venerdì 27 settembre 2013

Kendo. Cosa è? Di cosa si tratta?



Il Kendo è un' arte marziale di origine giapponese. E' un' arte marziale basata su tecniche di combattimento, simili a quelle dei samurai. Si utilizza la Katana. Il Kendo letteralmente, sarebbe la Via della Spada. La via fondamentale delle arti marziali giapponesi è la via della spada. 

Il periodo di partenza, è il periodo Kamakura, l' uso della spada, l' equitazione, il tiro con l' arco, hanno sempre avuto importanza per la preparazione militare di diversi clan. 

 Il Kendo è stato influenzato dal buddismo zen, i samurai erano indifferenti, riguardo al rischio di perdere la propria vita. 

 A partire da quel tempo, i guerrieri si dedicarono alla pratica del Kendo e furono fondate le prime scuole. 

Sono i bokken, le spade di legno,che vengono utilizzate al posto delle Katane. Per gli esercizi più comuni si usa invece lo shinai. Viene utilizzata anche una robusta armatura (bogu). Concetti cari al buddismo Zen come il Mushin, sono stati assimilati dal Kendo. 

Equipaggiamento. 

 Cosa è lo shinai? E' la rappresentazione di una spada giapponese, formata da quattro stecche di bamboo, che vengono tenute attaccate da parti in pelle. Ne esiste anche una variante moderna. 

 Una spada di legno massiccio, chiamata bokuto, si utilizza alle volte nella pratica dei Kata. In Occidente viene chiamata bokken. 

 I colpi si portano sia con il lato, che con la punta dello shinai o del bokuto. Certe parti del corpo sono protette dall' armatura; sono le parti che fanno da bersaglio. Queste parti sono la testa, i polsi ed i fianchi. 

 La testa viene protetta da un elmo che si chiama men, con una griglia metallica, messa a protezione della faccia. 

 I polsi, le mani, gli avambracci vengono protetti da guanti di tessuto. Si utilizza un corpetto chiamato do, che protegge il torso, mentre il punto di vita e la zona inguinale sono protetti da tare. 

 La parte centrale è di solito coperta da una sorta di etichetta, nafuda in giapponese.

giovedì 26 settembre 2013

Posizioni. Controllo esecuzione.



Il baricentro si dovrebbe trovare in posizione bassa, le natiche se rivolte all' indietro potrebbero fare inclinare il dorso in avanti. Potreste quindi perdere l' equilibrio. 

 L' ossessione per la buona forma potrebbe impedirvi di realizzare nel modo giusto una posizione. E' meglio tendere bene i muscoli interni delle cosce. 

 Le caviglie non dovrebbero essere troppo rilassate. Dovrebbero essere ben ferme, altrimenti c'è il rischio di una posizione debole.

 Talloni fluttuanti. 

Quando i talloni non aderiscono completamente al suolo, la posizione potrebbe risultare debole e instabile. 

Le ginocchia e le punte dei piedi non dovrebbero essere allineate tra loro. Il ginocchio e la punta del piede della stessa gamba dovrebbero puntare sempre nella stessa direzione. Altrimenti c'è il rischio di perdere l' equilibrio. 

 Allenarsi soli. 

 Allenarvi con attenzione con un compagno, senza eccedere, vi permetterà di non farvi male. Le ferite da sport sono un problema reale, anche se non sono così frequenti. 

 Nella Kick Boxing, la ferita tipica è quella del sopracciglio. E' anche la causa più comune di arresto di un combattimento per intervento medico. 

Si tratta di un tipo di ferita che non è pericolosa come si potrebbe pensare. Quando avviene però non si può andare avanti nel combattimento, perché il sangue finisce sul viso e non si può continuare. 

Questo tipo di ferite può venire a causa delle testate. All' apparenza sono ferite da taglio, ma ciò è causato dal margine osseo dell' orbita. Alle volte è aguzzo e sporgente. 

