Quando siete posizionati di guardia, il vostro pugno arretrato si trova sotto al mento, a qualche centimetro dal petto.
Nel momento in cui sferrate un pugno con la mano avanzata la torsione del busto lo fa arretrare ulteriormente di qualche centimetro.
In questo caso si può colpire con uno dei pugni più pericolosi del pugilato: il cross con la mano arretrata.
Secondo Bruce Lee il cross con la mano arretrata rappresenta l' artiglieria pesante.
Esistono due scuole di Kung Fu, l' interna e l' esterna, entrambe sono legate al concetto di Yin e Yang.
Mentre lo Yin rappresenta la morbidezza, la cedevolezza, la passività, il negativo, il femminile, lo Yang è il suo opposto: il duro, la fermezza, l' attività, il positivo, il maschile.
Il simbolo dello Yin e dello Yang è noto un po' a tutti, è composto da due semicerchi, uno nero e l' altro bianco, insieme formano un tutto armonico.
Tutte le scuole di Kung Fu sono state influenzate da questi atteggiamenti sia nelle manifestazioni estreme, che in forme intermedie, in cui i due concetti si bilanciano in modo armonioso.
Un allievo deve arrivare ad armonizzare lo Yin e lo Yang, secondo il suo temperamento per esaltare al massimo le sue doti naturali.
La scuola morbida insegna la calma e la fermezza nelle posizioni; la calma predispone all' acquisizione del CH'I ed esalta i riflessi migliori; la scuola dura esalta la potenza, la velocità e la resistenza.
(Autore: John Armstead, Edizioni Mediterranee, Kung Fu di Okinawa)
Il Karate si chiamava allora Tode o semplicemente Te. Le sue scuole più micidiali sorte nelle città di Shuri e Naha, si chiamavano rispettivamente Shurite – La mano di Shuri – e Nahate – La mano di Naha - . Il suo nome attuale viene usato per la prima volta nel 1905 dall' okinawese Nagashige Hanagusubu.
Nel 1921 Funakoshi Gichin viene invitato in Giappone per introdurvi questa disciplina che raccoglie immediati consensi, si permea dello spirito del Budo (tipicamente nipponico), si fonde con tecniche di Jujitsu ed adotta definitivamente il nome di Karate nel 1930, quando l' ideogramma cinese viene sostituito dal Giapponese Kara che sta a significare il vuoto, la limpidezza mentale che il praticante di Budo deve possedere per fronteggiare qualsiasi situazione senza prevenzioni. E' del buddismo il detto – La forma è il vuoto. Il vuoto è la forma -.
Oggi in Giappone esistono varie scuole di Karate. Cito le più famose e importanti Shitoryu, fondata da Kenwa Mabuni, Gojuryu, fondatore Chojun Miyagusuku, Shotokan di Gichin Funakoshi, Wadoryu creata dal maestro Hironori Otsuka.
In tutte queste scuole sono confluiti millenni d' esperienze belliche. Oggi la pratica sportiva del Karate ha messo al bando almeno il 90% delle sue potenzialità. Per vincere una gara è sufficiente la conoscenza di una mezza dozzina tra calci e pugni, e buona parte dei maestri non conosce e non ha bisogno d'altro.
Nel Karate originale il numero di tecniche è incredibilmente vasto dato che questa moderna disciplina ha attinto a piene mani da tutte le metodiche di lotta che l' hanno preceduta. In questo Karate, quello che ormai non si pratica che in rarissime palestre, non esistono colpi proibiti, il repertorio di colpi si avvale di tutte le tecniche di pugno del pugilato, più altre ancora, sfrutta strangolamenti e proiezioni appartenenti al Judo e al Catch, adopera leve provenienti dall' Aikido, non disdegna alcun tipo di percossa e trasforma ogni parte del corpo in un' arma potenziale.
Lo scopo di questo libro è appunto di mostrare almeno una parte delle tecniche trascurate dall' insegnamento sportivo ma desumibili dai Kata e dai vari tipi di Kumite preordinati che sono alla basa di ogni scuola.
(Fonte: Karate ed Oltre, autori: Mario Morelli, Silvio Raho, Edizioni Mediterranee)
Attaccare senza prima essersi assicurati il controllo del tempo di movimento e della posizione della mano dell' avversario è da sprovveduti.
Quindi un lottatore intelligente, si serve, di ogni mezzo per provocare un colpo d' arresto. Il colpo d' arresto permette di controllare la mano o la gamba dell' avversario.
L' attacco per seconda intenzione, è un movimento premeditato utilizzato contro gli avversari abituati a tentare colpi d' arresto o attacchi all' interno di altri attacchi. Si tratta quindi di attaccare non appena il partner compie un movimento di offesa.
Il contrattempo è una strategia grazie alla quale si porta l' avversario ad attaccare in tempo, in modo da impossessarsi o di liberarsi della sua mano, e poi attaccare o rispondere. Non si tratta tanto di provare il colpo d' arresto, ma di stornare la parata con perfetta tempestività.
Per ridurre al minimo il rischio di venire colpiti nello spazio di azione dell' avversario, e per eseguire il movimento di contrattempo bisogna valutare bene la distanza.
