, edizioni mediterranee, autori: Mario Morelli, Silvio Raho)

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