 L' emorragia deve essere arrestata definitivamente con mezzi chirurgici. La ferita va lavata e sterilizzata, lo stesso vale per la regione circostante. Va anche rasata e lavata con l'acqua ed il sapone.

mercoledì 25 settembre 2013

Quando ci si allena da soli. L' allenamento migliore.



Ci si può allenare da soli, è possibile. Non è naturalmente la stessa cosa di allenarsi da soli. Non tutte le tecniche si possono imparare allenandosi da soli.

 Esistono tecniche che bisognerebbe studiare con un compagno. Tecniche difficili da studiare quando si è soli. 

 L' allenamento con i pesi, può essere portato avanti insieme all' allenamento normale. Quale sistema di allenamento? Vi potete iscrivere in una palestra, ma ci sono anche altre due possibilità.

 Potete comprare dei piccoli pesi – da uno, due, tre chili – per eseguire dei semplici esercizi. Questi pesi possono essere utilizzati per eseguire semplici esercizi. Questa tipologia di esercizi si può trovare anche nei libri, di arti marziali. 

 Potreste anche provare ad allestire una piccola palestra a casa vostra. Avete bisogno però dello spazio, e dovete avere anche la volontà di allenarvi. E' importante anche sapere scegliere gli attrezzi adatti. 

 Utilizzate se possibile anche un sacco da boxe. L' allenamento al sacco può tornarvi utile. 

 Se avete il tempo potete provare a fare un po' di corsa. Venti, trenta minuti, tre volte la settimana. Potete anche provare ad imparare il Tai Chi Chuan, che potrebbe servirvi. Per aumentare la concentrazione e come forma di ginnastica morbida. 

 Potete sperimentare diverse forme di allenamento fino a quando non trovate quella giusta per voi. Non necessariamente dovete allenarvi molto. Anche mezz'ora tre volte la settimana. 

 Pian piano è possibile che vi venga voglia di allenarvi di più. A poco a poco.

martedì 24 settembre 2013

Fare progressi nello studio delle arti marziali.



Studiando arti marziali da soli si può progredire nello studio delle stesse? Bisogna distinguere due casi. Quello di una persona che studia da sola e quello di una persona che frequenta una scuola ed ha un maestro. 

E' bene anche distinguere fra la capacità concreta di combattimento, la capacità di progredire nelle gare, e quella di fare progressi, sia spirituali, che filosofici. 

 Allenandovi da soli, sarete influenzati da due fattori importanti: lo studio, la volontà di andare avanti nei limiti delle vostre capacità, ed i limiti fisici

 Molto importanti sono anche i limiti fisici, che hanno un ruolo importante. E rappresentano un limite per il praticante

 Allenandovi da soli, avrete anche la possibilità di progredire nel corso degli anni, da un punto di vista filosofico e spirituale. Si impara col tempo ad affrontare le proprie paure ed a rafforzare il proprio sé. 

Potrebbe aiutarvi, studiare le filosofie orientali, come il buddismo zen. Sono parecchi i praticanti di arti marziali che si sono avvicinati a questa filosofia. L' ho fatto pure io. 

 Anche chi studia in una scuola, deve tener conto degli impedimenti che incontra, come le proprie caratteristiche fisiche.

 Lo studio in una scuola di arti marziali, avviene di solito per gradi, si migliora col trascorrere del tempo, con lo studio e l' impegno. 

 Non trascurate mai l' allenamento fisico, la palestra, anche l' allenamento con i pesi a casa, la corsa, l' uso della corda. Nella preparazione per le arti marziali è importante anche lo stretching.

lunedì 23 settembre 2013

L' equilibrio fra il corpo e lo spirito nel Jeet Kune Do.



Bruce Lee era dell' idea che l' atleta che studia il Jeet Kune Do, dovrebbe cercare di raggiungere l' equilibrio fra il corpo e lo spirito. 

 Tutte le volte che bisogn cominciare un combattimento, è importante cercare di ristabilire il proprio equilibrio. 

Il corpo deve essere difeso da una buona guardia. Il colpi dell' avversario devono essere intercettati, soltanto così ci si può difendere. 

