lunedì 9 settembre 2013

Karate segreto.



Se si da credito ad un' antica leggenda, nell' India del terzo millennio a.C. Troviamo un principe interessato alla lotta ed allo studio dei movimenti di attacco e di difesa di svariati animali per trasformarli in tecniche di combattimento compatibili col corpo umano. 

 Per sperimentare l' efficacia di questi colpi in modo scientifico il buon principino non trova soverchia difficoltà: data la sovrabbondanza di mano d'opera il nostro eroe con una certa disinvoltura si serve dei propri schiavi facendone le cavie dei suoi cruenti esperimenti

 Il frutto di tali studi viene successivamente raccolto dalla crema della sua cavalleria: la casta guerriera Kshatriya i cui componenti ben presto divengono noti come i cavalieri dal pugno di diamante per l' effetto devastante dei loro colpi. 

 Intorno all' anno Mille avanti Cristo, in Grecia fiorisce il Pankration. Un tipo di combattimento a mani nude in cui tutto è permesso salvo mordere e graffiare. Se ne ha la prima notizia ufficiale nelle olimpiadi del 776 a.C. Ci sono dei buoni motivi per affermare che le sue metodiche differiscono molto da quelle odierne. 

 Nei Musei Vaticani una copia di un gruppo scultoreo greco dell' epoca mostra due lottatori in posizioni estremamente moderne identiche a quelle dell' attuale Karate. Le posizioni dei due contendenti sono classiche: uno è in Nekoashi e l' altro in Zenkutsu, uno minaccia in Tetsui e l' altro scaglia un colpo di Nukite. Ogni commento è superfluo. 

 (Fonte: Karate ed oltre, edizioni mediterranee, autore: mario morelli e silvio raho)

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