Perché il movimento in contrattempo abbia successo è importante nascondere le proprie intenzioni e indurre l' avversario ad eseguire il colpo d' arresto. Quando il colpo viene parato, è importante che l' avversario non abbia la possibilità di riprendere la posizione di guardia.
Un colpo d' arresto può essere provocato in diversi modi. Invitando l' avversario, eseguendo finte senza coprirsi, mediante falsi attacchi.
Può essere proficuo rispondere opponendosi: immobilizzando il colpo d' arresto, o con attacchi evasivi.
(Bruce Lee, Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee)
Il pugilato occidentale, porta gli atleti a esporsi a rischi eccessivi, le arti marziali invece, nelle quali non è proibito colpire nessuna parte del corpo, sono al confronto superprotettive.
Tuttavia, la regola in esse vigente, che impone di arrestare gli attacchi a parecchi centimetri dal bersaglio, comunica un senso sbagliato della distanza. Si tratta di sollevare polvere davanti allo stesso, facendo si che vengano trascurate le tattiche evasive.
Queste sono parte di un' arte aggressiva, così come sono parte del pugilato. Quando si effettuano slittamenti, tuffi, e oscillazioni sono tutti una sorta di difesa offensiva della distanza di sicurezza.
In un incontro realistico bisogna ricorrere ad entrambe le suddette tattiche. Dobbiamo mantenere le distanze di sicurezza. Nessuna delle due può garantire il successo dell' incontro.
Nelle arti marziali le tattiche evasive possono essere usate durante l' esteso impegno finale dell' avversario e durante le pause fra due manovre. Queste tattiche serviranno a sottrarre l' iniziativa all' aggressore.
I pugni nell' attacco vanno assestati con la mano avanzata, sono inoltre importanti le finte e le contromanovre sostenute da mobilità, pressione e strategia.
Il buon pugile può togliere l' iniziativa all' avversario, grazie a colpi velocissimi, o attraverso delle finte può rispondere ai pugni che vanno a vuoto. L' insuccesso lo porta a perdere l' iniziativa, rendendolo un facile bersaglio dell' avversario.
Abilità fondamentale nel pugilato e ingannare e confondere l' avversario. E' importante saper assestare pugni, calci e sventole di ogni genere.
E' importante anche sapere quando e dove ogni tipo di colpo va assestato.
(Bruce Lee, Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee)
Per ridurre al minimo il pericolo di un contrattacco è necessario far procedere l' attacco da una finta.
Un leggero movimento della mano, un colpo a terra con il piede, possono causare una situazione che compromette la coordinazione. E' un meccanismo riflesso, e nemmeno anni e anni di esperienza atletica possono eliminare gli effetti degli stimoli estranei.
Tuttavia una finta non è efficace se non costringe l' avversario a muoversi. Il successo deriva semplicemente da un movimento attacco.
Le finte efficaci sono quelle decise, espressive e minacciose. Nel JKD è costruito sulle finte e sulle azioni ad esso legate.
La finta è un affondo simulato che porta l' avversario a parare in modo corrispondente. E mentre esso si occupa delle parate, la mano dell' attaccante si allontana dalla sua, che è intenta a parare. La finta è composta da un affondo falso e da un affondo vero evasivo.
L' affondo falso è un braccio in estensione con un movimento leggero del busto. L' affondo vero viene eseguito con un allungo. L' affondo falso deve sembrare vero al punto da indurre l' avversario a contrastare la minaccia. L' affondo falso deve sembrare vero per convincere l' avversario ad eseguire la parata.
Se precedono un calcio e l' avanzamento da lontano le finte vanno effettuate col braccio esteso. Se le esegui dopo una parata, puoi raggiungere l' avversario senza dover fare un allungo, tieni il braccio flesso e spostati provvedendo alla copertura con la mano arretrata.
(Bruce Lee, Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee)
Più il lottatore è versatile, mentalmente vigile, più è in grado di sferrare colpi da angolazioni diverse.
Il gancio con la mano avanzata deve essere usato con intelligenza. Risulta molto valido, soprattutto contro un diretto lungo o contro una sventola.
Quando l'avversario ha la tua stessa posizione, puoi colpire con la mano avanzata mentre abbassa la mano arretrata. Di solito dopo aver eseguito una stoccata con la mano avanzata.
Contro un avversario che si difende l' unico modo per penetrare la sua difesa e creare aperture per pugni di altro tipo.
Il gancio con la mano avanzata può essere adottato contro l' avversario, per qualche ragione, non ha la possibilità di schivarlo.
E' più efficace perché è fondamentalmente un' arma valida sulla breve distanza che si può usare nel momento in cui l' avversario si avvicina. E' meglio provare prima con un diretto.
Perché il gancio con la mano avanzata sia efficace è meglio fingere un cross con la mano arretrata. I pugni vanno variati: dall' alto in basso, dal basso in alto, singolarmente oppure anche in combinazione. Per accorciare le distanze vanno bene anche le stoccate e le finte.
Un buon pugno nel corpo a corpo è il gancio, quello con la mano avanzata. Proviene di lato, dall' esterno del campo visivo, ed è efficace. Fra l' altro elude la guardia. Nel corpo a corpo da risultati validi, soprattutto quando un avversario è stato prima raggiunto da un diretto.
Uno dei bersagli più semplici da colpire è il tronco.