Dovete cercare di imparare a combattere veramente, quando combattete rimanete sempre in movimento. 

I bersagli che scegliete dovete riuscire a colpirli. Non dovete fallire. E' molto importante riuscire a passare in modo immediato dalla difesa al contrattacco. 

 Osservate attentamente il vostro avversario, cercate di adeguarvi in modo da poter contrattaccare in modo efficace. 

La difesa. 

 E' importante anche studiare il modo per attaccare l' avversario

 Il vostro avversario dovete prevederlo, studiatene attentamente lo stile. Osservatelo nei suoi movimenti e nelle sue mosse. 

 Nell' avversario dovete anche cogliere i momenti di stanchezza, e lottate per fargli perdere l' equilibrio. Imparate a spostarvi in modo corretto, e mantenete il vostro senso dell' equilibrio. 

 La via spirituale 

 Le arti marziali oltre che come sistema di difesa personale, possono anche essere seguite come una via spirituale

 Questo avviene spesso attraverso la pratica dei Kata. I movimenti dei Kata vanno eseguiti in sequenza. Ciò aiuta la concentrazione. 

 Nelle filosofie come lo Zen è molto importante la concentrazione. 

 (Fonte: Bruce Lee, Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee)

martedì 17 settembre 2013

L' allenamento. Gli attrezzi più utili quali sono?



Esistono degli attrezzi utili per l' allenamento a casa? Gli attrezzi esistono. Vediamo di parlare di qualcuno di questi attrezzi

 Un attrezzo utile è la corda per saltare. La corda si usa molto nella boxe, ed è un attrezzo utile per chi pratica il Karate

 Esiste una tipologia di allenamento che si fa con i pesi piccoli, che vengono stretti con i pugni e serve a prepararsi meglio per il combattimento. 

 Parliamo un attimo dei guantoni. Se dovete colpire un sacco di boxe, o qualche altro supporto utile agli stessi fini, vi serviranno i guantoni, e dovrete anche imparare a mettere delle fasciature, in modo da evitare traumi. 

 Il sacco per la boxe. E' molto utile, e può realmente aiutarvi a sviluppare potenza, e reattività se si presenta la necessità di un combattimento. 

 Il makiwara. E' lo strumento classico per chi deve dedicarsi alla pratica del Karate, e serve a rinforzare le proprie armi, cioè le mani ed i piedi. Nei libri è spiegato come si può costruirne uno. Si possono anche ordinare in qualche negozio on line. 

 Uno strumento che si utilizza nel Kung Fu, è l' uomo di legno. E' utilizzato nel Kung fu, Wing Chun. Su youtube ed in questo blog, potete trovare dei filmati in cui viene mostrato questo manichino. 

 Per quanto riguarda gli stili di Kung Fu invece, e importante ricordare che non sono tutti allo stesso livello

Certi stili di Kung Fu, hanno qualcosa di vero, come il vino buono, altri lasciano a desiderare.

lunedì 16 settembre 2013

Frequentare un corso di autodifesa. Come scegliere?



Chi studia le arti marziali, molto spesso è una persona che vuole imparare l' autodifesa. Il Karate ad esempio è uno dei più efficaci sistemi di difesa personale. 

 Naturalmente ci sono altre arti marziali, che sono considerate da sempre degli efficaci sistemi di difesa personale. Si tratta del Kung fu, del Ju Jitsu, del Full Contact ecc... 

 Anche l' aikido è un' arte marziale molto interessante; un' arte marziale giapponese, utilizzata anche come sistema di difesa. E' un sistema molto interessante. 

 Sono diverse, le arti marziali nate con un orientamento verso il combattimento, questo perché il concetto di difesa personale è già integrato nelle arti marziali. 

 Molto interessante è il Jeet Kune Do, inventato da Bruce Lee e il Krav Maga. Il Krav Maga è un sistema di difesa personale utilizzato dall' esercito israeliano. 

