domenica 24 febbraio 2013

Un' arte marziale interessante. Lo Shorinji Kempo.



Lo Shorinji Kempo è un arte marziale nata in Giappone ad opera del maestro Doshin So. E' un' arte marziale derivata dallo Shaolin-quan, ma è stata ampliata dalle conoscenze del maestro.

Lo Shorinji si basa sull'insegnamento della filosofia orientale Kongo Zen, finalizzata al raggiungimento della saggezza e della pace interiore, e dell'arte marziale in sé esclusivamente per autodifesa, costituita da oltre 800 tecniche a mani nude. La divisione in gradi dello shorinji kempo avviene in primo luogo tra kyukenshi (allievi che non hanno ottenuto la cintura nera I° dan) e dankenshi (alievi che hanno ottenuto la cintura nera I°dan).

Lo Shorinji Kempo ha prevalentemente tecniche a mani nude ma dal 2° dan in poi ci sono poche tecniche con il bo o con il coltello.

E' molto utile nella difesa da strada, poiché i movimenti non sono molto ampi ed è un'arte marziale molto dinamica.

Da un punto di vista tecnico, lo Shorinji Kempo è diviso in due categorie note come Goho e Juho, più una terza detta Seiho.

Goho: le tecniche di Goho sono le tecniche "dure" (o "attive") dello Shorinji Kempo, e consistono in un vasto repertorio di atemi, fondamentalmente pugni, calci e parate. Tali tecniche sono sempre animate da un principio difensivo: lo Shorinji Kempo trova infatti la sua massima espressione solo se inteso in termini di difesa e contrattacco.

Juho: nel vasto repertorio tecnico dello Shorinji Kempo, il Juho rappresenta un gruppo di tecniche "morbide" (o "passive"), che consistono in svincoli, leve e proiezioni. La radice "Ju" significa infatti "morbido, cedevole", ed è comune ad altri stili come Judo e Ju-Jitsu. La corretta applicazione di queste tecniche consiste nello sfruttare la forza dell'avversario a proprio vantaggio, senza dunque opporre resistenza.

Seiho: il Seiho è lo studio di numerosi punti vitali del corpo umano (lo Shorinji Kempo ne riconosce 138), la conoscenza dei quali è utile sia per applicare correttamente le tecniche (conoscere i punti deboli del proprio avversario è certamente un vantaggio), sia per dare una mano a un compagno in caso di lievi infortuni.

(Fonte: Wikipedia, l' enciclopedia libera)

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