Il pugilato occidentale, porta gli atleti a esporsi a rischi eccessivi, le arti marziali invece, nelle quali non è proibito colpire nessuna parte del corpo, sono al confronto superprotettive.
Tuttavia, la regola in esse vigente, che impone di arrestare gli attacchi a parecchi centimetri dal bersaglio, comunica un senso sbagliato della distanza. Si tratta di sollevare polvere davanti allo stesso, facendo si che vengano trascurate le tattiche evasive.
Queste sono parte di un' arte aggressiva, così come sono parte del pugilato. Quando si effettuano slittamenti, tuffi, e oscillazioni sono tutti una sorta di difesa offensiva della distanza di sicurezza.
In un incontro realistico bisogna ricorrere ad entrambe le suddette tattiche. Dobbiamo mantenere le distanze di sicurezza. Nessuna delle due può garantire il successo dell' incontro.
Nelle arti marziali le tattiche evasive possono essere usate durante l' esteso impegno finale dell' avversario e durante le pause fra due manovre. Queste tattiche serviranno a sottrarre l' iniziativa all' aggressore.
I pugni nell' attacco vanno assestati con la mano avanzata, sono inoltre importanti le finte e le contromanovre sostenute da mobilità, pressione e strategia.
Il buon pugile può togliere l' iniziativa all' avversario, grazie a colpi velocissimi, o attraverso delle finte può rispondere ai pugni che vanno a vuoto. L' insuccesso lo porta a perdere l' iniziativa, rendendolo un facile bersaglio dell' avversario.
Abilità fondamentale nel pugilato e ingannare e confondere l' avversario. E' importante saper assestare pugni, calci e sventole di ogni genere.
E' importante anche sapere quando e dove ogni tipo di colpo va assestato.
(Bruce Lee, Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee)
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