 Per quanto riguarda il Jeet Kune Do, nel suo libro Bruce Lee scrive: 

 Vedere una situazione semplicemente come essa è, è difficile. Le nostre menti infatti sono molto complesse – e mentre è facile insegnare una tecnica, insegnare un atteggiamento interiore è difficile. 

 Il Krav Maga è molto efficace e anche ricco di tecniche. Questo sistema di difesa personale è ricchissimo di tecniche. 

 Credo che rispetto al Krav Maga, il Jeet Kune Do è più sintetico. Riguardo a quale dei due sia più efficace non saprei dire. 

 Un' altra arte marziale molto efficace è il Ju Jitsu, un' arte marziale ricchissima di tecniche il cui scopo è la difesa personale.

venerdì 13 settembre 2013

Allenamento. La scelta del percorso.



Come scegliere un percorso, quando si comincia un allenamento nell' ambito delle arti marziali. Innanzitutto bisogna inquadrare il problema. 

 Il percorso di solito è standard quando si sceglie un' arte marziale tradizionale. L'evoluzione è per gradi, il maestro insegna. 

 Se vi allenate da soli, e cercate di fare Jeet Kune Do, il discorso è diverso. Potete anche cercare di seguire un percorso vostro. 

 Io ho cominciato a studiare diverse arti marziali, a comprare libri. Ho preso questa abitudine di comprare periodicamente libri di arti marziali per andare avanti nello studio. 

 Se fate una scelta simile alla mia, allora dovete fare però attenzione. Dovete stare attenti a non perdervi in tutti questi libri.

 Potete trovare nei libri un' infinità di tecniche, ma sicuramente non potrete utilizzarle tutte. Dovrete quindi selezionare quelle adatte a voi e che vanno bene per una persona che si allena da sola. 

 Quando una persona comincia a studiare arti marziali avrebbe voglia di imparare tante, ma tante tecniche, se studi il kung fu vorresti imparare non uno ma diversi stili. 

 Sicuramente deve essere bello imparare non uno ma diversi stili. E certi maestri effettivamente hanno una conoscenza molto ampia. 

 Bruce Lee stesso però, nel suo libro sul Jeet Kune Do accenna alla possibilità di sintetizzare scegliendo un numero limitato di tecniche. 

 Questo perché nel combattimento reale, alle volte bastano poche mosse, dato che il combattimento dura poco. 

 Quindi anche avere un repertorio limitato di tecniche efficaci, potrebbe in certi casi andare più che bene.

giovedì 12 settembre 2013

Il Qi gong e le 5 energie



I fondamentali movimenti energetici del Qi gong. Le forze in questione si muovono sia verso l' esterno, sia verso l' interno. La teoria delle cinque energie è nata dalla conoscenza di questi movimenti. 

 In Occidente la maggioranza degli scienziati non crede che esista il Qi. La validità del Qi gong come ginnastica morbida è però riconosciuta da tutti. Questo tipo di ginnastica è indicata persino per gli anziani. 

 I praticanti esperti di Qi gong, devono comprendere come utilizzare le cinque energie per curare i problemi di salute. 

 Metallo 

 L' energia del metallo ha una caratteristica fondamentale, va verso l' interno. Questa energia ha delle qualità magnetiche. Nel calendario cinese ciò corrisponde alla fase lunare calante. 

 Acqua 

 Questo tipo di energia va verso il basso. In questo stato energetico, le cose possono giungere al punto massimo di riposo e concentrazione. Si chiama anche energia della rigenerazione. 

 Legno 

 Il legno rappresenta l'energia che si espande verso l' esterno. E' un tipo di energia, legata all' equilibrio

Fuoco 

 Si riferisce al fuoco interno. Questo tipo di fuoco fa nascere le facoltà emotive, mentali e spirituali. Grazie ad esso abbiamo anche coscienza. Terra Nel calendario cinese, l' energia Terra è legata al passaggio da una stagione ad un' altra. L' energia Terra rappresenta anche la pazienza.

mercoledì 11 settembre 2013

Oltre i sistemi di combattimento.



