Il Karate si chiamava allora Tode o semplicemente Te. Le sue scuole più micidiali sorte nelle città di Shuri e Naha, si chiamavano rispettivamente Shurite – La mano di Shuri – e Nahate – La mano di Naha - . Il suo nome attuale viene usato per la prima volta nel 1905 dall' okinawese Nagashige Hanagusubu.
Nel 1921 Funakoshi Gichin viene invitato in Giappone per introdurvi questa disciplina che raccoglie immediati consensi, si permea dello spirito del Budo (tipicamente nipponico), si fonde con tecniche di Jujitsu ed adotta definitivamente il nome di Karate nel 1930, quando l' ideogramma cinese viene sostituito dal Giapponese Kara che sta a significare il vuoto, la limpidezza mentale che il praticante di Budo deve possedere per fronteggiare qualsiasi situazione senza prevenzioni. E' del buddismo il detto – La forma è il vuoto. Il vuoto è la forma -.
Oggi in Giappone esistono varie scuole di Karate. Cito le più famose e importanti Shitoryu, fondata da Kenwa Mabuni, Gojuryu, fondatore Chojun Miyagusuku, Shotokan di Gichin Funakoshi, Wadoryu creata dal maestro Hironori Otsuka.
In tutte queste scuole sono confluiti millenni d' esperienze belliche. Oggi la pratica sportiva del Karate ha messo al bando almeno il 90% delle sue potenzialità. Per vincere una gara è sufficiente la conoscenza di una mezza dozzina tra calci e pugni, e buona parte dei maestri non conosce e non ha bisogno d'altro.
Nel Karate originale il numero di tecniche è incredibilmente vasto dato che questa moderna disciplina ha attinto a piene mani da tutte le metodiche di lotta che l' hanno preceduta. In questo Karate, quello che ormai non si pratica che in rarissime palestre, non esistono colpi proibiti, il repertorio di colpi si avvale di tutte le tecniche di pugno del pugilato, più altre ancora, sfrutta strangolamenti e proiezioni appartenenti al Judo e al Catch, adopera leve provenienti dall' Aikido, non disdegna alcun tipo di percossa e trasforma ogni parte del corpo in un' arma potenziale.
Lo scopo di questo libro è appunto di mostrare almeno una parte delle tecniche trascurate dall' insegnamento sportivo ma desumibili dai Kata e dai vari tipi di Kumite preordinati che sono alla basa di ogni scuola.
(Fonte: Karate ed Oltre, autori: Mario Morelli, Silvio Raho, Edizioni Mediterranee)
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