Così, molti anni dopo, in seno alla famiglia del re indiano Sugandha nasce l' uomo leggendario destinato a rimanere famoso nella storia del Buddismo ed in quella del Karate. Di lui si sa che sin dalla più tenera età fu sottoposto ad un duro addestramento marziale del grande Maestro Prajnatra

 Conosciuto come Bodhidarma, Daruna Taishi, Pu Ti Ta Mo a seconda dei luoghi, il suo nome, tradotto, significa comunque Portatore della Legge. Come monaco buddista e ventottesimo patriarca Zen egli arriva in Cina nel 520 per diffondere la sua dottrina ed il suo metodo di ascesi basato sulla pratica della lotta, il suo nome quindi non potrebbe essere più appropriato. 

 Proprio questo induce a pensare che forse, responsabile della diffusione di queste discipline, non fosse un singolo individuo ma un gruppo, una cellula di monaci buddisti decisi a propagandare il loro orientamento filosofico. Infatti è difficile credere che un solo uomo potesse affrontare un viaggio dall' India in Cina, attraverso zone impervie infestate da belve e da briganti. 

 D' altra parte nelle Biografie dei Grandi Sacerdoti e nei Ricordi del Tempio di Lo Yang ci sono tracce che sembrerebbero confermare la reale esistenza di questo mitico monaco che, seppure dotato di grande carisma, non riuscendo a convertire alle sue idee l' Imperatore Wu della dinastia Liang che lo aveva accolto a Corte, contrariato si ritira a Wei in un monastero, dove passa nove anni nella più assoluta immobilità assorto nella introspezione murale, rimanendo cioè in ginocchio di fronte ad un muro. 

 (Karate ed olte, edizioni mediterranee, autori: Mario Morelli, Silvio Raho)

martedì 10 settembre 2013

Ancora sui metodi di lotta.



Nei Musei Vaticani una copia di un gruppo scultoreo greco dell' epoca mostra due lottatori in posizioni estremamente moderne identiche a quelle dell' attuale Karate. Le posizioni dei due contendenti sono due: uno è in Nekoashi e l' altro Zenkutsu, uno minaccia in Tetsui e l' altro scaglia un colpo di Nukite. Ogni commento è superfluo. 

 Ad ogni modo è lecito presumere che anche nell' antica Grecia i segreti del Pancrazio fossero noti alla casta militare per ragioni che appaiono più che ovvie. Le armi dell' epoca, per lo più di bronzo, si deterioravano rapidamente e spesso i combattimenti degeneravano in zuffe sanguinose il cui risultato veniva deciso sovente della forza dei pugni o dei calci. 

 Quando Alessandro parte alla conquista dell' Oriente, nel 334 a. C., porta con sé 45.000 tra fanti e cavalieri ben addestrati nell' arte della guerra e sicuramente temibili lottatori. Una vera macchina bellica che, sapientemente guidata, in breve tempo ha ragione di ogni avversario e dilaga oltre l' Indio e sino all' Oceano Indiano. Fautore di una saggia politica di fusione ed alleanza tra vincitori e vinti. Alessandro non solo sposa le figlie di vari regnanti sconfitti, esortando i suoi militi a fare altrettanto, ma annette alle proprie forze una falange battriana di 30.000 uomini ed integra la propria cavalleria con numerosi nobili persiane. 

 Tutto ciò deve aver favorito enormemente (sia pure in ambienti privilegiati) l' espandersi di metodiche di lotta greca nonché la loro fusione con quelle locali. Si può credere che la loro conoscenza fosse una sorta di eredità da tramandarsi di generazione in generazione e che i più appassionati cultori ne fossero gli appartenenti alle famiglie dei nobili e dei regnanti. 

 (Fonte: Karate ed oltre, edizioni mediterranee, autori: mario morelli, silvio raho)

lunedì 9 settembre 2013

Karate segreto.



Se si da credito ad un' antica leggenda, nell' India del terzo millennio a.C. Troviamo un principe interessato alla lotta ed allo studio dei movimenti di attacco e di difesa di svariati animali per trasformarli in tecniche di combattimento compatibili col corpo umano. 

 Per sperimentare l' efficacia di questi colpi in modo scientifico il buon principino non trova soverchia difficoltà: data la sovrabbondanza di mano d'opera il nostro eroe con una certa disinvoltura si serve dei propri schiavi facendone le cavie dei suoi cruenti esperimenti

 Il frutto di tali studi viene successivamente raccolto dalla crema della sua cavalleria: la casta guerriera Kshatriya i cui componenti ben presto divengono noti come i cavalieri dal pugno di diamante per l' effetto devastante dei loro colpi. 

 Intorno all' anno Mille avanti Cristo, in Grecia fiorisce il Pankration. Un tipo di combattimento a mani nude in cui tutto è permesso salvo mordere e graffiare. Se ne ha la prima notizia ufficiale nelle olimpiadi del 776 a.C. Ci sono dei buoni motivi per affermare che le sue metodiche differiscono molto da quelle odierne. 

 Nei Musei Vaticani una copia di un gruppo scultoreo greco dell' epoca mostra due lottatori in posizioni estremamente moderne identiche a quelle dell' attuale Karate. Le posizioni dei due contendenti sono classiche: uno è in Nekoashi e l' altro in Zenkutsu, uno minaccia in Tetsui e l' altro scaglia un colpo di Nukite. Ogni commento è superfluo. 

 (Fonte: Karate ed oltre, edizioni mediterranee, autore: mario morelli e silvio raho)

venerdì 6 settembre 2013

Il tai chi, antica arte marziale. Che cos' è il tai chi?



Benché possa sembrare una disciplina fatta su misura per il mondo moderno e le sue inesorabili pressioni, in realtà il tai chi esiste da molto tempo. Questo insieme armonico e integrato di esercizi per il corpo, la mente e lo spirito affonda le sue radici nell' antica Cina e presenta elementi che risalgono al 3000 a. C. La traduzione di tai è grande, alto, supremo, mentre chi può significare sommità, principio, energia, respiro. Praticare il tai chi significa dunque sperimentare qualcosa di grande e speciale attraverso il movimento, il qi o chi, vale a dire l' energia vitale che alimenta l' universo, dalla stella più grande fino alla più piccola delle creature microscopiche. 

Questo manuale intende mostrarvi come scoprire e sperimentare questo tipo di energia. Se praticato quotidianamente, il tai chi vi aiuterà a conservare la salute e il benessere, a rimanere rilassati e perfino a tenere lontani alcuni dei guasti prodotti dal tempo. Non occorre acquistare un' attezzatura costosa, né è richiesto un abbigliamento speciale. Ognuno di noi ha già tutto quello che serve: il qi naturale del corpo, che è sempre a nostra disposizione e si tratta solo di imparare a usarlo. Se praticherete il tai chi sarete collegati a una fonte sorprendente di energia. In effetti, aprendo questo libro avete già fatto il primo passo di un viaggio speciale alla scoperta di voi stessi, un viaggio che potrebbe durare per tutta la vita. 

 Come forse saprete, il tai chi è un' arte marziale, e per giunta estremamente efficace. Le arti marziali fiorirono in Cina in epoca medievale, quando le diffuse tecniche marziali fondate su pugni, calci, e colpi vari si fusero con la lunga e venerabile tradizione di esercizi terapeutici che si era sviluppata nel corso dei secoli. In seguito si aggiunse la conoscenza medica della struttura energetica del corpo umano, e il risultato fu la nascita di ciò che divenne noto come tai chi chuan. Molti dei maggiori esponenti del tai chi della nostra epoca sono di fatto esperti di arti marziali di altissimo livello. 

 Di recente tuttavia abbiamo assistito a una spettacolare rinascita di interesse per i principi originari del flusso di energia che stanno alla base del tai chi; tale attenzione ha indotto molte persone, attirate dalla grazia e dalla bellezza insite nel tai chi, a considerarlo una fonte di ispirazione e a esplorare una volta di più le sue qualità e le sue proprietà terapeutiche. Questa caratteristica è alla base del presente manuale.

giovedì 5 settembre 2013

A proposito del Karate-do



Stabilire chi vince o chi perde non è lo scopo ultimo del Karate-do. Il Karate-do è un' arte marziale intesa a formare il carattere attraverso la pratica, perciò il Karateka è effettivamente in grado di sormontare qualsiasi ostacolo, sia esso tangibile o intangibile. 

 Il Karate-do è un' arte di autodifesa a mani nude in cui braccia e gambe vengono preparate sistematicamente al punto che l' attacco improvviso di un avversario può essere controllato con un' efficacia non dissimile da quella che possono dispiegare le armi moderne. 

 Il Karate-do è un' attività fisica che rende il Karateka padrone di tutti i movimenti del corpo come il piegarsi, il saltare, il rimanere in equilibrio, e il muovere gli arti e il corpo in avanti e indietro, a destra e a sinistra, verso l' alto e verso il basso, liberamente e uniformemente. 

 Le tecniche del Karate-do sono controllate dalla forza di volontà del karateka e giungono al bersaglio spontaneamente e con precisione. 

 L' essenza delle tecniche di Karate è il kime. Kime significa eseguire un attacco esplosivo diretto al bersaglio impiegando la tecnica appropriata e la massima potenza nel lasso di tempo più breve. 

 Il kime si può effettuare percuotendo, colpendo di pugno o di calcio, ma anche parando. Una tecnica carente di Kime non può in nessun modo venire considerata vero Karate, e non importa quanto questa esteriormente possa sembrare tale. Le gare non fanno eccezione; tuttavia è contrario alle regole giungere al contatto vero e proprio per il periodo che ciò comporta. 

 Sun-dome significa arrestare la tecnica appena prima del contatto col bersaglio (un sun equivale a crica tre centimetri). Ma non portare una tecnica al kime non è vero Karate, e di conseguenza il problema consiste nel come sanare la contraddizione che sussiste tra kime e sun-dome. La risposta è questa: il bersaglio si stabilisce convenzionalmente appena prima del punto vitale dell' avversario. Lo si potrà allora colpire controllando nello stesso tempo il colpo, senza arrivare al contatto.

 L' allenamento trasforma le varie parti del corpo in altrettante armi che possono venire impiegate liberamente e con efficacia. Ma la qualità necessaria a realizzare tutto questo è l' autocontrollo. Per vincere occorre innanzi tutto vincere se stessi. 

 (Fonte: m.nakayama, Super Karate, Edizioni Mediterranee)

mercoledì 4 settembre 2013

Quali sono i motivi più validi per allenarsi?



Cosa succede quando non si riesce a trovare un valido motivo per allernarsi? In linea generale se proprio non vi va, allenarsi non ha alcun senso. 

 Alle volte il desiderio c'è, ma manca la motivazione. La motivazione ad allenarsi. Trovare la giusta motivazione è molto importante. 

 Ci si può allenare da soli a casa anche con criterio, ciò può apportare miglioramenti anche alla salute. Studiare un' arte marziale può anche servire per la difesa personale. 

 Ho cominciato a studiare il kung fu Wing Chun, quando avevo circa trent' anni. La mia collezione di libri arti marziali è rispettabile. Conosco pure un po' di Karate. 

 Sicuramente una palestra e un buon maestro di arti marziali servono molto, io però mi alleno da solo. Faccio così perché ho poco tempo a disposizione. 

 Quando vi allenate da soli avete la possibilità di organizzare i vostri allenamenti; è anche possibile scegliere le tecniche più adatte al proprio fisico ed alla propria indole. 

 La motivazione può mancare per vari motivi: 

 1. Non riuscite a fare dei grandi progressi 

2. Provate noia 

3. I libri non sono sufficienti e vi piacerebbe avere la guida di un vero esperto 

4. Non riuscite ad organizzarvi 

 Se vi annoiate molto potreste cercare un amico con cui allenarvi. Dovete fare attenzione però a non farvi male. 

 I libri vanno scelti bene. Qualche libro l' ho ordinato persino in America.

martedì 3 settembre 2013

Tecniche di base di Kung fu.



Pugno diretto. 

Quando l' avversario attacca con un pugno diretto, col taglio interno della mano deviate il suo pugno. Balzando di lato, afferrate a due mani il suo braccio. Operate quindi una violenta torsione (che quasi certamente comporterà un' immediata frattura del braccio e dell' articolazione della spalla) costringendolo a terra; potrete così finirlo con un colpo di tallone vibrato alla bocca dello stomaco. 

Pugno al volto

Quando l' avversario vi attacca con un pugno al volto, parate con un movimento verso l' esterno del taglio interno della mano; questo manderà fuori bersaglio il pugno e aprirà la guardia del vostro avversario. Colpitelo allora immediatamente a dita tese, sferrando l' attacco con la stessa mano con cui avete compiuto la parata. 

Calcio volante laterale. 

Quando l' avversario vi attacca con un qualunque tipo di calcio volante, bloccatelo con un movimento circolare esterno del braccio che ne provocherà lo squilibrio. Potrete così contrattaccare efficacemente con una qualunque tecnica. 

Calcio all' indietro. 

Se il vostro avversario tenta di sferrarvi un calcio all' indietro, bloccate con un energico movimento del pugno a martello. Contrattaccate colpendo immediatamente i reni del vostro avversario. 

Pugno discendente alla nuca. 

 Se il vostro avversario, trovandosi dietro a voi, tenta di colpirvi con un pugno discendente alla nuca , parate chiudendo il suo braccio tra le vostre due mani aperte. Operando una violenta disarticolazione, proiettatelo al di sopra delle vostre spalle e finitelo con un colpo di tallone alla mascella.

lunedì 2 settembre 2013

Sul combattimento libero e la difesa personale.



Un praticante di KUNG FU non può cimentarsi nel combattimento libero fino a quando non abbia appreso le posizioni e gli attacchi base al punto da applicarli istintivamente in ogni situazione. A questo scopo, ci si allena comunemente immaginando di avere di fronte un avversario; questa pratica, in ogni caso, non può sostituire completamente la preparazione che si ottiene con un avversario reale. Questi, infatti, presenta un bersaglio mobile il che non è concepibile nell' allenamento a vuoto o contro un bersaglio fisso. 

 Un avversario reale, inoltre, può contrattaccare a sua volta e ciò richiede una preparazione non solo ai movimenti di offesa ma anche a quelli di difesa. Lo scopo del combattimento libero è di esercitare in movimento contro uno o più avversari, tutti gli attacchi, le parate e i contrattacchi che erano stati precedentemente appresi individualmente. Esso è un vero e proprio test di versatilità, rapidità di risposta e di controllo. Permette inoltre di ampliare notevolmente la gamma degli attacchi studiati, attraverso un impiego assolutamente pratico. 

 Migliora inoltre ogni difetto di impostazione o preparazione, permettendo di incrementare equilibrio e stabilità, oltre che ogni tipo di attacco e di parata. L' essere colpiti in combattimento è altamente educativo: ci dimostra quanto sia difficile ottenere la perfezione attraverso il dolore morale e fisico causato da un attacco portato a segno dall' avversario e ci permette, attraverso l' esperienza, di perfezionare e arricchire il nostro bagaglio tecnico. In strada si incontrerà molto raramente un avversario pratico di arti marziali (questo discorso si riferisce ovviamente ai paesi occidentali); l' allenamento in palestra permette quindi di esercitarsi contro i più temibili tra gli avversari possibili. 

 (Fonte: John Armstead, Kung-Fu di Okinawa, Edizioni Mediterranee)